L’alba
è quasi finita, ma cerca di esserci !
Di Vincenzo Calafiore
08 Agosto 2017 Udine
“E poi ti rendi conto di quanto sia breve la vita... di come
si è perduto il tempo in cose inutili... in un attimo tutti i ricordi in testa
tornano e rimangono li fino alla fine, fino all’ultimo respiro….. “
Vincenzo Calafiore
A un certo punto arrivi e tracci una riga a terra o su un
foglio di carta, inconsapevolmente cominci ad annotare le cose belle e le cose
brutte e poi come accade si fanno le
somme; questo accade prima o poi, accade quando meno te l’aspetti e
tutto cambia.
Puoi rimanere sulle stesse pagine o come voltare pagina e
ricominciare d’accapo.
E’ quello che sta accadendo, tutto è messo in discussione,
sono spariti i registri, l’ordine delle idee, sogni da
realizzare quasi azzerati….
E’ un mare che piano piano mi sta sommergendo, come a
volermi annegare nei suoi vortici che spingono verso il fondale piuttosto che
verso la luce.
E’ una lunga notte di occhi stanchi e di anni svaporati nel
nulla, una notte in cui mette paura perfino guardarsi allo specchio di scoprire
la persona diversa riflessa, vincere i timori e l’inconsapevole resistenza di
aprire invece gli occhi e guardarsi dentro nell’anima e finalmente conoscere l’altra
faccia, l’altro aspetto, quello che è rimasto sempre nell’ombra ad attendere
pazientemente questo momento.
E’ un’operetta in un grande teatro seguendo le regole di un
invisibile regista che ti dice cosa fare e suggerisce come spostarti seguendo
un percorso tutto tuo, per non intralciare quello di altri recitanti.
Una parodia a mezza voce dal buio di un retroscena
dimenticato, è questa la vita delle comparse che silenziose se ne stanno lì in
attesa d’essere chiamate all’opera.
Ho rivisto vecchi film in bianco e nero riconoscendomi pure,
ho rivisto i miei occhi luminosi e i miei anni ruggenti,
riprovando anche se in brevità l’ebbrezza della velocità in quelle scene di patos
infinito, quando ignaro mi inebriavo di felicità.
Succede di notte che l’ombra di un ricordo rassomigli a un
grosso legno a cui aggrapparsi e lasciarsi portare via in altri mari, in altri
altrove, in altre felicità che attendono o potrebbero non esserci e allora cos’è
che comunque mi costringe a nuotare a mettermi in salvo e per chi, per cosa?
Che la mia vita non fosse stata semplice io questo l’ho
sempre saputo, quello che non ho mai capito è la mia felicità!
Perché sono felice?
Da piccolo quando lottavo tra la vita e la morte, a me
bastava un quaderno e una matita, e riempivo pagine di parole, come un’ossessione
disegnavo sempre lo stesso sole e lo stesso mare, li chiamavano “ scarabocchi “
per me erano tracciati di strade a cui dovevo andare. …
Al Ginnasio ci andavo a piedi e coi libri in mano e poi le
lunghe passeggiate in riva al mare facendo finta di avere una ragazza.
Ma a un certo punto il fondale del palco torna ad essere
nero ombre e personaggi si confondo e non si capisce più dove sia finita la
finzione e inizi la realtà.
E’ tutta dentro una goccia trasparente di vita che scivola
piano fino a sparire in un vuoto tra occhio e mento.
Schiudo gli occhi e mi trovo davanti a una visione diversa,
mi scopro stanco, tanto rassomigliante a una barca stanca di tanto mare!
Allora in questa mezza alba sospesa tra un si e un no, mi
chiedo se valga ancora la pena di mettere assieme parole per farne una canzone
o un copione…
Mi chiedo se vale ancora la pena “ scrivere “ !
Richiudo gli occhi e torna la mia mente a una spiaggia
quando camminando a piedi nudi e con le scarpe legate al collo e i libri in una
mano facevo finta di avere una ragazza a cui consegnavo il mio cuore, fino all’ultimo
respiro.
Mi rendo conto di quanto sia breve la vita… di come si è
perduto il tempo in cose inutili.. in un attimo tutti i ricordi tornano e
rimangono lì fino alla fine, fino all’ultimo respiro… come nuvole restano lì
per giorni e giorni prendendo e assumendo le forme che vogliono, ma mai la mia
forma: l’Amore! L’amore per la vita.
L’alba è quasi finita, ma tu cerca di esserci.
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