A….. ecco di nuovo il Ponte
Di vincenzo calafiore
29 Settembre2016
Trieste
La notte si presentò
come un velo nero ricamato d’argento sul viso di una donna, con tante stelle!
E’ la “ noche
flamenca”, voluta e aperta dai sogni, la notte in cui si animano e prendendo
vita passo da uno scenario all’altro decisamente incontrollabili.
Sono uno spettatore
colto da improvvise esplosioni di colori e di profumi che mi fanno mancare il
respiro; e vedo le ginestre, la zagara fiorita e mielosa è una notte in cui forse
qualche mio sogno potrebbe realizzarsi finalmente dopo una vita spesa a
rincorrerli tutti persi all’ultimo metro di notte frantumata dalle aurore
trascorse.
Allora che io
ricordi, mi ero preparato alla battaglia e affilato parole e pensieri contro un
nemico di sempre della mia terra: lo Stato Italiano!
Già noi “ Calabresi “
ci sentivamo ostaggi di uno Stato che per secoli ha fatto di noi schiavi tenuti
imbavagliati e incatenati, ci siamo sentiti sfruttati, come delle “puttane”
messe su strade di grandi comunicazioni a svenderci.
Così è stato da
sempre, e non abbiamo mai dimenticato che delle “ puttane” in carriera politica
per loro personale agio e potere s’erano messe in politica svendendosi ulteriormente
e tramando proprio contro la loro terra la : Calabria.
Queste serve di Roma,
per anni hanno permesso a uno Stato non Stato di fare tutto e di più …. come
nella immaginazione collettiva calabrese, abbiamo visto queste attorno a tavole
imbandite spartirsi territori e affari sempre a nostro discapito.
Ci hanno presi per il
culo con la “ Cassa del Mezzogiorno “ una specie di cassa o bancomat comune per
gli intrallazzatori prezzolati che pur di fare soldi hanno creato delle
cattedrali nel deserto, hanno fatto opere che non sono mai servite a nulla,
hanno promesso fabbriche che non sono mai decollate, hanno fatto porti che si
insabbiandosi non ne permettevano l’uso, hanno deturpato un paesaggio
fantastico, hanno distrutto un tessuto sociale importante con una migrazione
nell’eldorado del nord dove siamo stati ghettizzati, siamo stati annessi al
Regno d’Italia militarmente e non per plebiscito o libera scelta.
Ancora oggi ci
sentiamo “occupati” e sfruttati, tenuti immersi in una specie di costrizione
che ci permette solo il respirare.
La mia terra è
meravigliosa! E’ capace di fascinare coi suoi fantasmagorici panorami, coi suoi
borghi antichi, con i suoi castelli e boschi fatati ove vive il lupo della
Sila, con le sue mandrie di cavalli selvatici, coi suoi fiumi bellissimi che
corrono in spettacolari forre.
“ Incredibile week end per i
nostri istruttori di Sopravvivenza di Survivre che si sono avventurati con i
loro colleghi Angelo Lucchese e Gianfranco Mazzuca in Calabria nelle forre.
Queste gole profonde scavate nella roccia calcarea dall' acqua per migliaia di
anni, creando percorsi incredibili, sul fondo del bosco e ancora più giù. Abbiamo preso un volo Bologna - Lamezia Terme dove siamo stati portati a
fare una super colazione del luogo. Cornetti giganti ripieni di crema al cedro
(agrume del posto), dopo una mezza giornata di prove su una parete dove hanno
testato la capacità di Marco e Giorgio di stare sospesi, calarsi, fare nodi
sicuri e imparare le nozioni base per un' esperienza in sicurezza. Quando si affrontano
avventure del genere la cosa importante è infatti essere preparati, lucidi,
riposati e dare la massima collaborazione a chi ci accompagna che di fatto ha
la responsabilità della nostra incolumità. Il pericolo è piuttosto evidente, si
è in mezzo a rocce bagnate e si affrontano salti, tuffi, discese. Dopo la prima
fase di allenamento superata veloceme ci siamo avventurati nella prima forra
che potete seguire nei video ... dalla quale siamo usciti a buio
completo verso le 18.30 con l' ausilio di torce frontali e subaquee. Dopo una serata in giro per una
sagra di paese abbiamo dormito in una piccola casetta nel bosco riparati dal
freddo nei sacchi a pelo visto che
eravamo in cima a un monte dal quale si vedeva il mare di questa meravigliosa
costa calabrese …!!
Ora torna l’incubo
del ponte sullo Stretto!
A chi serve?
A noi calabresi non
serve avere questo ponte che proietterà perennemente la sua ombra su un mare
meraviglioso.
A noi calabresi,
questo ponte non serve se per farlo sarà mutato e stravolto dal cemento un bel
pezzo di terra, “ Cannitello “ la costa dei gelsomini!
Allora in difesa
della nostra terra era nato il “ Comitato per il NO al ponte “ e ora?
Ma ci sono quelle “
puttane” che d’accordo con Roma fanno si che questa maledetta idea prenda
piede, che si realizzi un’opera che non servirebbe a un cazzo di niente.
Roma vuole creare
posti lavoro? Lo potrebbe fare lasciando le cose come stanno promuovendo
turismo, lasciamo le cose come stanno con quei paesaggi mozzafiato e con le
fragranze sospese nell’aria che ti levano il fiato.
Lasciamo le cose come
stanno, dell’essere accolti dalla disponibilità e dalla cortesia tutta
calabrese, dalla grande capacità imprenditoriale dei calabresi che sanno come
accogliere un ospite.
Vedi, Roma! Noi ci
siamo stufati di essere stati per secoli tenuti come “riserva personale tua di
caccia”, ci siamo stufati di quei pagliacci arroganti che stando al potere per
secoli ci hanno preso per il culo.
Se tu intendi
veramente ritenerci cittadini al pari di quelli del nord, levaci i bavagli e
non tagliarci più le ali, finiscila di intrallazzare con i le puttane calabresi
e i loro papponi, parla e progetta con la gente buona e sana che tanto onore ti
ha dato in questo tempo sperduto.
Se tu Roma vuoi un
Sud non più schiavo invece di un ponte che non serve a niente fai e crea le
mitiche “ Autostrade del mare “ queste si che creerebbero posti di lavoro.
Se tu Roma ci ritieni
facenti parte della Repubblica Italiana, non fare vendere ad esempio ( uno per
tutti) gli agrumi di altri paesi e fai sotterrare i nostri!
Se tu Roma ami
davvero come dici questa terra che ti ha dato il nome “ Italia” non permettere più le cattedrali nei deserti,
non permettere alle tue puttane di intrallazzare con le nostre puttane.
Ma io lo so, tutto si
svenerà, tu farai alla fine questo maledetto ponte e tutto passerà sopra noi
veloce e nessuno si fermerà più a parlare con noi! Per il potere che importa se
noi saremo presi per l’ennesima volta per il culo, che t’importa della nostra
dignità e del nostro orgoglio, che t’importa della nostra libertà quando non ci
è stata mai restituita?
A te Roma che cosa te
ne frega se ancora oggi per raggiungere la Calabria ci s’impiega sempre le
solite 13/15 ore di viaggio.
Che t’importa che per
raggiungerla in aereo si dovrà avere a che fare solo con Alitalia (e mi
riferisco alla rotta per Reggio Calabria).
Cosa manca a noi
calabresi? Abbiamo tutto!
Che t’importa della
nostra storia e della nostra cultura.
Che t’importa dei
nostri ragazzi che non trovano lavoro da sempre se restano al tuo servizio e
sono invece lasciati lì o con l’alternativa di andare ad elemosinare lavoro in
altri stati?
Roma perché non la
finisci di rompere le balle? Noi non siamo una tua colonia!
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