Vieni e mordi l’anima
Di Vincenzo Calafiore
18 Gennaio 2020 Udine
“ ….loro, gli altri, sono
tutto ciò
che io ho perso!
Io sono tutto quello che loro
avrebbero voluto essere. “
( Vincenzo Calafiore )
Tu come sempre arrivi, come
un treno di nuvole dai bordi svaporati, vieni e ti fermi e mi guardi tanto da
non farmi capire nel posto dove sono.
Fuori, la luna riflette la
sua luce sui tetti, brillanti per ingannare il buio,c’è un silenzio, il
silenzio che precede l’alba, tutto tace!
Lo sapevamo bene quanto fosse
meraviglioso calarsi nella vita dell’altro, è stato come scendere in apnea nel
trasparente ventre di un mare cristallino, quello che sta negli occhi tuoi.
Tutto tace come le loro
bocche …. Io comincio a scrivere di te per loro, dopo aver fumato da uno dei
miei orli preferiti la mia prima sigaretta; mi sento uguale a l’ultimo gabbiano
che infreddolito e stanco rientra dalla caccia notturna, umido di mare,
profumato di salsedine.
Io scriverò di te a loro, sui
vetri appannati delle finestre e dei finestrini di vagoni fermi in una sperduta
stazione oltre la frontiera.
Lo scriverò sui muri di città
fatiscenti e sommerse dai rifiuti, sui muri di metrò, nei bagni delle stazioni,
ultimi avamposti di una civiltà arrotolata nei cartoni. Scriverò di te amore, a
loro, gli ultimi che mi hanno dato una storia da raccontare: la nostra storia.
Non basterà un oceano a
dividerci.
E’ la passione della vita, la
voglia sfrenata di vivere, di amarci, a prenderci, che ci vuole, che ci tiene
uniti in una infinita umanità.
Non c’è cosa più bella della
vita. Anche quando questa ti piange negli occhi.
La follia è quella di
lasciarsi andare in cose che non servono a niente, cose che non sanno di amore …
potremmo anche raccontarci tutto ciò che si vuole, ma la vita, la vita è l’unica
cosa bella davvero,in questo tempo che ci sfugge di mano, che ci porta
inesorabilmente alla rovina.
Il sipario alle mie spalle
aperto, dietro una scena neutra, mi tremano le gambe, la paura di non
ricordare, di sbagliare “Tutto quello che conta non finisce mai “ il mio
monologo all’amore, alla vita. E lì davanti ai miei occhi che cercano nel buio,
di cui avverto il patos, il lungo respiro che mi assale, comincio: “ Davvero
credi che tutto quello che conta non finisce mai? Lei mi ha sorriso, forse per
la stupidità della domanda, forse per via dell’espressione del mio viso, un po’
smarrito .. lei mi ha risposto dopo averci pensato un po’ – Si credo davvero
che non abbiano mai fine le cose a cui tieni, come amare una persona… e se l’ami
è per tutta la vita, per sempre.
Sai come sono, quando scrivo
qualcosa mi prende una certa frenesia, mi ci butto dentro, come l’ape dentro
una campanula. Un libro, non è solo un libro, un mucchio di parole, parla,
racconta, è anima, è vita tradotta in parole e le parole hanno voce e anima,
suoni e colori… le parole sono vita!
Ecco come quando ti dico: ti
amo! E’ di vita che si tratta, di donazione, di luce, calore,fame,fame di amore
e di dolcezze, di carezze, di sguardi, di solitudine, di silenzio, di serenità….
Di vita, è questa la vita … è amore!
Oh.. vita sei mancata, mi
manchi ogni giorno di più.
Sento avvicinarsi il lento
respirare del mondo, ed è quello che più temo oltre che perderti.
Perché vedi, io e te siamo la
stessa cosa, la stessa razza, abbiamo un’ombra che proiettandosi si allunga all’infinito
e noi piano piano la raggiungeremo, non sappiamo cosa potrà esserci oltre, ma
ci andiamo lo stesso, ugualmente mano nella mano nei fasci d’una felicità
dentro, che non ci fa sentire ciò che il mondo ci butta addosso.
Ci amiamo e sai perché?
Perché tu sei mare ed io riva…
assieme siamo e saremo sempre più vita!
Sempre più amore per un
sempre a portata di vita.
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