OGNI TANTO
--------------------------
Di Vincenzo Calafiore
-----------------------
Nella notte, voci
sgraziate, distorte assieme alle parole, ai pensieri fino ad un’alba ancora
ignota.
Mi raccontano e
portano gli echi di antiche felicità, quando tutto aveva un senso, perfino le
mie parole che oggi appena ricordo; passano assieme a loro volti di un tempo
chiusi nel loro stesso ciclo finale.
E’ venuta mia madre,
la grande assente.
E’ venuta con quel
suo sorriso di sempre, con la sua maniera di guardarmi dentro, con le sue
risposte senza avermi posto domande.
Quanto è distante,
Quanto è lontana da
me.
Allora, la notte non
è più conciliante è divenuta un nemico da temere, da sopraffare e vincere
squarciandole il buio….. il suo cuore pulsante.
Ancora con lei negli
occhi mi sollevo dalla leggera morte, accendo una sigaretta sotto un cielo impenetrabile
privo di stelle, di nuvole minacciose ferme da diversi giorni.
Almeno potessi consultare Tiresia per
conoscere quale strada prendere, e chiedergli cosa farmene di una vita così
oppressa e defunta.
Tra le folate grigie
che dalla sigaretta risalgono il cielo, ricordo quando tornando a casa come
Ulisse, lei si faceva trovare sull’uscio; ricordo le spine del dolore che mi
fecero e fanno ancora pronunciare il suo nome: Mamma!
Mamma nel dolore e
nelle gioie, nei momenti felici; quanta gratitudine per te, quanti ricordi.
Ma le voci non si
placano e tutto diviene che un misero proseguimento di un percorso obbligato
ove sono più le delusioni e le misere cose di un quotidiano monotono e privo di
certezze; là così fatto è perfino difficile il respirare.
E torna la mia mente
forse per sopravvivenza a scandagliare i fondali di una memoria che ferendo ripropone
parole consumate dall’uso, di eventi più o meno tragici a cui un tempo la vita
forse per suo alcano istinto ad entrambi propose. Eri un cardine su cui
poggiarono esistenze e riferimenti, ma, sfaldandosi cominciarono a perdersi
legami e fratellanze, niente fu come prima in quel mare grande che è la vita
dove ancora adesso smarrito annaspo cercando di non annegare dentro silenti
tristezze.
Perché tu sia in me
faccio di ogni giorno momento d’incontro senza preghiere, e di affabulazioni
che trasformandomi in un pezzo di sughero mi permettono di galleggiare e no di
vivere.
Ciao Mamma!
Nessun commento:
Posta un commento