C’è solo il bisogno
di Amore, di Poesia
Di Vincenzo Calafiore
22 Luglio 2020 Udine
( 17/8/19 L.633/41 Proprietà
Intellettuale Riservata )
E’ una di quelle notti di
luglio tranquille, cielo basso e stelle a portata di mano,
su di me, da un balcone, come
un manto prezioso sullo spirito che geme ai lunghi silenzi dell’anima.
Tutto tace in un’umida
prigione dove le speranze come pipistrelli vanno sbattendo contro muri, contro
soffitti troppo bassi e soffocanti.
Io sono qui, su questo immenso palcoscenico, sono seduto
su una seggiola ai piedi di un Dio che
se ne sta lì, da qualche parte a guardarmi,mentre i miei pensieri lo
raggiungono almeno spero.
Io nacqui predestinato, sin
dal primo giorno della mia esistenza, il mio nome stesso è “ mare “ .
A sette anni la mia prima
fuga per raggiungere il mare.
Un istinto, di cui ne subivo
il richiamo, mi faceva sempre tornare lì sulla riva e rimanere lì per ore a
guardare il mare, sentire il profumo della salsedine, tornavo a casa bianco
salino; ma allo stesso tempo mi faceva rimanere estraneo alla società.
Stavo seduto di fronte al
mare e pareva guardarmi, pareva parlarmi, nasceva sempre più l’amore per quel
mare cangiante e meraviglioso.
Io del mare! Perché ho visto
il segreto del mio destino, dell’avversità verso una società e i loro destini.
Si io sento questo legame,
sento sempre più il mio distacco da una morte inutile; non temo la morte, l’affretto
come termine ultimo; sono stato felice, sono felice.
Guardatela, affissatela bene
questa società, non abbiate timore, non arretrate, abbiate il coraggio di
combatterla e migliorarla esaminando tutti i dettagli dell’orrore che v’ispira.
Questa società fatale per
certi versi, aborrita, tremenda … l’avete veduta, la vedete e come fate ancora
a prestargli ascolto?
La stoltezza, la cupidigia,
l’avarizia, l’ipocrisia, la menzogna, il potere scuotono il buon senso del
rimanerne fuori.
Il potere, quello politico,
quello del denaro reggono i fili dei destini e tutto fanno muovere, ci fanno
amare il ripugnante, l’inutile … ogni giorno perdiamo qualcosa senza provare
dolore, orrore; inermi come poveri viziosi baciamo e tettiamo il seno stanco di
una puttana, al volo godiamo un piacere clandestino quasi innaturale come
quello dei tanti dianzi a un film porno.
Serrata, brulicante come
miliardi di vermi, un popolo inutile banchetta nelle nostre teste, respirando
la lenta morte inutile.
C’è solo bisogno di poesia e
di Amore, e tutto cambierebbe …
Se lo stupro, i veleni, hanno
espugnato l’umanità e le forme piacevoli dei nostri destini è perché non
abbiamo più ne anime ne amore!
Nel mentre gli sciacalli, le
pantere, le cagne, le scimmie, gli avvoltoi, i serpenti, i nostri mostri,
guaiscono e urlano, grugniscono contro le coscienze.
Uno dei più laidi, più cattivo, più immondo è
l’ipocrisia, la più sottile maniera di uccidere la persona, riduce l’umanità in
una rovina e ingoia il mondo piano piano.
La noia, il grande male,
l’occhio gravato da una magica visione, sogna patiboli fumando vite.
Tu la conosci uomo, tu ipocrita
uomo, mio simile, mio fratello!
Nessun commento:
Posta un commento