lunedì 30 dicembre 2024


 

SAN SILVESTRO 2024

 

Piano piano le feste tanto attese, specialmente il Santo Natale con le sue innumerevoli magie, se ne stanno andando via, poi ci sarà una lunga notte in attesa della luce di dicembre del 2025.

Si chiude un anno molto difficile, come il 2023…. Un anno di guerre e di disastri naturali, ma di femminicidio, di violenze di ogni genere, di miserie e di povertà; cala il sipario su questo spettacolo dell’orrendo con la speranza di un anno migliore, come ogni anno e ogni anno le cose non sono cambiate e mai cambieranno, come la nostra speranza.

In tutto questo caos ci sono io “ Vincenzo Calafiore “, dicono di me che sono uno scrittore, io penso di essermi avventurato nella rischiosa strada che porta a un Regno dell’Oltre, da cui si può anche non fare ritorno.

Io ho cominciato a inventare favole per raccontarle ai bambini che conoscevo, poi mi sono messo a scriverle, ma solo perché  mi trovo in galera senza sbarre, perché i miei compagni di viaggio anch’essi in galera le chiedevano. Ecco tutto.

Domani è il 31 Dicembre, la notte di transizione al nuovo anno e vorrei fare gli Auguri di Buon viaggio ai miei amici, ai miei lettori, e alle mie lettrici, ma anche a coloro che mi seguono da ogni parte del mondo e sono davvero tanti.

Auguro a tutti voi un sereno 2025!

Che sia di buona salute, con un orizzonte a cui andare. Ricco di sogni, ma soprattutto nella grazia di Dio.

Dio benedica e protegga le vostre famiglie!

 

BUON ANNO 2025

 

                   VINCENZO CALAFIORE

 

domenica 29 dicembre 2024


 

Appena sopra il cielo

 

Di Vincenzo Calafiore

28 Dicembre 2024 Udine

 

Certo è innegabile che la cultura

la si fa leggendo molti libri con occhi voraci

quanto non vogliono esserlo la bocca e la gola.

Ed innegabile che vivendo in un mondo

disarmonico e di contrasto, da cui fuggire

per rifugiarsi nel regno della fantasia.

Ma il senso culturale  delle “ fiabe”  che sono state

da me scritte, si sono trasformate in un qualcosa che sa parlare di per sé e che apre spazi nuovi, sensazioni, emozioni.

Ed è questo spazio ad avere ormai

una vita autonoma che va oltre e seduce.

Invita alla riflessione a un confronto, esercitando

voi stessi . “                   

                                              Vincenzo Calafiore   

 

Lasciarsi alle spalle i “ ricordi “ è sempre un compito difficile, se non altro per la necessità di ridefinirsi, per un cambiamento capace di nuova esistenza e

qualsiasi  cambiamento comporta rinunce più o meno gravose.

Tuttavia oggi è molto complessa, di grande disagio, la mia relazione con il mondo esterno depositario di disvalore, di sottoculture che certo non rendono facile oltre che la convivenza la vita, il vivere.

Allora cedere a questo “ mondo “ inutile è tanto forte e tanto più pericoloso per la probabilità di essere deviato e allontanato da un sentire sano e autentico, dall’essere più umano.

Tuttavia non è sufficiente guardare la vita dall’interno, dalla parte dell’anima e dalla sensibilità, ha un “ tempo “ tutto suo e questo mondo purtroppo è troppo veloce per me, un suo passo è dieci volte più veloce del mio.. allora nel mio – tempo - acquisisce senso, valenza, il mio scrivere di “ fatica di vivere” in riferimento agli ostacoli, al malessere generale che imperversa in questo mondo impazzito.

Rimane quindi la speranza che questa società smetta di seguire questa strada che non porta da nessuna parte; una cosa utile sarebbe di confrontare una sorta di vocabolario che contenga tutte le definizioni idonee alla comprensione di questo mondo e soprattutto dei vissuti che stanno alla base degli atteggiamenti e comportamenti il più delle volte incomprensibili, ad un osservatore acuto dotato di riferimenti linguistici strutturati culturalmente.

Un fondamentale di questa esistenza è il tempo che interviene nella vita di ciascuno con ritmi particolari che distinguono il tempo vissuto da quello meccanico; la percezione dipenderà esclusivamente  dagli stati d’animo, dai sentimenti, dall’umore,per arginare almeno un po’ questo tempo estremamente variabile, e evitare di avvertire la solitudine come una condizione esistenziale.

Proprio nella sintesi di attimo fuggente, di memoria del passato e di speranza del futuro è ricca di progetti vitali, ma potrebbe anche diventare vuota e triste se non verrà riempita di significati sani, di cultura, di fantasia, di bellezza.

Sarebbe bello salvare dalle fiamme della dimenticanza uno scritto, una lettera, un pensiero d’amore, sarebbe bello come appartenere alla vita, noi invece siamo finiti per appartenere piuttosto al tempo che a essa.

La vita appartiene a un sogno e il sogno è due passi appena sopra il cielo, e non abbiamo ali per raggiungerlo!

Qui si ferma il mio pensiero, per passare la mano, come si dice. E chi leggerà, potrà, con strumenti più atti della mia penna stilografica potrà individuare l’orizzonte che ci divide.

Ma soprattutto riuscire a capire e fare nostra la magia del linguaggio dei sogni o del sogno, che è tutto dentro il sogno e, nello stesso tempo, comunicazione del sogno a noi, che ne siamo fuori, come un invito a parteciparvi.

A me basta, più semplicemente stringere tra le dita una stilografica.

giovedì 26 dicembre 2024

 

Sono in tanti ad attraversare la nostra vita

e sempre comunque qualcosa di loro rimane

è il vuoto delle cose che ci hanno portato via.

Ma solo una rimane, perché è unica!

Come lo è la nostra vita.

Due anime non si incontrano per caso ….

Per questo sarà amore, amore senza grandi sceneggiate,

senza grandi parole, la senti e basta, la senti dentro

e ti senti felice!

E sai che la troverai sempre lì, dove tu l’hai messa: nel cuore!

Perché è lì che l’amore resterà eterno!

                                                                      Vincenzo Calafiore

 


 









Lo so tu vuoi solo andartene da qua,

da questo vuoto che uccide, da questo mondo indifferente,

da questo spicchio di realtà, dove nessuno sorride ....

Tu invece rimanimi vicino

sentirai in te che qualcosa di nuovo
sta sbocciando in te: è l'amore!
L'amore di chi ti ama!
Restami nel cuore.
Vincenzo Calafiore

lunedì 23 dicembre 2024

 Wherever you are, my best wishes for a Merry Christmas! May it be for you and your families a moment of recollection and reflection; moreover, of hope for a future of peace and serenity, of good health. May God bless you and protect you from evil! Merry Christmas!


¡Estés donde estés, que te lleguen mis deseos de Feliz Navidad! Que sea un momento de contemplación y reflexión para vosotros y vuestras familias; más allá de esto, de esperanza en un futuro de paz y serenidad, de buena salud. ¡Que Dios te bendiga y te proteja del mal! ¡Feliz navidad!

Où que vous soyez, que mes vœux de Joyeux Noël vous parviennent ! Que ce soit un moment de contemplation et de réflexion pour vous et vos familles ; au-delà, d'espoir pour un avenir de paix et de sérénité, de bonne santé. Que Dieu vous bénisse et vous protège du mal ! Joyeux noël!

Onde você estiver, que meus votos de Feliz Natal cheguem até você! Que seja um momento de contemplação e reflexão para vocês e suas famílias; além disso, de esperança num futuro de paz e serenidade, de boa saúde. Que Deus te abençoe e te proteja do mal! Feliz Natal!

Oriunde te-ai afla, urările mele de Crăciun Fericit să te ajungă! Fie ca acesta să fie un moment de contemplare și reflecție pentru voi și familiile voastre; dincolo de aceasta, de speranță pentru un viitor de pace și liniște, de sănătate bună. Dumnezeu să vă binecuvânteze și să vă protejeze de rău! Crăciun fericit!

Wo auch immer Sie sind, mögen meine frohen Weihnachtswünsche Sie erreichen! Möge es für Sie und Ihre Familien ein Moment der Kontemplation und Besinnung sein; darüber hinaus der Hoffnung auf eine Zukunft in Frieden und Gelassenheit, in guter Gesundheit. Möge Gott Sie segnen und Sie vor dem Bösen beschützen! Frohe Weihnachten!


 

Il confine invisibile

 

Di Vincenzo Calafiore

23 Dicembre 2024 Udine

 

E’ un “ tempo “ questo, di difficoltà sociali ed economiche, di odio sia religioso che razziale.

Di società corrotte e opulente, dell’eterno circolo vizioso tra sesso e denaro, delle terribili anomalie celate dietro l’apparenza del perbenismo.

E’ difficile per chi innamorato della vita guardarlo da un angolo diverso, andare alla ricerca di un appiglio alla moralità: quella vera ,autentica, delle persone comuni che vivono e lavorano lontane dal malaffare.

E non la visione degli esibiti censori, degli ipocriti fustigatori dei costumi, dei parolai e dei chiacchieroni.

Purtroppo esistono tanti mascalzoni che non sono falsi moralisti, ma non può esistere un falso moralista che non sia anche un mascalzone.

E proprio di questi acrobati sospesi sul filo  del confine tra la legalità e l’illecito è densa la  realtà, davvero poco immaginata, descritta puntualmente dalla cronaca, con ormai consumata acribia stilistica e senso quasi rabdomantico.

Sin dagli anni novanta, quindi alla vigilia di fondamentali trasformazioni sociali e di veri propri cicloni politici che in poco tempo spazzeranno via un’intera classe dirigente, a livello nazionale e locale.

Per sfuggire alla dilatante amoralità si cerca un rifugio sicuro, che solo l’amore può dare,

quell’amore che colma, che potrebbe regalare una nuova vita, ma poi svanisce purtroppo come un sogno.

Forse è proprio dalla poesia di un sogno che potrebbe partire una bellissima dichiarazione d’amore, a una donna reale o < sogno> di cui invaghirsi capace di stravolgere la vita e l’animo, che piano piano pagina dopo pagina si colora di strade , facce e odori e poi si allarga fino a divenire infinito amore; o che l’amore coglie in maniera inaspettata, durante una fuga, fumando una sigaretta.

Lei, il mio sogno …. Leonida o Lea, Leda, come usavo chiamarla, ha i capelli color rame, l’allegria di chi è libera, l’ho racchiusa in una lettera assieme ai miei slanci, ripensamenti, fughe; in tutto questo lei ha dettato i tempi con sincerità.

Questo è l’amaro della vita, che solo in due si può essere felici e purtroppo i nostri cuori sono attratti da stelle che non ci vogliono …. Giunge piano piano il tempo dell’abbandono, delle lettere scritte di notte, dei tormentati interrogativi, delle poesie struggenti e mai consolanti.

Così la mia lettera a Lea scorre veloce come un paesaggio sul finestrino di un treno, con il peso addosso degli appena superati gli “ anta “ mi ritrovo travolto da un’onda anomala, dalla passione che non vuole credere di essere persa per sempre.

Non una parola resterà impigliata nell’arpa dei giorni, oggi è un altro deserto da attraversare,dalla sponda avversa riappaiono i giorni felici, fossili che furono amore…

Ma quando davvero, sono stato amato?

 

 

sabato 21 dicembre 2024


 

SANTO NATALE 2024

 

C’era una volta, la bella vita, che ispirava i poeti, gli innamorati,

c’erano le canzoni di Michael Jackson, i canti natalizi nelle chiese.

C’era una volta, lassù nel cielo, quella palla tonda incipriata e sola,

una vedova in mezzo al cielo, velata, che abbiamo guardato e ci ha guardati e ci siamo sentiti piccoli, piccoli: come dire, la vita è più grande di noi!

Si quella signora bussò alle nostre porte, alle finestre e noi l’abbiamo accolta in casa, ci siamo riempiti gli occhi, assieme alle nostre lacrime.

C’era una volta il futuro che ci disse che sarebbe stato bello continuare a sognarcelo, così come lo abbiamo immaginato e no come invece è diventato.

Senza speranza, di bellezza, di armonia, di cultura, sempre più rare, sempre meno poesia,

a volte arrogante, invadente, di poca umanità.

Allora perché non amare il Natale?

Perché non trascorrere il Natale nella terra delle nostre case, nelle chiese?

Perché non tornare ad amare la Fantasia?

Un Natale povero, pieno di calore, di amore, di sincera amicizia.

Un natale su una “ Pegasus “ per guardare il mondo da un oblò per abbandonare

la cattiveria, le meschinità?

Per riscoprire il calore, la magia, il segreto del Natale e della sua meravigliosa unicità

di quello che lo rende magico, così Santo!

Per ritrovare noi stessi, per ricordarci che un tempo siamo stati umani, per continuare a sognare,

perché in fondo è vero i sogni vivranno per sempre!

BUON NATALE !

 

                     Vincenzo Calafiore

 

mercoledì 18 dicembre 2024


 

                   Forse ci vorrebbe un sogno

 

Di Vincenzo Calafiore

18 Dicembre 2024 Udine

 

E ritrovarsi con la pelle graffiata da un sogno, come una vela segnata dalla tempesta, dopo aver attraversato in lungo e in largo la notte.

Ho pensato a quanto sia faticoso stare con me, per tanti motivi, o forse per i miei lunghi silenzi.

Ho rivissuto i miei lunghi viaggi dal cuore alla testa, non si tratta di brevità, neanche di un solo giorno, è di una vita che si tratta, per arrivare ad essere “ tutto “.

Ci sono luoghi meravigliosi a cui spedire la vita, in cui volersi perdere, per tornare su queste spiagge abbandonate dal mare, aride e desolate esistenze, circoscritte, delimitate dal niente.

Ci vorrebbe un sogno,un sogno talmente bello che ci possa  allontanare dall’essere un niente, in questo circuito mediale, frenetico e nervoso per certi versi, forse anche di più, stupido, di grande stoltezza; e nonostante ciò, nonostante l’aver constatato e toccato con mano nei suoi stessi fondali, tutta la sua crudeltà, la sua permeata vocazione alla morte piuttosto che alla vita, alle emozioni del semplicemente vivere, del voler vivere una vita per lo meno diversa da questa in cui impazziti e prigionieri crediamo di vivere mentre in realtà no, non ne siamo capaci, non ne abbiamo più il desiderio di cambiarla o di tentare di cambiarla. Siamo che un immane gregge di pecore guidato da un solo pastore: il male!

Se si potesse in qualche modo cambiarla questa “ipotesi di vita” .

Da qualche tempo non riesco più a scrivere è come se mi fossi  in qualche maniera inaridito. Non si può spiegare e neanche immaginare credo, come possa mancare la scrittura, qui in questo crogiuolo di umanità mancate il cuore si inaridisce.

Ad un certo punto mi sono mancate le parole, mi sono mancati i colori, le immaginazioni, le filastrocche, i giochi di parole.

Con una pagina non si può bleffare, se non piace, non piace; se invece si riesce a trovare le parole, i colori allora si riesce a scrivere.

Ho smesso di scrivere perché non mi piace più scrivere per coloro a cui non importa più niente oltre che a accumulare ricchezza di ogni genere; a parte quelli che non sono riusciti a crescere come, non capiscono più, si sono dimenticati che ci si può ancora innamorare di una donna come della vita.

La verità è che le persone non riescono a parlare neppure tra di loro!

Ci sono molte forme di cattiverie, e quella più tremenda è quella messa in atto da un potere occulto  di spezzare l’ingenuità e l’amore della scoperta della vita nelle persone.

Consciamente o inconsciamente avanziamo nel labirinto dell’orrore, e proviamo nel nostro corpo il rischio estremo di perdere noi stessi e il mondo che un tempo ci è appartenuto.

C’è una reale esperienza in noi che ci dice che in questo racconto della vita tutto è vero, l’occhio che esplode in tante visioni contemporanee, il cervello che salta per aria, le allucinazioni, gli sdoppiamenti, le rotture dei margini, questa è la coazione come esperienza indicibile: indicibile perché non deve  e non può essere detta, perché d qualche parte privati della parola è privati del corpo.

Ma è anche da lì che potrebbe partire la resistenza, come risposta avversa, per cambiare, per vivere.

Per un po’ ho cercato di tenere la chiave dei sogni, entrando e uscendo dal gioco degli specchi magici … ma è un gioco molto difficile e rischioso come ben sanno  gli sciamani, che per vivere si arrampicano su una scala verso il cielo o si inabissano nel profondo regno delle anime perdute.

Questo è lo spirito con cui affido la scrittura, il destino delle parole, le ali del pensiero, forse così riuscirò ad allontanarmi da questo orrore in veste di grande umanità!  

domenica 15 dicembre 2024

 

                       E’ solo un inganno la notte

 

Se solo mi sfiorassi con quella bocca

saprei che non è finita,

più dolce la malinconia

più breve la notte degli inganni.

 

Ancora una carezza e poi ancora

con l’illusione di volare.

Ti ho negli occhi

da quel lontano tango

dal primo bacio

dai giorni rubati ai tuoi occhi.

Vieni ora, qui adesso

se vuoi salvarmi cerca di esserci!

                                            

                             Vincenzo Calafiore

sabato 14 dicembre 2024

 " NON TUTTI QUELLI CHE SORRIDONO SONO FELICI,

CI SONO LACRIME NEL CUORE CHE NON ARRIVANO AGLI OCCHI "

venerdì 13 dicembre 2024


 

E’ affascinante l’idea ….

 

Di Vincenzo Calafiore

13 Dicembre 2024 Udine

E’ affascinante solo l’idea di poter dire a una donna: io ti amo!

Affascinante l’amore, questo affetto profondo e pieno, fin troppo complesso per essere definito in maniera esaustiva.

Eppure, ci si trova spesso ( da profani) impegnati nel reperire delle parole che possano in qualche maniera manifestare l’intensità, la forza, la peculiarità delle diverse sensazioni tipiche dello scoprirsi  o sorprendersi “ innamorati “ di una donna, pura energia che fa evolvere e crescere, trasformare la personalità, al punto di rendere un uomo, irriconoscibile.

E’ magico quel momento in cui la parte più ingenua dell’anima si apre all’esperienza amorosa, alle gioie della passione, l’amore finisce per inglobare le persone nella loro interezza, uno stato di beatitudine e un’intesa emozionale forte, passionale, da capogiro indescrivibile.

L’amore entra nel cuore, violandone i confini!

Bisognerebbe scrivere un memoriale di questa affascinante felicità, da semplice innamorato, e da uomo o donna che sia parlarne, raccontarle, viverle come da un fuoriscena, da  esiliati pure, ma viverle, farsi intrappolare dal gioco narrativo.

 

Farlo con una scrittura rastremata ed estrosa, sigillata da un bacio, sigillo di un giuramento, che ne reclama l’esistenza e la pronuncia come a distendersi in una costellazione verbale di sapiente sostanza e di racconto vitale, trasmettere un’aria antica, rassicurante, onesta, per certi versi leggendaria per il tempo che rimane.

 

Ma a un certo punto la magia svanisce e sembra che l’amore sia finito.

L’amore non finisce mai, sono cambiati l’aspetto, l’intensità, rimangono i sentimenti, le parole che raccordate alle cose, esprimono un pensoso disincanto,nei riguardi del transito granulare della passione.

Con la naturalezza propria dei miracoli, comincia a rifiorire, il primo assaggio di un altrove pronto a crepitare come il fuoco nel camino o come brace sotto la cenere della comune esistenza.

 

Scrivere dell’amore è scrivere contro la banalità, anche di quel – ti amo – se non è dal cuore.

Serpeggia intanto la malinconia, un contrappunto amaro di dolcezza sfiorita, dell’andare del tempo inarrestabile e pure di quel grande deserto  che sta intorno all’amore che nessuno mai si è sognato di poter esplorare.

 

Nella dorata conchiglia della presenza-assenza suona la voce del cuore, tenero e grande dispensatore di un’immortalità di sogni e di emozioni, che come una barca conduce in altri altrove, in altre dimensioni, dove regna supremo l’amore!

 

Dunque l’amore è il personaggio del libro che scriviamo, se un personaggio che ami muore, per risuscitarlo … basterebbe tornare in dietro di un paio di pagine.

Dunque amare è un vivere con pari intensità l’amore che salva dal vuoto esistenziale ebbro di utopie e false ideologie.

Vivere forse è un fuoco acceso da uno sguardo, da un sentire dentro, da uno sciame sismico interiore, da un bacio gaglioffo!

E’ questo l’amore!

 

mercoledì 11 dicembre 2024


 

A poco a poco

 

Di Vincenzo Calafiore

11 Dicembre 2024 Udine

 


E’ una notte lunga, di magiche immaginazioni inchinate a un futuro che se pur incerto aveva seco l’innocenza nello scenario di una guerra a finire: è la notte in cui ho respirato la vita,

l’ 11 dicembre ! E c’era nell’aria la magia del Natale.

Così, ricordando, la scrittura è spezzata, frangente come le onde del mare su uno scoglio vinto dal sole.

I pensieri si poggiano leggeri sulla ragione, in riva a un mare immaginato, come sassi piccoli e tondi che il mare prende e riporta; si esalta il mio linguaggio pigro e indolente, in questo tempo presente:

il presente sospeso dell’arresa e dell’attesa, del desiderio e della malinconia.

E’ una notte flamenca, dai ritmi sempre più serrati, come le onde, come una tempesta.

E’ un rifugio che mi accoglie e mi lascia andare, è una notte che si esprime qui, in libertà, come impeto di una passione vissuta con discrezione.

Oggi è l’11 dicembre e sono al culmine di un’esistenza irrequieta, portoricana, voluta dal destino così, provvisoria, nulla è permanente, nemmeno la vita.

E’ uno scrivere di un’età tempestosa, di personalità, proprio come il mare che mi ha visto nascere, di un flusso e riflusso che non si consuma, ma consuma.

Questa età è il tempo della contemplazione.

Solitario!

 

Il tempo della saggezza che non ho, perché sono mare infinito, fluttuante, sciabordante, nell’eterno conflitto tra l’esistere e l’amare e nell’assoluta complicità tra l’andare e il venire, il fuggire e ritornare.

Il tempo della distanza, della lontananza, del distacco, del piacere, ma anche del dispiacere della prigionia della forza che mi tiene a terra vietandomi allo stesso tempo di volare.

 

Mi sono detto: Enzo non devi usare il tempo, imbrogliarlo, cadenzarlo a tuo compiacimento, devi lasciarlo libero, devi lasciarlo andare. Prova. E’ una questione di d’amore e tu devi consegnarti a questo amore.

Allora, in questa età mia nuova “ Amare” è un consegnarsi, a un presente, a un ciclo presente ed evanescente, che non deve essere sciupato, né occupato né sottomesso, perché l’amore oltre ad essere desiderio è anche passione è flamenco.

 

Ecco allora che la mia scrittura nel raccontarla, asseconda il ritmo del cuore che si stacca dalla quotidiana realtà mortale per muoversi maestoso e lento verso un orizzonte che solo lui conosce.

E, pian piano, mi mostra, prima sfocata e poi sempre più nitida, sempre più meravigliosa visibile, misteriosa alcova di un’età avanzata, in grado di fermare il tempo, amabilmente disordinata, scorretta e irriverente.

 

E’ un’età circondata dal mare, da un mare capace di introdursi mansueto in ogni ruga, come in un’insenatura, di spaccarsi dolcemente contro gli zigomi, negli occhi.

Il mare dunque, azzurro, blu, grigio, celeste, verde, buio o bianco, cobalto, viola, questo mare che lambisce i contorni dell’anima, modificandola ininterrottamente.

Così come accarezza i contorni dell’anima, li travolge e li ridisegna spostando il centro del discorso dalla vita all’amore, quell’amore che da serenità.

Come l’età mi ricorda che esiste la morte, così l’oceano mi ricorda, con la sua vastità e immensità, che non siamo niente, niente di rilevante, niente di durevole!

Ma non importa, se hai l’amore nel cuore tutto è sopportabile perfino la morte!

 

venerdì 29 novembre 2024


 

Do ut des

 

 

Di Vincenzo Calafiore

29 Novembre 2024 Udine

 

Che cosa è l’Amore?

L’amore è un sentimento di puro affetto nei confronti di un’altra persona, che si manifesta come un assoluto desiderio di voler bene. Va oltre il desiderio fisico, raggiungendo livelli di dedizione, attrazione, attaccamento.

Si basa sul principio del – do ut des -  “ io do affinché tu dia “

L’Amore è un affetto profondo, forse anche troppo complesso per essere definito in maniera esaustiva. Eppure, ci si trova spesso impegnati nel reperire le parole che possano tradurre l’intensità della forza, la peculiarità delle sensazioni dello scoprirsi innamorati, di sorprendersi di quell’energia che fa evolvere e crescere,trasformare le personalità, al punto di rendere il soggetto diverso, irriconoscibile.

Nel momento in cui la parte più ingenua dell’anima è indotta ad aprirsi all’esperienza amorosa si finisce per perdere la capacità di rimanere in maniera coerente negli affetti, rifuggendo la razionalità, grande nemica della passione e delle gioie.

La vulnerabilità diviene così il prezzo da barattare con la profondità di un sentimento i cui confini sembrano espandersi sempre più, fino a inglobare la persona nella sua interezza.

Nulla farebbe presagire in uno stato di beatitudine di una intesa emozionale, che la più grave minaccia a tale pienezza potrebbe annidarsi proprio là dove c’è la felicità.

 

“ Una personalità narcisista

Votata all’assoggettamento

Perpetuo dell’altro “

 

Cosa accade, allora, quando il patner che dichiara l’amore infinito si trasforma all’improvviso in un nemico pericoloso, in grado di distruggere e schiacciare la personalità dell’altro, fino al punto di modificarne la struttura, da spegnere gli slanci vitali più elementari, rendendo impossibile qualsiasi aspirazione al personale benessere, alla realizzazione, alla felicità?

Se l’amore si trasforma in una prigione, il legame diventa un nodo scorsoio che porta alla morte

psicologica.

Se coloro che a forza sono entrati nel cuore violandone i confini, scoprono le violenze derivanti dalle manipolazioni, a nulla serve difendersi, perché nel momento in cui si prende coscienza della vera identità dell’amato è già tardi per tornare a riprendersi la propria vita.

 

Uomini e donne sembrano ad un primo contatto individui seduttivi. Hanno modi affascinanti, per nascondere la loro subdola influenza psicologica sulla possibile “ preda”.

All’inizio di un rapporto, i loro atteggiamenti sono molto simili a comuni manifestazioni d’amore, ma un po’ alla volta  cade la maschera e succede quello che meno ci si aspetta.

La saggezza imporrebbe di fuggire al più presto, ma accade proprio il contrario, la vittima si sottomette al suo carnefice, con conseguente perdita di stima e fiducia in se stessa.

 

Ma cosa induce a portare avanti una relazione malata?

 Si dice che l’amore è cieco, ma quando arriva il momento in cui si è costretti a ritrovare la vista, ci si rende conto del fallimento, arrivano stati d’ansia, sensi di colpa, paure,mancanza di sicurezza, senso di vergogna e isolamento i corollari più frequenti del generale stato di prostrazione in cui cade la vittima!   

 

 

 

 

 

 

 

 

 

mercoledì 27 novembre 2024

 

 

 

JAN TODISCO

 

“ Si dice di lui ”

 

Ti colpiscono gli occhi, soprattutto. E un certo modo di farli parlare.

La voce, che a un tratto sembra spegnersi in un suono secco, d’improvviso si dilata e s’aggrotta restando tuttavia sempre nitida.

E ti sorprende la sua risata, la sua maniera di ridere, ridono anche gli occhi a guardarli bene,

che dire del suo sorprendente ottimismo?

E ti sorprendono le mani, le dita affusolate come quelle di un ragazzo di 77 anni, inventate dalla sua grazia.

Era tempo che io Jan Todisco volevo parlare di lui, quasi un’urgenza esistenziale di raccontare Vincenzo Calafiore, un pezzo di storia personale attraverso le pareti di certi labirinti in cui non ha mai avuto paura di perdersi.

Anzi! Argomenta, talvolta esemplifica e soprattutto ricorda sul filo d’una nostalgia che diventa pian piano consapevolezza d’un tempo che non può ritornare.

 

Così i suoi occhi, quegli occhi che parlano, brillano di malinconia, saettano nel vuoto delle certezze, s’adagiano nella contemplazione della storia personale che coincide con quella di mezzo secolo di cose ed eventi che lo hanno segnato.

Non si è mai arreso, neanche alle peggiori evidenze; quasi a volersi mettere al riparo spesso lui afferma dopo una sconfitta: “ ..hai mai visto un’onda arrendersi? Mai! “  Per questo ama il mare.

Lo ama così tanto che ha coniato un pensiero che a leggerlo attentamente si intuisce il suo grande amore per questa forza della natura:

 

Una volta che hai visto il mare

Non potrai più farne a meno di guardarlo.

E camminerai per strade da cui potrai

Vederlo sempre”

 

Con Vincenzo Calafiore ci conosciamo da una vita, assieme al Liceo Classico … era sempre con la testa fra le nuvole.

L’ho rivisto dopo una ventina d’anni. Ho suoi ricordi sin da bambino e l’ho seguito nella sua crescita artistica, è un formidabile scrittore che riesce a incantare coi suoi scritti, mai banali, mai sporchi.

Parla poco di se e delle sue paure, tanto delle certezze, tra digressioni e ricordi, tra brevi risposte e lunghi silenzi.

 

Non è un personaggio facile, il libertario, l’anarchico inteso in senso artistico.

Vincenzo Calafiore, uno che ha saputo opporre molti no ai più semplici si. Uno che, agli anni difficilissimi che ha attraversato non si è mai arreso.

Basti pensare che a un certo punto della sua vita, molla tutto perché sente che la sua vita è da un’altra parte e abbandona la sua città natale.

 

C’è una parte della sua storia che la dice lunga sulla sua testardaggine. “ Mi sono sempre sforzato di invertire il corso della sfortuna, facendola diventare cosa buona e necessaria, per apprezzare sempre più quel che ho.

 

E’ riuscito a dare una forma concreta al suo sogno, è stato sempre uno di quelli che ha amato fino in fondo le sue follie.

Una cosa è certa, lui constata che i suoi primi 77 anni non gli basteranno per tutte le altre cose che vorrebbe fare “ Ce ne vorrebbero altri 77  “ mi dice candidamente e se qualcuno gli chiedesse se rifarebbe tutto quello che ha fatto, risponderebbe di si.

 

“ Tanto, una vita non basta per tutte le esperienze. Quindi vorrei fare tutte le cose e le altre esperienze che non sono riuscito a fare “ . Questo è ora il suo sogno, fare tutto quello che non è riuscito ancora fare!

 

 

                                                     

 

domenica 24 novembre 2024


 

La magia dell’amore

 

Di Vincenzo Calafiore

25 Novembre 2024 Udine

 




“ … pur desiderandolo non la baciò,

si limitò a trattenere il suo viso tra le mani

per respirarne il profumo.

Lei era una di quelle donne che la vita

le aveva insegnato ad attendere …

non esiste nulla di più di meraviglioso

al mondo: incontrare labbra che non hanno fretta! “

                                      Vincenzo Calafiore

 

Nonostante tutto in questo mondo sottosopra a vincere è l’amore, la magia dell’amore con tutte le sue facce, corrispondenti ciascuna a una diversa manifestazione dello stesso istinto, che chiede di poter essere appagato tramite una relazione.

Ma è vero anche che la “ passione “ fa paura, perché in ogni caso implica una condivisione con qualcuno che può tradire, che può abbandonare.

Solo gli ingenui o i temerari possono credere che si possa amare semplicemente.

 Il sentimento – amore – pare che sia stato

 “ creato” per i coraggiosi, disposti ad affrontare le sofferenze, pur di assaporarlo.

Tuttavia le pulsioni affettive, dovrebbero già contenere in sé la forza necessaria per superare le paure che questo sentimento genera. Così dovrebbe essere, nonostante le smentite di questi tempi, caratterizzati da diffusa violenza e dalla paura di legarsi a qualcuno e di assumere il peso anche emotivo che tale esperienza comporta.

L’istinto privo di coraggio per vincere le paure, lascia i rapporti sospesi in una sorta di limbo, uno spazio in cui mancano definizioni precise condivise: condizione che ne decreta la fine. Un generalizzato conflitto tra desiderio e paure tende a coinvolgere anche le passioni più travolgenti, sacrificandole al baratto con la tranquillità.

E così la donna maestra di seduzione procede con più cautela, assimilandosi sempre più in questo all’uomo, che di cautela pare ne abbia da vendere.

Quindi la paura dia amare potrebbe essere collegata all’insicurezza ed alla confusione tipica di questi anni, in cui a fatica si riesce a distinguere ciò che è importante, da ciò che rappresenta una maschera, un’illusione. Le esperienze si consumano in fretta spinte dalla tendenza al consumo e al cambiamento in tutti i contesti della vita.

Oggi in questo mondo sottosopra si corre sempre più per stare al passo di questi tempi, ma si finisce per non vivere a fondo nulla, senza emozioni, senza poesia; finisce per produrre delle precise ripercussioni sul comportamento sia individuale che collettivo.

“ Uomini e donne in questo tempo, liberi e tolleranti sono tuttavia accomunati dagli stessi problemi a vivere con gioia pienezza e sincerità l’attaccamento reciproco.”

Una prima conseguenza riguarda l’identità personale, che finisce per essere determinata dall’esterno. Tempi in cui ogni soggetto viene considerato per ciò che sembra e non per quella che è la sua vera natura, e si finisce per indossare una maschera.

Ma se l’adozione di veli rassicuranti appanna l’identità, le paure e le incertezze finiscono con il complicare o escludere l’amore.

Per una relazione d’amore “ funzionale “ sembra sia necessaria o indispensabile un’adeguata capacità di – stare da soli con se stessi – e non avere bisogno dell’altro per sopravvivere.

In quei periodi in cui non si vive una storia d’amore la sensazione di solitudine può sembrare talvolta intollerabile e si fa di tutto per incontrare una lei! Spinti da un insano impulso ad accoppiarsi si finisce per commettere l’errore di scambiare per buono ciò che è solo una pallida idea di ciò di cui si ha realmente bisogno, cadendo in relazioni difficili e conflittuali, talvolta scellerate.

Ma se sono dei sentimenti o pulsioni indipendenti, perché è così difficile distinguere il desiderio sessuale dall’amore?

Oggi tutta questa libertà, forse per la prima volta nella storia dell’umanità, è un diritto di tutti, uomini e donne, nei loro diversi e possibili orientamenti sessuali. Il sesso è finalmente depenalizzato e l’amore non ne rappresenta più necessariamente l’assoluzione. In questo periodo storico in cui la libertà e legge di mercato fanno tornare in auge il corpo come oggetto di consumo e sede di istinti, più come status symbol che come fonte di piacere

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

giovedì 21 novembre 2024


 It's about you


By Vincenzo Calafiore

November 22, 2024 Udine


At a certain point the fountain pen slides on the paper and line after line it heads towards the highest sky contained in a white sheet; the thought dissolves agilely in the story of its own imaginations, among its own figures hidden in the invisible networks of reasoning.

And when the themes most fertile of solicitations manage to read articulated narrative measures, oscillating between dialogues and descriptions, desires and emotions, here the page opens like an album leafed through by the desire to see the imaginations materialize, to hold them in a suspension of reflections and to preserve them for the nights without sea.


Read them in an intertwined talk of bodies and hands ... a subterranean and persistent echo of literary schools of the second half of the twentieth century and, in particular, of the School of the gaze, of the imaginary deepening of a - beyond - of that dialogue of bodies in the shadows of a long night.

Without forgetting the absolute feeling inside, identified as love, as belonging, which is identified in those nocturnal characters on which the poetic delicacy of kisses presses, of hands that search for each other in "that great sea" of feeling inside.

However, the strong suggestive emotions aroused by the passionate voluptuousness of holding each other, skin to skin, bodies to bodies, remain suspended in the air, crystallized in the poetry of the shadow!


Transformed in the night like fog around an - I love you -!

Giving oneself in those whispered dialogues that question and arouse new emotions, new peaks of passion that call into play other desires, other dreams to be realized before the night is devoured by the light.

It is a discovery of something fascinating, sublime: wanting each other again!


Both bound by an all-encompassing passionate love, it is then that the claustrophobic world of obsessions, fears and doubts moves away even if it comes to life like a movie scene, clips, embarrassing details, exaltations and follies, passionate backgrounds of the moment pass by... discoveries from the sun and the sea, of the absolute pleasure enclosed in a kiss!


An incomparable moment, the hurricane of things that lovers exchange, like two explorers who explore their bodies, their souls! The love that is made in bed, when love screams.

And if only it were possible to deliver "this knowledge" to those like us who fight the aridity of sex, the dehumanization of that "I love you"!


Towards the dawn, the fluid prose makes the sequences of dialogues slide into a natural course that serves to preserve them without any friction, despite the dense honeyed language of the bodies, of the thoughts of an I love you just on the lips ready to take flight like Icarus in the next day!


Spectacular visions light up that will remain all day in that sea of ​​silence, waiting for a next night if there ever will be one; a night like this is unforgettable, it is a fragment of life that remains waiting for new life in the same hands, in the same bodies, in the same slow breathing of that I love you that animates the nights, lights the fire on the andirons of the night. It is a hymn to the beauty of life, to the joy that reddens the language of love, makes it sweet and pungent, crystalline and ardent, above all – ardent – ​​in the concave voice of lovers!


E’ di te, che si tratta

 

 

Di Vincenzo Calafiore

22 Novembre 2024 Udine

A un certo punto la stilografica scivola sul foglio e rigo dopo rigo si avvia verso il cielo più alto contenuto in un foglio bianco; il pensiero si scioglie agile nel racconto delle proprie immaginazioni, fra le proprie figure celate tra le invisibili reti del ragionamento.

E quando le tematiche più fertili di sollecitazioni riescono a leggere misure narrative articolate, oscillanti fra dialoghi e descrizioni, desideri ed emozioni, ecco la pagina aprirsi come un album sfogliato dal desiderio di vedersi materializzare le immaginazioni, di trattenerle in un sospeso di riflessi e di conservarle per le notti senza mare.

 

Leggerle in un intrecciato parlare di corpi e di mani … una sotterranea e persistente eco di scuole letterarie del Secondo Novecento e, in particolare, della Scuola dello sguardo, dell’immaginario approfondimento di un – oltre – di quel dialogo di corpi nelle penombre di una lunga notte.

Senza tuttavia dimenticare l’assoluto sentire dentro, identificato come amore, come appartenenza, che si identifica in quei personaggi notturni sui quali preme la poetica delicatezza dei baci, delle mani che si cercano in “ quel mare grande” del sentirsi dentro.

Restano, comunque, sospese nell’aria, cristallizzate nella poesia dell’ombra le forti emozioni suggestive suscitate dalla voluttà passionale dello stringersi, pelle con pelle, corpi con corpi!

 

Trasformati nella notte come nebbia attorno a un – ti amo -!

Donarsi in quei dialoghi sussurrati che interrogano e suscitano nuove emozioni, nuovi picchi di passioni che chiamano in campo altri desideri, altri sogni da realizzarsi prima che la notti sia divorata dalla luce.

E’ un scoprire qualcosa di affascinante, di sublime: volersi ancora!

 

Entrambi legati da un amore passionale totalizzante, è allora che il mondo claustrofobico delle ossessioni, delle paure dei dubbi si allontana anche se si anima come la scena di un film passano spezzoni, dettagli imbarazzanti, esaltazioni e follie, sfondi passionali del  momento .. scoperte dal sole e dal mare, del piacere assoluto racchiuso in un bacio!

 

Impareggiabile momento l’uragano di cose che gli innamorati si scambiano, come due esploratori che esplorano i propri corpi, le proprie anime! L’amore che a letto si fa, quando l’amore urla.

E magari fosse possibile consegnare “ questa conoscenza” a chi come noi combatte l’aridità del sesso, la disumanizzazione di quel “ ti amo”!

 

Verso gli albori la prosa fluida fa scivolare le sequenze dei dialoghi in un corso naturale  che serve a custodirle senza alcun attrito, nonostante il denso mieloso linguaggio dei corpi, dei pensieri di un ti amo appena sulle labbra pronto a spiccare il volo come Icaro nel prossimo dì!

 

Si accendono spettacolari visioni che resteranno tutto il giorno in quel mare di silenzio, in attesa di una prossima notte se mai ci sarà; una notte così è indimenticabile, è un spezzone di vita che rimane in attesa di nuova vita nelle stesse mani, negli stessi corpi, nello stesso respirare lento di quel ti amo che anima le notti, accende il fuoco sugli alari della notte . E’ un inno alla bellezza della vita, alla gioia che imporporano il linguaggio dell’amore, lo rendono dolce e pungente, cristallino e ardente, soprattutto – ardente – nella concava voce degli amanti!

  

se trata de ti



Por Vincenzo Calafiore

22 de noviembre de 2024 Údine


En cierto punto la estilográfica se desliza sobre la hoja y línea tras línea se dirige hacia el cielo más alto contenido en una hoja blanca; el pensamiento se disuelve ágilmente en el relato de sus propias imaginaciones, entre sus propias figuras escondidas entre las redes invisibles del razonamiento.

Y cuando los temas más fértiles de la solicitación logran leer medidas narrativas articuladas, oscilando entre diálogos y descripciones, deseos y emociones, la página se abre como un álbum hojeado por el deseo de ver materializadas las imaginaciones, de mantenerlas en una suspensión de reflexiones. y guárdalos para las noches sin mar.


Leerlos en una conversación entrelazada sobre cuerpos y manos... un eco subterráneo y persistente de las escuelas literarias de la segunda mitad del siglo XX y, en particular, de la Escuela de la mirada, del estudio en profundidad del imaginario de un -más allá- de ese diálogo de cuerpos en las sombras de una larga noche.

Sin olvidar, eso sí, el sentimiento interior absoluto, identificado como amor, como pertenencia, que se identifica en esos personajes nocturnos a los que presiona la delicadeza poética de los besos, de las manos que se buscan en "ese gran mar" de sentimiento interior.

Sin embargo, las fuertes emociones sugerentes que despierta la apasionada voluptuosidad de abrazarse, piel con piel, cuerpos con cuerpos, quedan suspendidas en el aire, cristalizadas en la poesía de la sombra.


Transformada en la noche como niebla alrededor de un - ¡Te amo -!

Entrégate a esos diálogos susurrados que cuestionan y despiertan nuevas emociones, nuevas cimas de pasión que ponen en juego otros deseos, otros sueños por realizar antes de que la noche sea devorada por la luz.

Es descubrir algo fascinante, sublime: ¡querer más!


Unidos por un amor apasionado que lo abarca todo, es entonces cuando el mundo claustrofóbico de obsesiones, miedos y dudas se aleja aunque cobre vida como una escena de una película, clips, detalles embarazosos, exaltaciones y locuras, fondos apasionados del momento pasa... descubrimientos del sol y del mar, del placer absoluto que contiene un beso!


¡Momento incomparable es el huracán de cosas que los amantes intercambian, como dos exploradores explorando sus cuerpos, sus almas! El amor que haces en la cama, cuando el amor grita.

¡Y tal vez fuera posible entregar "este conocimiento" a quienes luchamos contra la aridez del sexo, la deshumanización de ese "te amo"!


Hacia el inicio, la prosa fluida hace que las secuencias de diálogos se deslicen en un curso natural que sirve para preservarlas sin fricción alguna, a pesar del lenguaje denso y meloso de los cuerpos, de los pensamientos de un te amo apenas en los labios listos para emprender el vuelo. como Ícaro en el próximo Of!


Se encienden visiones espectaculares que permanecerán todo el día en ese mar de silencio, esperando la noche siguiente, si es que alguna vez la habrá; una noche como esta es inolvidable, es un pedazo de vida que queda esperando nueva vida en las mismas manos, en los mismos cuerpos, en el mismo respiro lento de ese te amo que anima las noches, enciende el fuego en los morillos. de la noche. Es un himno a la belleza de la vida, a la alegría que embellece el lenguaje del amor, haciéndolo dulce y punzante, cristalino y ardiente, sobre todo -ardiente- en la voz cóncava de los amantes.


 

OLEIFICIO LICASTRO AZIENDA AGRICOLA

 

Di Vincenzo Calafiore

21 Novembre 2024 Udine

 

 

Il Calabrese è di solito associato a “testa dura”, testardo, caparbio.

Si dice dei “ Calabresi”  che hanno un carattere ostinato, duro, chiuso, crudo, deciso. Altri descrivono i Calabresi come bugiardi, ciarlatani, millantatori, dotati di una carica di aggressività che qualche volta sfocia in un furore mistico.

Gramsci in “Letteratura e vita nazionale” (uno dei Quaderni del carcere) scrive, che i calabresi sono gente dal carattere temprato come l’acciaio. Corrado Alvaro invece scava più in profondità e coglie bene le contraddizioni. Il calabrese riesce ad essere primitivo e raffinato, patriarcale ed avventuroso, taciturno e riflessivo, egoista e generoso, capace perfino di slanci verso l’inconoscibile e il cielo; in preda a feroci passioni ed insieme in grado di discettare di questioni filosofiche o di argomentare con cavilli sottili ed affinati. A volte umile e sottomesso, altre fiero, altero, audace ed arrogante. Qualcuno ritiene che per capire i calabresi bisogna guardare al paesaggio, alla vegetazione, al clima, agli odori, ai sapori del territorio poiché la nostra vera essenza, quella più autentica, è intensa e passionale. Saremmo, secondo costoro, un popolo in grado di mettersi in competizione perfino con se stesso, troppo orgoglioso per farsi dominare, risoluto nel riaffermare la propria indipendenza fino al punto di abbandonare la propria terra pur di non umiliarsi ed inchinarsi. Nostalgico e tradizionalista, individualista e “anarchico”, il Calabrese ha  forte in se il senso della famiglia, dell’onore, della rettitudine e questi valori trasmette ai propri figli e discendenti. Non so se tutto questo corrisponda al vero o sia il frutto di una idealizzazione di maniera o, addirittura, letteraria, in ogni caso presenta il fascino degli opposti.

Detto questo mi piace soffermarmi sulla persona: Alfonso Licastro.

Giovane imprenditore a capo della “ Sua “ Azienda, giovane, ma capace produttore di olio, in una terra a dir poco meravigliosa e generosa, la Calabria. Ha tutte le possibilità di crescere assieme alla sua azienda, di espandersi e lo farà senza alcuna fretta, dipanando quotidianamente tutte le difficoltà cui andrà in contro.

Alfonso Licastro  non ha smentito le sue qualità, che sono l’onestà e l’orgoglio; non ha smentito neanche le altre che sono morali e che antepone ad ogni sua azione, specialmente nel campo imprenditoriale. E’ onesto, generoso, rispettoso del “cliente” che per lui non è un anonimo, ma una “ persona” da tenere in considerazione e rispettare nella forma più umana possibile che è propria,nella sua personalità, nel suo modo di essere prima come uomo, poi come “ imprenditore “ è per questo che lui Alfonso Licastro merita  tutte le stesse attenzioni che lui ha per l’altro.

Ha appreso dal padre l’arte di produrre l’olio e l’amore per la terra e con tanta passione oggi nella sua Azienda Agricola produce olio extra vergine di oliva di alta qualità, utilizzando tecniche di estrazione a freddo.

L’olio viene prodotto esclusivamente con olive provenienti dai suoi uliveti secolari e maestosi che sorgono ad oltre 650 metri di altezza, a Delianuova, nel cuore dell’Aspromonte.

Raccoglie meccanicamente le olive, nel periodo che va dall’inizio di ottobre e si protrae fino alla fine di novembre, momento in cui l’oliva è appena invaiata.

La qualità delle cultivar impiegate, la posizione strategica dei terreni consente di avere una materia prima ottima senza dover ricorrere all’uso di pesticidi e di anticrittogamici che sommati ad un processo di lavorazione attento e specializzato, restituiscono un olio genuino e ricco di fenoli, polifenoli e tocoferoli, fondamentali nella dieta di ciascun individuo. Il colore dell’olio è giallo oro, con intensi riflessi verdi, profumo deciso, il sapore morbido e avvolgente rendono questo olio unico. Dalla Calabria, da questo Paradiso di terra, un prodotto di eccellenza, di alta eccellenza!

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