Di Vincenzo Calafiore
13 Gennaio 2020 Udine
Mi chiamo
Vincenzo Calafiore e sono nato a Reggio Calabria, splendida città di mare.
Compio gli studi e mi appassiono alla scrittura. Non ricordo un solo momento
della mia vita in cui non abbia sentito il desiderio e l’esigenza di scrivere,
nero su bianco le mie sensazioni, i miei pensieri, le mie più belle emozioni.
La scrittura è parte integrante di me.
“ Non so, è possibile raccontare una cosa a
qualcuno, e sperare che mi capisca
davvero? “ Vincenzo Calafiore
Mi piace scrivere, non è un
vizio, è una passione ma allo stesso tempo una piccola condanna, quasi che ogni
capitolo possa essere paragonato a una storia di qualcuno che ha vissuto o sta
vivendo o che da poco avrà chiuso. Ed è vero, o almeno sono convinto; ma anche
che si tratti di questo.
Tutto accade meravigliosamente
di notte …. i dettagli sono limpidi, tutto si allinea e mi trovo perduto in un
qualcosa di sconosciuto che sta nascendo, prendendo vita mi coinvolge, mi porta
via.
Non sempre è così, ma scrivere,
sì, scrivere non è bello è bellissimo.
Quella piacevole stanchezza,
quella insolita spossatezza che mi prende e mi tiene così fino alla fine,
valgono da sole come un tesoro.
Esco sul balcone sia d’estate
che d’inverno a fumare la mia sigaretta e nel guardare il volto del nulla,
tornano in mente immagini e pensieri mai assopiti, e mi sento essere come un
fornaio che spera di fare un buon pane:
Nella mia testa e nei miei
occhi ho visto l’amore danzare, noi non ci conoscevamo eppure ci tenevamo per
mano, è lì che ti ho presa! Dove ho avuto paura, ho mollato la presa e ti sei
fatta vicinanza.
A volte è paura, a volte è
coraggio, a volte è semplicemente amore.
C’è che sto morendo dalla
voglia di ritrovarti fosse anche in una parola, negli occhi,in un rigo.
A quel mare lontano che sento
rumoreggiare in testa chiedo di essere guardato e non solamente visto, essere
ascoltato e non soltanto udito ….
Vivere lontano da casa non è
per chiunque. Bisogna avere un cuore grande, tanto da grande da fare da valigia
a tutto quanto si lascia: panorami, mare, amore, genitori. Questo bagaglio
batte come un cuore anche quando pesti un suolo che non ti appartiene o quando
sei steso su un letto che non ha la tua forma. Conosci amici che non sono tuoi,
città che non è la tua.
Devi avere un cuore grande che
contenga anche questo bagaglio. Un cuore che a volte ha paura che altri lo
abbiano dimenticato. Un cuore così grande eppure così fragile … è lì che si
ferma, va in blocco, ti confonde tanto da non sapere più chi sei. Cadi a terra
e ti chiedi chi sei e cosa stati diventando, dove stai andando e sai perché?
Perché quando parti, più che andare verso una meta, vai verso un destino: il
tuo!
“ vorrei essere guardato e non
visto, essere ascoltato e non soltanto udito”.
Ora mi trovo in mezzo a un mare
grande, più grande di un oceano, è un navigare in solitaria in contro alle
tempeste, giorni e giorni di silenzio, sembrano quei giorni senza alcun motivo
per continuare a navigare; giorni in cui non mi ricordo come si faccia a
piangere o a sorridere a vivere, in cui vince la stanchezza fino a
schiacciarmi.
Tutto passa e va.
La voglia di scrivere e di destinare ogni attimo a questo, ora
quasi non c’è più.
Manca il desiderio bruciante di
buttare via il mondo “vero” e rifugiarmi in uno fittizio.
Manca il desiderio di scappare
dalla realtà per tuffarmi nei sogni e navigare fra pensieri e poesie da
scrivere, rendere me stesso sotto forma di parole.
Manca quella che un tempo era
passione … adesso cos’è? Nulla, forse. Non è un addio tragico, non ho perso
l’ispirazione, non sono stato sopraffatto dalla vita vera, no!
Semplicemente, prima c’era il motivo o la motivazione, ora non più.
Ora sono un – bò -, dopo una
vita trascorsa a cercare di capire se “ scrivere” mi rendesse in qualche modo
felice e invece mi ha reso “ diverso”. Ora non conta più, adesso più che
vivere, sopravvivo e rimango con quella parte di me il cui fuoco va spegnendosi
lentamente sotto una cenere bianca … quasi come la neve! Nevica!
Chissà se ritornerò a fuggire
dalla vita, ad andarmene in punta di piedi come sono entrato!
C’era il mare, e il mare aveva
l’odore forte di salso, aveva una vela gonfia di vento e un sole, un sole
caldo. L’odore di quel mare mi piace ora come allora e mi piacerebbe almeno una
volta immergerci le mani, guardarle in trasparenza, vedere il sangue scorrere,
gli inchiostri diluirsi. Avere qualcuno con cui guardarlo in silenzio lì con me
sulla sabbia, senza pensare a nulla. Avere la testa vuota, sentirsi leggeri
senza più nessuna preoccupazione, sentirsi finalmente felici, scoprire che il
mare e la vita hanno lo stesso nome: amore!
Io e il mare! Il mare non ti
chiede di innamorarti ti fa innamorare. Non importa come accade: ti innamori e
basta!
In fondo l’amore fa così,
giunge così. Non ti chiede, non ti chiede nulla, l’amore ti sceglie e basta!
I rumori delle mie pagine si
sono placati. Ci guardiamo attraverso questo strano specchio che è la pagina di
un libro. E penso a te che mi hai letto, che mi hai ascoltato e reso diverso,
nei tanti pezzi di specchio, perché io sarò diverso ogni volta che mi leggerai
e diverso per i tanti che mi leggeranno. Questo è il segreto di uno scrittore,
della loro vita indomabile. Ciao
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