Enzo
Pituello
di Vincenzo Calafiore
Tolmezzo, Tumieç in friulano, Tolmein, anticamente Schönfeld, in tedesco, Schunvelt in timavese) 10.665 abitanti circa, provincia di Udine in Friuli-Venezia Giulia. E’ il
centro più importante della Carnia e ne è quindi considerato il capoluogo.
In via IV Novembre ha
la sua sede la HOME GALLERY- Espressioni
d’Arte, di DeMuro Claudio mio grandissimo e importante amico, che ospita le
opere dell’Artista Enzo Pituello dal 18 aprile al 24 maggio-2015 dal titolo:
“ ESOTEORIA DELL’HARDWARE ALLE PERIFERIE DEL
COSMO”.
Al mio arrivo sono
accolto oltre che dall’innata ospitalità di Claudio anche dalle atmosfere
particolari emanate dalle opere appese alle pareti; ne rimango colpito e
affascinato allo stesso tempo.
Ho avuto la netta
sensazione di trovarmi all’interno di una macchina del tempo, in viaggio verso un
“ altrove” di un Cosmo indefinito, e
inesplorato. Dalla quale poter vedere nuove galassie, e altri “altrove”, altre
speranze di fraternità, di scambi culturali, d’intelligenze, e viene spontaneo
chiedersi se da qualche parte in quel plasma, in quel silenzio cosmico, ci siano
forme d’intelligenza, vita.
“Non possiamo essere
soli.”
E mandiamo orecchi e
occhi, voce, in quel buio ad esplorare ad ascoltare, per far conoscere la
nostra storia,la nostra intelligenza.
Le coincidenze.
Il 9 maggio finisco
di scrivere “ Gli Anni della Solitudine”
per la serie da me ideata – 100 pagine in una -
cioè, un brevissimo racconto tutto in una, massimo due pagine. In cui si
parla di – pensiero, immaginazione …. – che come mio costume oltre che
pubblicarlo sulla mia Home page di FB anche su “ La Prima Pagina” quotidiano
d’informazione online, molto noto e seguito.
In contemporanea, una
mia amica pubblica – la solitudine emozionale -
disuguali e convergenti verso la stessa direzione: il pensiero,
l’immaginazione.
Albert Einstein
disse: “ L’immaginazione è più importante della conoscenza” una citazione che
fa riflettere ed è il tema portante, lo sfondo del creato, a mio giudizio,
delle opere dell’Artista Enzo Pituello ( un Enzo come me, altra coincidenza),
che ancora non ho avuto il piacere di incontrare e che vorrei incontrare.
Immagino che abbia
delle straordinarie capacità cognitive che gli faranno vedere delle forme di
vita, altri cosmi, nascosti; sarà abile manipolatore della materia, oppure incapace di manipolare la materia, rivelandone
invece diverse esistenze con le sue traiettorie, i simboli universali
dell’amore e della fratellanza, binari di comunicazione, le rotte di
navigazione verso Orione, le scorciatoie temporali dei buchi neri e dei buchi
bianchi con lo scopo di andare e tornare da dove siamo giunti.
Come gli stretti per
il mare, gli oceani! , anch’essi scorciatoie per avvicinare, culture, popoli,
musica, colori, profumi, parole, e mari diversi, più grandi più profondi.
Un’arte la Sua capace
di esprimere al massimo nelle sue – singolari- opere il viaggio della vita, da
questa zolla di terra sospesa nel suo spazio, verso l’ignoto, per tornare a
casa, alle sue stesse origini.
L’esposizione curata
da Claudio DeMuro è davvero oltre che molto curata anche molto amplificativa,
ad ascoltarlo tra quelle mura della mostra, è come entrare in un’altra
dimensione ove si fondono per una grande meraviglia, in un unico plasma vivo e
intelligente: arte e immaginazione, pensiero.
Ma Enzo, questo argonautico, questo moderno
Ulisse in continuo viaggio nei Cosmi, chi è? Vive a Venzone e ha la sua fucina
nel borgo Tamar tra la chiesetta di Ramandolo e le secolari vigne, l’odore del
fieno. E’ là, e lì, nascono le sue opere, sfuggite all’emozione dottrinale, al
suo fluido pensiero che come un tratto di matita lo proietta scompaginando l’immaginazione su nuove vie
verso Giove, Marte, ma di più dai suoi pensieri e idee, all’immaginazione: la
sua perenne quotidianità.
Raccontare di Enzo, delle
sue esperienze, dei traguardi, dell’essere a Parigi come a Tolmezzo non avranno
senso, né luogo, se prima questo moderno
Ulisse anche se nella sua senilità, non concluderà il suo personale viaggio che
lo porterà nella sua Itaca, all’incanto dei blu e dei verdi, dei gialli e dei
rossi, cenni di pennellate che potrebbero far pensare a “macchie” ma è di
profondità d’animo che si tratta, di pensiero, di immaginazione.
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