venerdì 8 maggio 2015



MORIRE A DIACIANNOVE ANNI

di Vincenzo Calafiore



GianLuca Monni aveva 19 anni e viveva a Orune,( Nuoro) una morte stupida, come tantissime altre accadute, come tante altre che accadranno ancora a causa di una cultura, distante tanto da sembrarci appartenere a un’era arcaica.
Questo ragazzo morirà due volte come i tanti delitti, di mafia o no, ucciso dall’omertà della sua stessa gente.
Io in verità non avrei alcun titolo a parlare o scrivere di – omertà – dato che provengo da una terra dove l’omertà è una consuetudine fortemente e follemente radicata in ogni tessuto sociale: la Calabria.
Ma mi piace pensare a questo ragazzo che a quanto pare abbia difeso la sua ragazza da soliti bulli, forti solo quando agiscono in branco, forti perché magari hanno una certa familiarità con le armi, coltelli compresi.
Mi piace pensare a Gianluca come a un ragazzo che è stato capace di dire no, alla barbarie, all’ignoranza, all’arretratezza, alla meschinità,e alla viltà; perché vili sono i suoi carnefici.
E’ stato un uomo coraggioso, pieno di orgoglio e di dignità, maggiormente di libertà; e vorrei che quei giovani così fragili e influenzabili facilmente, prendessero esempio da lui e si rifiutassero di seguire le orme di quegli imbecilli ignoranti, forti dietro un fucile.
In Calabria come in Sicilia l’omertà è un cancro che sta divorando già le nuove generazioni, è un malessere subdolo che chi purtroppo viene colpito non sarà più in grado di tenere alta la testa e di guardare l’altro, il diverso negli occhi, costretto com’è a tenerla giù a guardare per terra, di sentirsi un verme, un fallito.
E’ vero anche che se non si vorrebbe esserlo omertoso, lo diventerà poiché il carnefice pur di piegare una volontà o delle volontà, sarebbe capace di uccidere perfino degli innocenti bambini.
E’ un cane che si morde la coda.
Come evitare che tali delittuosi episodi si ripetano? Parlandone nelle aule delle scuole. Studiando e imparando poiché l’uomo che conosce non sarà mai schiavo di nessuno.
Quindi puntare tutto sulla scuola, una scuola vera, una scuola che vada oltre le sinossi e le sintassi, una scuola in cui si formino le future generazioni che disconosceranno l’uso della violenza di ogni forma.
Ciao Gianluca, e grazie del grande esempio che appena giovane hai saputo farci dono.
Grazie!

Nessun commento:

Posta un commento