giovedì 26 settembre 2024


 

La vita è dove è cuore

 

Di Vincenzo Calafiore

27 Settembre 2024 Udine

“ …il senso dell’esistenza è ricorrente

in filosofia, letteratura, arte. Secondo

la filosofia greca, consiste nel curare l’anima. …. “

 

Fin dall’antichità, l’uomo ha cercato di  comprendere il significato e il  senso della  vita. E’ un tema ricorrente in filosofia, letteratura, poesia e arte. La filosofia greca sostiene che il senso della vita consiste nel curare l’anima. Finché l’essere vivente – è scritto nei “Veda” – “non si interroga sui valori spirituali dell’esistenza deve conoscere la sconfitta e i mali nati dall’ignoranza”. Sono questioni cui si potrà rispondere soltanto con il ricorso alla filosofia. Disciplina che approfondisce l’essenziale dell’essere umano nel suo rapporto con il mondo e le altre persone. Per comprendere le questioni che scandiscono la vita umana, il punto di riferimento è il pensiero antico, a partire da Socrate e Platone. La loro presenza oggi è viva e determinante perché offrono un quadro di rimando generale ed essenziale. Il senso dell’esistenza, per Socrate, è riconoscere che l’essenza della natura umana sta nella sua psyché, ossia nella sua anima, nel suo cervello, e quindi in ciò che permette all’uomo di diventare “buono” o “cattivo”. I comportamenti etici non nascono dai beni materiali ma dalla virtù, sottoponendo ad analisi interiore se stesso e gli altri in una ricerca continua. Una vita senza ricerche, per Socrate, “non è degna per l’uomo di essere vissuta”. Si torna al filosofo greco quando si discute del senso della vita, del vero, del bello e del bene, costringendoci a riflettere sulle cose esistenti, sulla realtà, il mondo, l’anima, la virtù, la felicità. La felicità è un termine vago e impegnativo, la felicità è stata definita come assenza di male, serenità, aspirazione dell’essere umano, benessere, assenza di dolore, ricerca della conoscenza, sommo bene, stato di pienezza. La felicità è un sentimento legato all’amore. Un altro angoscioso e fondamentale argomento di riflessione già analizzato da filosofi, scrittori e teologi di tutti i tempi e di tutti gli orientamenti è stato quello sulle origini e sui motivi dell’esistenza del bene e del male. E’ appena il caso di rilevare che nel metafisico la condizione esistenziale si fonda proprio sui principi del bene e del male, principi che sono in perenne lotta tra loro e che da sempre governano la vita dell’uomo. Essi corrispondono alle due pulsioni originarie teorizzate da Freud: pulsione di vita (eros) e pulsione di morte (thanatos).

Il senso della vita!

E’ una domanda che ha molte risposte tante quante sono i cervelli che esistono, perché ogni cervello è unico, irripetibile e diverso dall’altro. Ogni essere umano darà un “colore unico” alla propria esistenza. Il senso della vita può quindi essere amare e dare, conoscenza, comportamento morale, scoperta del grande mistero del proprio Io, ricerca spirituale, vivere in armonia con se stessi e gli altri, partecipazione all’evoluzione della specie, risvegliare la scintilla divina presente in ciascun essere umano

Ci sono alcuni aspetti della condizione umana che ci terrorizzano: lo scorrere inesorabile del tempo, la nostra precarietà, la nostra incertezza esistenziale, la nostra finitezza. Alcuni ritengono che il senso della vita sia seguire fedelmente i principi e le regole della loro religione. Altri pensano che il senso dell’esistenza sia vivere in armonia con gli altri e con la natura. Altri pensano che bisogna perseguire la felicità; altri ritengono che l’importante sia mettere ordine nella propria vita; altri ancora si impegnano nell’autoperfezionamento; altri aspettano l’illuminazione interiore; altri pregano; altri ancora lavorano per lasciare un patrimonio ai figli; altri fanno del bene agli altri; altri ancora vogliono dare un apporto significativo in qualche ambito della conoscenza umana.

Ci sono alcuni che vivono un’esperienza pre-morte e dopo sono totalmente cambiati: si sentono nuovi o, quantomeno,rinnovati.
Da adulti facciamo di tutto per non pensarci. Siamo in mille faccende affaccendati e siamo distratti. La maggioranza di noi non cerca il senso della vita, ma si adegua totalmente al senso che le danno familiari ed amici. Si vive in modo superficiale, perché il divertissement è l’unico modo per non pensare alla morte. Siamo molto conformisti anche in questo.

Andare in profondità significa approfondire per l’appunto e ciò significa fare sforzi, fare fatica, oltre a scoprire domande più grandi di noi, come appunto il senso della vita. Essere superficiali è molto più comodo. Così abbracciamo il conformismo. Di solito ereditiamo non solo i geni ma anche religione, convinzioni politiche,comportamenti,sociali.
Alcuni, per puro spirito di contraddizione, si mettono contro i propri familiari e scelgono per ribellismo e antitesi.

 

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