I tuoi occhi
Di Vincenzo Calafiore
18 Novembre 2021 Udine
E’ passato così tanto tempo
che non rammento più come sei.
Chissà come sarai adesso ….
Però non ho mai dimenticato i tuoi occhi; Amore che occhi hai!
Ricordo la sera che ti
incontrai era d’inverno e pioveva, tirava un vento forte, tanto che girò
all’incontrario il tuo ombrello, ti feci riparare sotto il mio fino davanti al
portone di casa.
Ci salutammo con un grazie e
una stretta di mano, guardai i tuoi occhi dallo sguardo ferito ….
Sono rimasti dentro i miei e
lì sono ancora, dopo tanti anni.
Ti ho amata tanto di più con quella forte malinconia per la tua
assenza, tanto più lunga dell’inverno
che mi porto addosso e le notti lo sono di più.
Chissà che occhi avrai adesso
dopo aver cercato tanto la tua felicità! Sei felice? Avrai conosciuto nuove
persone in questi anni, io no! Sono rimasto davanti a quel portone e ancora
adesso, con qualsiasi tempo, da un angolo da cui posso guardare la tua finestra
e il portone mi fermo e resto lì un po’ con la speranza di vederti uscire o
rientrare, o che si accenda la luce nella tua camera.
Se solo tu mi sfiorassi con
quella bocca ….. !
Se pure è una mia illusione
io ci spero sempre, intanto svaniscono i giorni, l’amore davanti quella
finestra chiusa. Ti tengo stretta negli occhi sin da quando staccandoti dal mio
braccio danzavi davanti a me e solo per me, da quando baciandomi li chiudevi!
Al solo pensiero rimango
senza respiro, con le mie mani vuote di te!
Salvami, se vuoi salvami!
Sei un pensiero già vissuto,
abitato e lasciato nel disordine di un sogno che viene e si avverte come
pioggerellina sugli asfalti di quel tempo in cui la mia vita restò sospesa,
sorpresa alla fine di ogni notte dalle nostalgie di ieri.
E’ la fine di una notte, con
quella bocca piena di parole te ne vai ancora una volta e chissà se ritornerai,
come quando quel dì all’alba svanisti su quella nuvola di passaggio.
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