Da Auschwitz non è mai tornato nessuno
Di Vincenzo Calafiore
17 Agosto 2023 Udine
Le foto contenute in questo articolo
mi sono state concesse per l’utilizzo dal mio amico
fraterno Gianpiero Bovolenta ancora adesso in visita ad Auschwitz, che
ringrazio della gentile concessione.
AUSCHWITZ
Evento umano, anzi troppo umano, dal quale si dovrebbe e si deve
ripartire ogni giorno per indagare sulle radici individuali e collettive del
razzismo, della xenofobia, dell’antisemitismo.
Si celebra ogni anno la giornata della memoria o della
“ SHOA’ “ per ricordare a questa umanità
che non si dovranno mai più ripetere altre Auschwitz – Auschwitz Birkenau , Mauthausen…. E questa è una grande utopia, è una
grande illusione, perché come da Hiroshima e Nagasaki, da Auschwitz quest’uomo,
questo umano, non ha imparato nulla, perché ancora adesso di guerra si muore!
Auschwitz
è il Lager simbolo come lo sono Hiroshima e Nagasaki, espressione profonda
della crisi della civiltà occidentale e non.
Si
trasformano in eventi metafici inspiegabili. Un’analisi profonda, vera, fatta
con sincerità verso se stessi e poi in onore di chi non è mai tornato da
Auschwitz ( Tutti ), dovrebbe rimuovere i molteplici luoghi comuni antistorici
e la stereo tipizzazione dei fatti e dei
suoi protagonisti su cui si fondano le nostre limitate conoscenze.
Auschwitz
è ben altro, è la collaborazione clandestina di certi stati che hanno permesso
la fuga e la salvezza di tanti criminali gerarchi nazisti dietro pagamento in
oro e opere d’arti trafugate, la concessione di passaporti e immunità!
Auschwitz è anche la cecità, il far finta di non sapere, di non vedere, eppure tutti lo sapevano, tutti ne erano a conoscenza.
Conoscenza
che dovrebbe ricordare questa storia, letta tuttora da molti, come le
agiografie su martiri cristiani e sugli eroi civili, solo in occasione delle ricorrenze
ufficiali celebrative.
Quelli che
uscivano in quei giorni da Auschwitz, scrive ne << La Tregua >>
Primo Levi, “ non salutavano, non sorridevano apparivano oppressi, oltre che da
pietà, da un confuso ritegno… era la stessa vergogna che il giusto prova
davanti alla colpa commessa da altrui e gli rimorde che esista … “ !
Il punto è di capire il – perché – di Auschwitz, se è stato un accidente della storia. E’ da interrogarsi: “ non si ripeta mai più “ sia destinato a ripetersi.
Scrive in
un messaggio inviatomi GianPiero: “ Quello che
ho visto oggi ad Auschwitz e a Birkenau ovviamente mi rimarrà per tutta la
vita, questo credo sia fisiologico. Non faccio ulteriori commenti se non quelli
degli scatti fotografici che ti mando. Sono molto provato. E’ difficile
affrontare un’esperienza del genere… se pensi che Birkenau è grosso non loè
ancora abbastanza per l’immaginazione con la quale sono venuto qui. Mi ha
sfiancato dal punto di vista fisico tanto è immenso. Poi dal punto di vista
mentale altrettanto. Impossibile che nessuno sapeva, c’erano 96 baracche a
Birkenau. Si entra ad Auschwitz-Birkenau. Il dolore e l’assurdo colpiscono in
pieno petto come una ventata gelida. Percorriamo il campo, le baracche, i forni
crematori, le docce. L’aria è opprimente un nodo alla gola ci stringe come
volesse tagliarci la gola.
Alcune ore
di sospensione… si esce da Auschwirìtz.. è Auschwitz- Birkenau che non usciraà
mai da chi ci è entrato, ma neanche chi la visita ! “
Per la
responsabilizzazione etica dell’umanità, questo può in qualche modo ripetersi. “
Non ci sono demoni- scriveva Primo Levi, assassini di milioni di innocenti sono
gente come noi, hanno il nostro viso, il nostro sangue, ci rassomigliano.
Imre
Kertesz in “ Il Secolo infelice “ , scrisse: … qualsiasi dittatura contiene in sé
la virtualità di
Auschwitz!
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