Amarti
Di vincenzo calafiore
19Febbraio2017Udine
(100 pagine in una)
“Con lei non sono un uomo innamorato, ma un uomo felice di appartenerle!
“
E’ stata una notte
lunga e misteriosa, col suo fascino di polvere bianco lunare, che ricadendo l’ha
illuminata la mia notte sospesa nel mio infinito amarti.
C’eri tu vestita d’innocente
età ancora disegnata sulla tua pelle, diluita negli occhi tuoi, che come cielo
smarginato e di stelle mi costringi ogni volta a guardarti e così giorno dopo
giorno, mesi che sono diventati anni, io sono ancora qui sebbene coi capelli
sbiancati da grigiore a dirti < ti
amo > .
Non so perché, e non
so neppure se questo mio sentire sia amore o necessità di dirtelo per paura di
perderti, ma questo mio ti amo è e rappresenta per me un’ ancora di salvezza a
cui mi aggrappo per non svanire nelle pieghe di un tempo che non perdona e che
mi trascina irrimediabilmente in un imbuto che mi ingoierà per un sempre.
Io lo so, amarti non
è facile, come non è vita se a mancare sei tu!
Amarti o poterti
amare è per me la cosa più preziosa che custodisco nel fondo del mio cuore,
è una poesia scritta
sillaba dopo sillaba, parola dopo parola, frase dopo frase per farne un verso;
sei tu la mia poesia, come lo è il tuo esistere nel mio destino giornaliero.
Amarti dunque è l’immancabile
seduzione d’una poesia mai finita!
C’eri e lo sei ancora
nel mio tempo sbandato, nelle mie rovine,
nelle mie derive che
a ogni modo sempre a te riconducevano e mi facevano non so come scalare le
vette più alte pur di incontrare il tuo incanto; sei preziosa, unica col tuo
sorriso che ricorda primavere assolate e viali profumati da tigli odorosi.
Pensa a quanto amore
tu quasi per mano mi porti a vivere e a farmi gioire in questa mia annunciata
senilità!
Se tu sapessi quanto
importante sei per me,
se tu sapessi in
quanti sogni con te sono andato oltre confini, tu ancor di più mi ameresti; ma
non lo sai e continui con passi lievi ad entrare e uscire dalla mia vita
lasciandoti dietro l’incanto che mi attrae come una falena.
A volte vieni in
quell’angolo buio dove sono a portar luce danzando come lucciola che i miei
occhi seguono così a ritrovarmi accanto a te, uno fianco all’altra ad andare
per mare, il mare della nostra vita.
E’ così che si ama,
così, a questa maniera che si dice < ti amo> ?
E’ così che si ama
una donna?
Già a pensarci bene,
questa è una maniera ormai in disuso e io che invece amo così mi sento un qualcosa di antico, un ferro arrugginito.
Oggi amare è un altro
significato.
L’amore stesso è
altra cosa ….
So di essere uomo d’altri
tempi, che lo dice spesso e sempre alla donna che ama quel ti amo, via di mezzo
tra la vita e la morte; so di potermi smarrire o sorprendermi ancora nello
scoprire che la luce degli occhi tuoi è uguale a quella che avevi quel giorno
quando guardandoci negli occhi ci dicemmo < ti amo >.
Quanto tempo è
passato?
Eppure sembra ieri
quando venisti al primo appuntamento coi capelli ancora umidi, profumata di
mistero e già con un cenno di felicità negli occhi! Come dimenticare il fremere
del tuo corpo al primo bacio?
Come dimenticare le
volte che sei venuta a tingere di rosa le notti mie?
Ora è tempo di ancora
amore, ma anche di anni più dei tuoi che mi fanno andare piano, di piccoli
passi invece di correre come tanto tempo fa.
E’ tempo bellissimo,
di insperato amore e seducenti pensieri!
E’ tempo di sentire o
ascoltare, il tuo respirare lento che come marea sale e copre, si unisce al
mio, diventa vita!
E’ tempo di scoprire
che ogni giorno, ogni nuovo giorno mi trovi ancora qui a darti, cuore!
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