La paura d’amare
Di Vincenzo Calafiore
29 Giugno 2018 Udine
“ Le -maschere- che ci nascondono,
la solitudine che ci fa
paura… “
L’amore ha molte
facce, corrispondenti ciascuna ad una diversa manifestazione dello stesso
istinto, che chiede di poter essere appagato tramite una relazione con
l’oggetto del desiderio.
Ma la passione fa
anche paura, perché in ogni caso implica la resa di fronte a qualcuno che può
tradire, che può abbandonare.
Solo i temerari o
gli ingenui credono che si possa amare “ semplicemente” il sentimento
dell’amore, infatti, pare sia stato creato per i coraggiosi, disposti ad
affrontarne le sofferenze, pur di assaporarne i momenti esaltanti.
Tuttavia la pulsione
affettiva, naturalmente determinata,contiene in se la forza necessaria a
superare la paura che genera.
E così è, nonostante
le smentite tipiche dei nostri tempi, caratterizzati da una diffusa paura di
legarsi a qualcuno e di assumere il peso, anche emotivo, che tale esperienza
comporta.
L’istinto privo del
coraggio necessario per vincere la paura, lascia i rapporti sospesi in una
sorta di “ limbo”, in uno spazio in cui mancano definizioni precise e condivise:
caratteristica che ne decreta prima o poi la fine, nell’illusione di una
sofferenza risparmiata.
Un generalizzato
conflitto tra desiderio e paura tende quindi a toccare anche le passioni più
travolgenti, immolandole al baratto con la tranquillità.
E così la donna, in
tempi non sospetti maestra di seduzione, sembra procedere oggi con maggiore
cautela, assimilandosi in questo all’uomo che di cautela sembra averne.
La paura di amare
potrebbe essere trasversalmente collegata all’insicurezza ed alla confusione di
questi anni convulsi e poco vivibili, in cui si fa fatica a distinguere e
riconoscere ciò che è autentico o importante, da ciò che rappresenta una “
maschera”, un illusione: le esperienze scivolano via, spinte dalla fretta,
dalla tendenza al consumo e al cambiamento in ogni contesto di vita.
Si corre per stare
al passo con tutto, ma si finisce per non saper bene cosa si stia vivendo
davvero.
In mezzo a questa
confusione l’amore viene desiderato quando non c’è, rinnegato quando c’è,
tenuto sotto controllo il più delle volte, per non rischiare.
E l’istinto naturale
dell’uomo, ammantato o rimosso, finisce per produrre delle precise
ripercussioni sul comportamento individuale e collettivo.
Una prima
conseguenza riguarda l’identità personale, che finisce per essere determinata
dall’esterno.
In tempi in cui ogni
soggetto viene considerato per ciò che sembra, non per quello che è la sua vera
natura, sfumano i contorni dell’ Io e la personalità perde consistenza e
sicurezza.
“ Si finisce per indossare
una maschera “. Tale diffuso
indebolimento della personalità si ripercuote negativamente sul rapporto di
coppia.
Per amare fino in
fondo è necessario essere se stessi, senza maschere, e mostrarsi all’altro
vincendo pudori e insicurezze.
La libertà di amare
e godere fino in fondo il sentimento dell’amare!
Eppure tante persone
si avvelenano la vita barcamenandosi tra problemi di difficile soluzione. E ciò
probabilmente in quanto persiste nell’inconscio la tradizione sessuofobica
fortemente radicata da duemila anni di tradizione, nello stesso periodo storico
in cui una nuova relazione tra libertà e legge di mercato fa tornare in auge il
corpo come oggetto di consumo e sede di istinti, più come status symbol che come fonte di piacere.
Uomini e donne nei
nostri tempi liberi e tolleranti sono tuttavia accumunati dagli stessi problemi
a vivere con gioia pienezza e sincerità l’attaccamento reciproco. Uomini e
donne vengono così ad essere accomunati dal disagio nel vivere l’amore che non
sia solo sesso, così come quello che lo stesso sesso inserisce all’interno dei
sentimenti reciproci d’attaccamento e di dipendenza.
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