sabato 30 giugno 2018


La paura d’amare
Di Vincenzo Calafiore
29 Giugno 2018 Udine

“ Le  -maschere- che ci nascondono,
la solitudine che ci fa paura… “

L’amore ha molte facce, corrispondenti ciascuna ad una diversa manifestazione dello stesso istinto, che chiede di poter essere appagato tramite una relazione con l’oggetto del desiderio.
Ma la passione fa anche paura, perché in ogni caso implica la resa di fronte a qualcuno che può tradire, che può abbandonare.
Solo i temerari o gli ingenui credono che si possa amare “ semplicemente” il sentimento dell’amore, infatti, pare sia stato creato per i coraggiosi, disposti ad affrontarne le sofferenze, pur di assaporarne i momenti esaltanti.
Tuttavia la pulsione affettiva, naturalmente determinata,contiene in se la forza necessaria a superare la paura che genera.
E così è, nonostante le smentite tipiche dei nostri tempi, caratterizzati da una diffusa paura di legarsi a qualcuno e di assumere il peso, anche emotivo, che tale esperienza comporta.
L’istinto privo del coraggio necessario per vincere la paura, lascia i rapporti sospesi in una sorta di “ limbo”, in uno spazio in cui mancano definizioni precise e condivise: caratteristica che ne decreta prima o poi la fine, nell’illusione di una sofferenza risparmiata.
Un generalizzato conflitto tra desiderio e paura tende quindi a toccare anche le passioni più travolgenti, immolandole al baratto con la tranquillità.
E così la donna, in tempi non sospetti maestra di seduzione, sembra procedere oggi con maggiore cautela, assimilandosi in questo all’uomo che di cautela sembra averne.
La paura di amare potrebbe essere trasversalmente collegata all’insicurezza ed alla confusione di questi anni convulsi e poco vivibili, in cui si fa fatica a distinguere e riconoscere ciò che è autentico o importante, da ciò che rappresenta una “ maschera”, un illusione: le esperienze scivolano via, spinte dalla fretta, dalla tendenza al consumo e al cambiamento in ogni contesto di vita.
Si corre per stare al passo con tutto, ma si finisce per non saper bene cosa si stia vivendo davvero.
In mezzo a questa confusione l’amore viene desiderato quando non c’è, rinnegato quando c’è, tenuto sotto controllo il più delle volte, per non rischiare.
E l’istinto naturale dell’uomo, ammantato o rimosso, finisce per produrre delle precise ripercussioni sul comportamento individuale e collettivo.
Una prima conseguenza riguarda l’identità personale, che finisce per essere determinata dall’esterno.
In tempi in cui ogni soggetto viene considerato per ciò che sembra, non per quello che è la sua vera natura, sfumano i contorni dell’ Io e la personalità perde consistenza e sicurezza.
“ Si finisce per indossare una maschera “. Tale diffuso indebolimento della personalità si ripercuote negativamente sul rapporto di coppia.
Per amare fino in fondo è necessario essere se stessi, senza maschere, e mostrarsi all’altro vincendo pudori e insicurezze.
La libertà di amare e godere fino in fondo il sentimento dell’amare!
Eppure tante persone si avvelenano la vita barcamenandosi tra problemi di difficile soluzione. E ciò probabilmente in quanto persiste nell’inconscio la tradizione sessuofobica fortemente radicata da duemila anni di tradizione, nello stesso periodo storico in cui una nuova relazione tra libertà e legge di mercato fa tornare in auge il corpo come oggetto di consumo e sede di istinti, più come status symbol  che come fonte di piacere.
Uomini e donne nei nostri tempi liberi e tolleranti sono tuttavia accumunati dagli stessi problemi a vivere con gioia pienezza e sincerità l’attaccamento reciproco. Uomini e donne vengono così ad essere accomunati dal disagio nel vivere l’amore che non sia solo sesso, così come quello che lo stesso sesso inserisce all’interno dei sentimenti reciproci d’attaccamento e di dipendenza.


Nessun commento:

Posta un commento