L’ Amore è a SUD
Di Vincenzo Calafiore
14 Gennaio 2020 Udine
“ Può un’amicizia a un certo
punto
divenire - fratellanza e più -? Si
può divenire più che
fratellanza.
Come è successo a Tinozzu e
Marbizza
due bambini che sono
diventati vecchi
senza mai perdersi nonostante
le lontananze
le distanze. L’amicizia è un
attendersi, è
un pensarsi reciprocamente,
un appartenersi.”
Vincenzo
Calafiore
L’ Amore è a Sud, il Sud stesso è
amore!
Se mi viene in mente “ Santa
Caterina “ il Rione di Santa Caterina o il Gran Ducato di Santa Caterina, ove
sono nato e vissuto, c’è Stefano Federico, il mio Amico, il mio riflesso e io
il suo, il compagno di banco, eravamo come il mare e la spiaggia, lo siamo ancora
adesso che stiamo diventando vecchi, indomiti sempre come lo è il Sud, come lo
sono tutti i “ SUD “ del mondo.
“ Stricto sensu “ diceva la mia
insegnante di latino, - lo Stretto è troppo largo” diceva mio nonno e
respirando acqua salata, si immalinconiva quando lo straniero che veniva dal
Nord diceva a qualcun altro …. - Guarda
quella è l’Italia – .
Stefano Federico questo “
pezzo “ è a te dedicato: il mio amico!
Sono, io e ancora adesso, quel
modello di meridionale che, andando e venendo sui ferry boat, esporto Meridione
e importo Italia, una specie di Unità d’Italia che, tuttavia, quando ero sul
traghetto non mi sentivo mai pacificato, mai tranquillo, ne prima ne ancora
adesso.
Mio nonno diceva - Noi non siamo pesci -, lo ripeteva e diceva
pure di averli visti i tonni che in banco attraversano lo Stretto.
Io li ho visti non dai traghetti,
ma andando in barca:
“ là dove u mari esti mari – là dove il mare è
mare” ! E dove però, non ci sono le fere, i pesci degli abissi, l’orca.
“ Ci fa Calabresi o Riggitani
l’umanità anfibia dello Stretto, parca come una terra vergine e allo stesso
tempo eccessiva come un mare sconfinato, come un oceano dentro altri tanti
oceani. “
E’ invece bello questo mio mare
proprio perché è stretto, perché affacciandoti dal Lungomare di Reggio Calabria
puoi vedere la Fata Morgana, Punta Faro, Messina, e lei la Regina, la Dea dello
Stretto: L’Etna!
Perché sono appunto questi gli
Stretti, scorciatoie che i mari e gli oceani si sono inventati per favorire
l’incontro di umanità.
<< Lo Stretto è un dono di
Dio, il Ponte è un dono a Dio >> dico sempre io che soffro ora come
allora di Stretto, che sognavo di passarlo con un lungo salto, che ho amato e
ancora adesso, la pancia dei ferry boat che ingoiano treni,camion, macchine e
cristiani. Amo quei graffiti di amore e di nostalgia che i passeggeri dalle
carrozze ferroviarie a pochi centimetri incidono sulle parete bianche della
stiva.
Ricordo con un po’ di nostalgia
quei “ Caterina ti amo, un – Frocio – e il più straordinario:
“ Solo su “ Reggio “ il ferry
boat più bello si sente la separatezza di una terra che non si congiungerà mai
con il futuro “.
Eppure noi mio Caro Stefano non
abbiamo capito la – poesia e la bellezza – del somigliare e sentirci
“ Scilla e Cariddi “, e non solo
perché sorelle povere o tenute in povertà, luoghi storici della Cultura e
dell’Amore, che imputa a una politica italiana strafottente e unitaria ogni
frattura, ogni singola miseria.
Il punto è mio Caro Stefano che
nessuno ancora adesso ha capito che Meridione equivale a umanità, amore per le
cose semplici, che Messina e Reggio sono un’unica città divisa da uno Stretto
di mare e da un abisso di problemi che ti fanno bestemmiare contro Polifemo
troppo piccolo come gigante, troppo grande come uomo, brutto come un cane
cirneco.
Non abbiamo compreso le bellezze
che sono in noi e nelle misteriose correnti dello Stretto.
Da una parte Scilla e dall’altra
parte Cariddi, le Sirene della follia, dell’oltranza umana che alberga in noi
Meridionali, la presunzione che discende da Prometeo, e Ercole, campione
dell’intelligenza che non riesce a superare le Colonne…. Noi che non riusciamo
a congiungere la sete di conoscenza con l’oggetto della conoscenza.
E tuttavia quando il sole si levava
appena sotto quella luce da “ Mattino
del Mondo “ a noi Meridionali e abitanti dello Stretto ci sembrava davvero che
l’Italia fosse la patria, così non è stato, e siamo stati traditi, mio Caro
Stefano o Tinozzu !
“ Lo
Stretto è la maledizione del poeta o dello scrittore che senza Scilla e Cariddi
non sarebbe mai esistito e mai potrebbe nuovamente esistere “
Vincenzo Calafiore a Stefano Federico
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