Di Vincenzo Calafiore
24 Novembre 2021 Udine
“ … a un certo punto ti rendi
conto
che quello che hai non è
quello che avresti voluto avere, e niente ti basta,
quello che cerchi è te stesso
e questo è già un sogno…. ! “ Vincenzo Calafiore
C’era nell’aria un profumo
che già conoscevo, ed era quello che respiravo da bambino, quando giocavo in
quelle praterie assolate e piene del ronzio di api e insetti.
Notte tempo fa ho fatto un
sogno. E’ stato così bello e così vero che ricordo tutto nei minimi dettagli,
ancora adesso dopo tanto tempo.
Mi sono trovato in un
ambiente che rassomigliava a una cabina di un aereo, non c’era strumentazione,
solo vetrate da cui poter guardare.
Ricordo di non aver avuto
paura di quel buio fuori, come pure il profumo nell’aria, e la musica dolce
rilassante.
Quando ho visto in lontananza
apparire un altro mondo, una volta giunti su quel pianeta o mondo che fosse,
l’aereo o l’astronave su cui ho viaggiato si è dissolta in una immensa nuvola
di farfalle colorate.
Mi sono ritrovato in uno
sterminato prato fiorito e tante farfalle, ecco quello che non sono riuscito a
capire è stato se quello che guardavo era un tramonto o un’alba, ma comunque
tanto bello da non dimenticarlo ancora.
Questo il sogno! Ma la cosa
più strana è che al mio risveglio ho disegnato quell’astronave o ciò che fosse,
e che ora realizzerò in legno.
La necessità mia di scrivere
è di per se un sogno, è una magia che si compie ogni notte, il suo motore sono
le parole, quelle che riescono a scardinare le grate dell’esistenza, consentono
alla sua serenità e bellezza di riemergere con il loro carico di emozioni che
il tempo non ha mutato, ma semplicemente custodito.
Consentono a un’età
dolceamara di parlare attraverso immagini che si sovrappongono, si distinguono
o si alternano, proprio come in un sogno, che si ritrova al risveglio.
Forse al fine di ritrovare la
parte di sé smarrita o la persona più amata, ma anche gli odori, le luci, le
atmosfere di quell’amore che assopito cova sotto le ceneri di un’età lontana e
cordiale.
Questa maturità è un lungo processo di riappropriazione del sé è
bisogna di larghi spazi di riflessione, è una ulteriore crescita che si esplica
attraverso una rinnovata volontà di esistere, di essere, più ricca di empatia,
che permette di presentarsi al mondo come un – animos –
La scrittura quindi come
mezzo di locomozione in quei segreti che vogliono essere scoperti, per parlare
e gridare al mondo tutto l’amore celato.
In ogni caso la domanda è
quale vita scegliere, se quella da pantano o quella da pennino; in ogni caso
non c’è ferita del corpo che possa essere più grande di quella dell’anima, ecco
perché è necessario scegliere quale vita sia meglio.
Meglio quella da pennino che
quella in cui recitare una vita da burattino, da oggetto senza coscienza e
senza anima così come vogliono i burattinai.
Fino a diventare noi stessi
burattinai in un mondo dove è stata cancellata ogni umanità, dove è andata
distrutta la forte razza di “ animos “ e i flashback della memoria!
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