Patriottismo
Di Vincenzo Calafiore
07 Agosto 2017 Udine
Incipt:
Per uno come me che per una vita ha portato le “stellette “
sul petto con orgoglio e con onore il significato di patria è ben radicato in
me anche per il “ giuramento di fedeltà alla patria “ ancora adesso è così dopo
tanti anni che ho appeso nell’armadio la mia uniforme grigio-verde, quello
dell’Esercito Italiano.
Uno come me non sarà mai un uomo qualunque, perché ha nel
sangue la disciplina, l’ordine, l’onestà, la lealtà, l’abnegazione, l’alto
sentimento della Patria.
Ma che significa “ Patriottismo “ ?
Il patriottismo indica
l'attitudine di gruppi o individui favorevole alla patria. Di norma
esso si riferisce ad uno Stato-nazione, ma
la patria (o madrepatria) può anche essere una regione o
una città. Si esprime attraverso una molteplicità di sentimenti quali: orgoglio
per i progressi conseguiti o la cultura sviluppata dalla patria, il desiderio
di conservarne il carattere ed i costumi, l'identificazione con altri membri
della nazione. Il patriottismo ha anche una connotazione etica poiché implica che la madrepatria
(comunque definita) sia uno standard o un valore morale in sé, come esprimono
formule quali "per la Patria, nel bene e nel male". Ai patrioti si
richiede, inoltre, di anteporre gli interessi della nazione anche ai propri ed
a quelli dello stesso gruppo di appartenenza il che, in tempo di guerra, può anche significare mettere
a rischio o donare la propria vita. Anche per questo la morte in battaglia per la madrepatria è l'archetipo estremo
di patriottismo. Il patriottismo personale invece è
emotivo e volontario. In questo caso l'individuo aderisce ad alcuni valori
morali quali il rispetto per la bandiera.
Quel che
accade molto di frequente è da parte mia chiedermi cosa io abbia o dovrei avere
in comune con questa società così lontana dai miei principi, dai miei valori;
io che ho vissuto e attraversato tutti i tempi della “ mia ex patria “ , cioè
dalla Ricostruzione al boom economico.Il miracolo economico italiano (anche detto boom economico) è un periodo della storia d'Italia, compreso tra gli anni cinquanta e anni sessanta del XX secolo, appartenente
dunque al secondo dopoguerra italiano ovvero ai primi decenni della Prima Repubblica e caratterizzato da una forte crescita economica e sviluppo tecnologico dopo l'iniziale fase di ricostruzione. Il sistema
economico marciava a pieno regime, il reddito nazionale stava
crescendo e la gente era rinfrancata dall'incremento dell'occupazione e
dei consumi. Si erano infine dimenticati gli anni bui del dopoguerra,
quando il paese era ridotto in brandelli. È pur vero che tanti erano ancora i
problemi da affrontare, fra cui la carenza di servizi pubblici, di scuole, di
ospedali e di altre infrastrutture civili. Ma in complesso prevaleva un clima
di ottimismo..D'altra
parte, all'inizio del 1960 l'Italia si era fregiata di un importante
riconoscimento in campo finanziario. Dopo che un giornale inglese aveva
definito col termine “miracolo economico” il processo di sviluppo allora in
atto, dalla Gran Bretagna era giunto un altro
attestato prestigioso per le credenziali e l'immagine dell'Italia. Una giuria
internazionale interpellata dal “Financial
Times” aveva infatti attribuito alla lira l'
”Oscar”
della moneta più salda fra quelle del mondo occidentale. Un premio che aveva
coronato una lunga e affannosa rincorsa, iniziata nell'immediato dopoguerra,
per scongiurare la bancarotta e non naufragare nell'inflazione più
totale.
Poi chissà perché forse causa la grande sbornia economica, o
a causa delle mani bucate dei governi che si sono succeduti cominciò piano l’inarrestabile
declino; un po’ come succede a chi ad ogni costo vuole scalare il successo e
alla fine una volta raggiunta la cima, inevitabilmente poi seguirà la lunga e
lenta discesa … il declino! Ma a questo hanno partecipato politici ancora in
vita e bene in salute, non so se della seconda o terza, quarta, quinta
Repubblica ( che casino), che hanno cominciato a vendere i “ gioielli di famiglia
“ l ‘I.R.I. , la Cirio, tanto per citarne qualcuno, ma come dimenticare la
Telecom… e la Telecom –Serbia ? Questi ratti si sono rosicchiati la forma di
grana dall’interno lasciando per intero l’esterno… questi politici che son
ancora lì a tenersi ben strette la fama e la ricchezza hanno svuotato col loro
ingegno e le cose giuste per il popolo, le nostre casse ! , infatti hanno sete e fame, questo mi ricorda
Caligola! A questi atti simbolici, Caligola ne affiancò altri ben più concreti
e dannosi: dissipò il patrimonio ereditato da Tiberio in donativi ai soldati e
al popolo e in abbellimenti urbanistici; aumentò le tasse per ripagare gli
sperperi di corte; instaurò un regime tirannico e sanguinario. Così facendo si
attirò l’odio di tutti: ad assassinarlo il 24 gennaio del 41 d.C. furono quegli
stessi pretoriani, appoggiati dalla plebe, che lo avevano portato al potere e
che ora al suo posto, senza neppure consultare il senato, acclamarono il
cinquantenne Claudio, fratello di Germanico e
zio di Caligola. Quello stesso giorno furono uccise dalla guardia pretoriana
anche Cesonia e Giulia
Drusilla, la moglie e la figlia di Caligola. Caligola subì la damnatio memoriae (condanna della memoria) e il suo corpo fu dato alle
fiamme. Non rassomiglia un pochino alla fine di Benito Mussolini? Ma
viene anche in mente il detto popolare: “ Si stava bene quando si stava male…..
“ !!!
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