La generosità
Di Vincenzo Calafiore
03 Aprile 2018 Udine
“ Sebastiano! Dirti grazie è poco; ma desidero anche
affermare l’orgoglio e l’onore d’essere nella cerchia dei tuoi amici!, grazie.”
I popoli che abitano
il Meridione di questa “ Italia “ riunita a cartoccio sono di per se ospitali,
a volte tanto.
Ma c’è un popolo fra questi o meglio la grande Nazione
“Calabria” che a questo grande senso dell’ospitalità è il suo accento.
Chissà quanti calabresi hanno ospitato amici, o tali
ritenuti, in casa loro, non facendo mancare nulla, ma proprio nulla!
E essere ripagati poi a fine vacanza da questi quando hanno
raccontato della loro vacanza ai loro amici con “ ….. tutto bello… ma quelli
erano e sono stati asfissianti e poi sempre coi loro lunghi pasti…. Non ne
potevamo più! “
Questo è stato detto ( è accaduto anche a me) e sarà sempre
detto, per il semplice motivo che è diverso l’interpretazione della
–ospitalità- !
Noi calabresi all’ospite diamo la nostra anima e facciamo di
tutto per far fare a questo o questi una bellissima e indimenticabile vacanza,
forse anche per scrollarci di dosso quel fastidioso e antipatico “ terun “ come
per dire guarda che noi siamo questi e non quello che ti è stato fatto vedere.
Ma siamo anche molto, ma molto, di più molto di più “
generosi “!
E questa innata nostra generosità l’ha ben dimostrata un
ragazzo “ reggino “ che qui in Udine si è stabilito, integrato e ha la sua
bellissima famiglia.
Lui la Santa Pasqua l’ha voluta trascorrere assieme alla
madre Caterina e alla sua sposa, con gli amici più stretti oltre che ai suoi
collaboratori.
Offrendo per l’occasione la tipica “ grigliata di carne “
com’è d’uso da noi in terra nostra, e non solo, ma anche il Kebab, gli
arrosticini e quant’altro, tutto a disposizione degli amici e ospiti.
Dunque anche qui in terra friulana in questa occasione la “
generosità “ è venuta manifestata non per il mero interesse dello scambio o del
ritorno utile, ma solamente perché dettata dal cuore e da quell’innato senso
della generosa ospitalità che in noi “ calabresi “ è molto sentita.
Si era lì un miscuglio eterogeneo, friulani e calabresi,
albanesi, senza alcun pregiudizio, senza alcuna distinzione di colore della
pelle, tutti in una serena armonia di pace e fratellanza.
Ma la cosa che colpisce o che da sola si evidenzia e che
Sebastiano mette tutto a disposizione e lo fa per il piacere dello stare
assieme che è “ comunanza” è stata bella quella tavolata lunga davanti agli
scaffali dei materiali, ma più di tutto l’aria che si respirava che era quella della
festa e sentire parlare in reggino o udinese, albanese!
La colonna sonora è stata sempre la cosiddetta allegria, in
questo caso pura e semplice allegria che ha fatto dimenticare a tutti
indistintamente gli affanni del quotidiano, l’assillo giornaliero degli impegni
di lavoro, dei mancati pagamenti, degli assegni a vuoto, la ricerca del lavoro
e nonostante ciò Sebastiano salutando ha offerto una busta contenente due
colombe pasquali della “ ADMO” a cui è iscritto e sostiene.
Forse tutto questo non avrebbe avuto senso senza quella
fratellanza, forse la maniera giusta di dire grazie a questo ragazzo così
generoso è dire in grecanico Kalos,Kalos !
Grazie Sebastiano!
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