La vita è dove è cuore
Di Vincenzo Calafiore
27 Settembre 2024 Udine
“ …il senso dell’esistenza è
ricorrente
in filosofia, letteratura,
arte. Secondo
la filosofia greca, consiste
nel curare l’anima. …. “
Fin dall’antichità, l’uomo ha cercato di comprendere
il significato e il senso della vita. E’ un tema ricorrente in
filosofia, letteratura, poesia e arte. La filosofia greca sostiene che il senso
della vita consiste nel curare l’anima. Finché l’essere vivente – è scritto nei
“Veda” – “non si interroga sui valori spirituali dell’esistenza deve conoscere
la sconfitta e i mali nati dall’ignoranza”. Sono questioni cui si potrà
rispondere soltanto con il ricorso alla filosofia. Disciplina che approfondisce
l’essenziale dell’essere umano nel suo rapporto con il mondo e le altre persone.
Per comprendere le questioni che scandiscono la vita umana, il punto di
riferimento è il pensiero antico, a partire da Socrate e Platone. La loro
presenza oggi è viva e determinante perché offrono un quadro di rimando generale
ed essenziale. Il senso dell’esistenza, per Socrate, è riconoscere che
l’essenza della natura umana sta nella sua psyché, ossia
nella sua anima, nel suo cervello, e quindi in ciò che permette all’uomo di
diventare “buono” o “cattivo”. I comportamenti etici non nascono dai beni
materiali ma dalla virtù, sottoponendo ad analisi interiore se stesso e gli
altri in una ricerca continua. Una vita senza ricerche, per Socrate, “non è
degna per l’uomo di essere vissuta”. Si torna al filosofo greco quando si
discute del senso della vita, del vero, del bello e del bene, costringendoci a
riflettere sulle cose esistenti, sulla realtà, il mondo, l’anima, la virtù, la
felicità. La felicità è un termine vago e impegnativo, la felicità è stata
definita come assenza di male, serenità, aspirazione dell’essere umano,
benessere, assenza di dolore, ricerca della conoscenza, sommo bene, stato di
pienezza. La felicità è un sentimento legato all’amore. Un altro angoscioso e
fondamentale argomento di riflessione già analizzato da filosofi, scrittori e
teologi di tutti i tempi e di tutti gli orientamenti è stato quello sulle
origini e sui motivi dell’esistenza del bene e del male. E’ appena il caso di
rilevare che nel metafisico la condizione esistenziale si fonda proprio sui principi
del bene e del male, principi che sono in perenne lotta tra loro e che da
sempre governano la vita dell’uomo. Essi corrispondono alle due pulsioni
originarie teorizzate da Freud: pulsione di vita (eros) e pulsione di
morte (thanatos).
Il senso della vita!
E’ una domanda che ha molte risposte tante quante sono
i cervelli che esistono, perché ogni cervello è unico, irripetibile e diverso
dall’altro. Ogni essere umano darà un “colore unico” alla propria esistenza. Il
senso della vita può quindi essere amare e dare, conoscenza, comportamento
morale, scoperta del grande mistero del proprio Io, ricerca spirituale, vivere
in armonia con se stessi e gli altri, partecipazione all’evoluzione della
specie, risvegliare la scintilla divina presente in ciascun essere umano
Ci sono alcuni aspetti della condizione umana che ci
terrorizzano: lo scorrere inesorabile del tempo, la nostra precarietà, la
nostra incertezza esistenziale, la nostra finitezza. Alcuni ritengono che
il senso della vita sia
seguire fedelmente i principi e le regole della loro religione. Altri pensano che il senso
dell’esistenza sia vivere in armonia con gli altri e con la natura. Altri pensano che bisogna
perseguire la felicità;
altri ritengono che l’importante sia mettere ordine nella propria vita; altri
ancora si impegnano nell’autoperfezionamento;
altri aspettano l’illuminazione interiore; altri pregano; altri ancora lavorano
per lasciare un patrimonio ai figli; altri fanno del bene agli altri; altri
ancora vogliono dare un apporto significativo in qualche ambito della
conoscenza umana.
Ci sono alcuni che vivono un’esperienza pre-morte e
dopo sono totalmente cambiati: si sentono nuovi o, quantomeno,rinnovati.
Da adulti facciamo di tutto per non pensarci. Siamo in mille faccende
affaccendati e siamo distratti. La maggioranza di noi non cerca il senso della
vita, ma si adegua totalmente al senso che le danno familiari ed amici. Si vive
in modo superficiale, perché il divertissement è l’unico modo
per non pensare alla morte. Siamo molto conformisti anche in questo.
Andare in profondità significa approfondire per
l’appunto e ciò significa fare sforzi, fare fatica, oltre a scoprire domande
più grandi di noi, come appunto il senso della vita. Essere superficiali è
molto più comodo. Così abbracciamo il conformismo. Di solito ereditiamo non
solo i geni ma anche religione, convinzioni politiche,comportamenti,sociali.
Alcuni, per puro spirito di contraddizione, si mettono contro i propri
familiari e scelgono per ribellismo e antitesi.
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