LEI
Di Vincenzo Calafiore
Nelle diverse stagioni della mia età mi era
capitato di recitare quel “ verbo” coniugato velocemente ….. “ ti Amo”, mi
piaceva la sua musicalità nel pronunciarlo, mi piaceva l’estasi che lasciava nelle
mie diversità interiori, ma non ne avevo capito l’importanza, l’esplosione interiore …. Lo dicevo e basta!
In realtà “ quel ti
amo “ si trattava di un lascito di qualche – angelo – passato per errore da
queste parti terrene in libero inferno.
Io intanto mi
addentravo sempre più in una specie di landa sconfinata e silenziosa, quando la
incontrai “ lei “ su un’altra sponda … radiosa come certe albe a cui avevo
assistito dall’unica finestra della cella in cui ormai da tempo ho vissuto e
vivo ancora.
Non lo so e non ne
conosco le ragioni per cui io mi trovassi lì dentro. Ho vissuto, stavo vivendo,
vivo, in una specie di pre-inferno senza ragioni.
Quell’incontro lo
desideravo e lo cercavo, lo avrei voluto da un sempre, ed è accaduto!
Fu come se quell’Angelo
avesse finalmente fatto materializzare, forse ascoltando le mie intime
preghiere dalla cella, la mia autentica, “ Lei “ confezionata su misura, come
un vestito di perfetta misura.
Ma tra noi c’era e c’è
ancora quella famosa sponda a dividerci.
Amore io vivo nelle
parole che ci diciamo,
scrivo parole che
riempiono pagine che fanno libri, letti da pochi. Ma sono le mie parole che amo
e che sono in me da quando venni posato su una riva di un mare che amo più di
ogni cosa al mondo.
Sono parole di un
candido lunare,
parole striate
variegate,
parole giallo
sericeo,
parole azzurrate,
verde viola,
parole rosato
aurorale,
parole rosso
sanguigno,
parole per farmi
ricordare, per farmi amare e ingannare,
parole sole
abbandonate in un oscuro notturno tenebroso su un volto pulito, levigato da
giorni estranei a questo niente sporco, vissuto, tormentato.
Parole di infinite
fibre,
infiniti colori
buone per un
linguaggio.
Per parlare d’amore
Per dire ti amo, di
spazi,
di libertà, di
sorrisi, di Vita.
Di alberi, di foglie,
di mare,
dell’uomo.
Di pensieri,
emozioni, di sogni,
di voci di suoni di
silenzio
Parole per raccontare
una storia, la nostra Storia.
Amor che d’inverno
sai!
Quante volte ti dico
t’amo, quante volte mi hai trovato e perso nello sfogliar pagine, io sono un
rigo letto, imparato a memoria, e tu sei memoria di intima felicità.
Per raggiungerti ho
queste parole, che per te si fanno ponti e strade che conducono senza mai
arrestarsi alle albe in cui ci incontriamo per un ti amo, per lasciarci e
ritrovarci, legati come sponda e marea in un eterno rincorrersi, in un eterno t’Amo!
Vita.
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