Vincenzo Calafiore
La belle vie
“ Era “ così diverso il vivere, nonostante la guerra in Vietnam; c’era nell’aria quel desiderio di vivere, c’erano tanti sogni da realizzare, c’era un futuro in cui sperare a cui guardare, ma poi c’era la grande musica, le grandi orchestre, le grandi voci di Nat King Kole, Frank Sinatra, Dean Martin, Elvis Presley, insomma c’era vita da vivere.
Oggi ci sono in atto due grandi importanti conflitti che potrebbero scatenare il terzo conflitto mondiale probabilmente con l’uso delle atomiche, oltre alle guerre dimenticate, ai vari focolai sparsi per il mondo.
Pare che questa società odierna non sappia cosa significhi vivere in pace, pare che abbia una grande voglia di menar le mani come si dice, e entra nello scenario del vento di guerra l’Iran che vuole dimostrare al mondo arabo di non aver paura dell’infedele, dell’occidente e getta benzina sul fuoco come si suole dire.
Mi vengono in mente certi segreti “ Mariani “ ma anche la venuta dell’anticristo …. Ma chi è costui?
L’Anticristo era – dice Solovev – “un convinto spiritualista”. Credeva
nel bene e perfino in Dio. Era un asceta, uno studioso, un filantropo. Dava
“altissime dimostrazioni di moderazione, di disinteresse e di attiva
beneficenza”.
“È questo che dobbiamo insegnare a osservare ed è molto importante tale
discorso oggi. Io lo avverto vivendo in un luogo di particolare sofferenza,
dove vengono al pettine i nodi dell’umanità, a Gerusalemme, in Medio Oriente.
Abbiamo tutti un immenso bisogno di imparare a vivere insieme come diversi,
rispettandoci, non distruggendoci a vicenda, non ghettizzandoci, non
disprezzandoci e neanche soltanto tollerandoci, perché sarebbe troppo poco la
tolleranza. Ma nemmeno – direi – tentando subito la conversione, perché questa
parola in certe situazioni e popoli suscita muri invalicabili. Piuttosto
‘fermentandoci’ a vicenda in maniera che ciascuno sia portato a raggiungere più
profondamente la propria autenticità, la propria verità di fronte al mistero di
Dio.
“A questo scopo non c’è mezzo più concreto, più accessibile, delle parole di
Gesù nel Discorso della Montagna. Parole che nessuno può rifiutare perché ci
parlano di gioia, di beatitudine, ci parlano di perdono, ci parlano di lealtà,
ci parlano di rifiuto dell’ambizione, ci parlano di moderazione del desiderio
di guadagno, ci parlano di coerenza nel nostro agire (‘sia il vostro parlare
sì, sì; no, no’), ci parlano di sincerità. Queste parole, dette con la forza di
Gesù, toccano ogni cuore, ogni religione, ogni credenza, ogni non credenza.
Nessuno può dire: ‘Non sono parole per me: la sincerità non è per me, la lealtà
non è per me, il lottare contro la prevaricazione sui beni di questo mondo non
è per me…’. È un discorso per tutti, che accomuna tutti, che richiama tutti alle
proprie autenticità profonde, ed è quel discorso che ci permetterà di vivere
insieme da diversi rispettandoci, non ghettizzandoci, non distruggendoci,
nemmeno tenendo le dovute distanze, ma ‘fermentandoci’ a vicenda.
“Allora, se faremo così, tutti gli uomini si riconosceranno in tali valori, si
sentiranno più vicini, più compagni e compagne di cammino, sentiranno di avere
in comune delle realtà profonde e vere, delle realtà che forse non avrebbero
saputo scoprire senza le parole di Gesù. Allora, al di là di differenze
etniche, sociali, addirittura religiose e confessionali, l’umanità troverà una
sua capacità di vivere insieme, di crescere nella pace, di vincere la violenza
e il terrorismo, di superare le differenze reciproche. Sarà allora pienamente
manifesto il messaggio della grazia di Dio”.
Forse il 2024
sarà l’anno della riconversione dell’intera umanità, sarà l’anno del
riavvicinamento a Dio, solo lui potrà salvarci dalla catastrofe umanitaria,
quindi tornare a recitare il Pater Noster, tornare a condividere la gioia di
vivere attraverso l’umiltà d’una preghiera come un’ Ave Maria per risentire in
noi quel grande senso di pace che si prova e si sente dentro andando a Medjugorje!
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