….. e tu, chissà dove sei
Di Vincenzo Calafiore
9 Agosto 2024 Udine
“ … a volte mi pare di essere
un sogno che qualcuno ha
dimenticato di fare …… ! “
Vincenzo Calafiore
A questa età tutto
mi appare più grande, più insostenibile; le parole si ingarbugliano e vengono
storpiate dal fil di voce, tutto è diverso, nulla è come prima e pare di vivere
oltre che essere come un sogno, piuttosto abbozzato che realizzato.
C’è che le mie
parole sono più giovani di me, e continuano a girare per il mondo a produrre i
loro effetti, a far nascere e tenere in vita universi, mentre io combatto la
mia battaglia contro la vecchiaia sono in quel giro di boa sempre più stretto.
Come un guerriero
non più in armi combatto una moltitudine di nostalgie, vivo sempre più in
disparte, più piccolo, più ai margini.
Ho sempre pensato
che in questo mio “ Ciclo momentaneo che è la vita ad essere, e non la morte
inesauribile”, e deciso a realizzare il mio sogno d’amore oltre i
confini dell’età, del lecito e del possibile, regalandomi per il mio traguardo
appena tagliato una notte d’amore mercenario con una giovane donna.
Capita a volte di
ricordare il disincanto e sentire l’amarezza, la stanchezza, che si deposita
come una ruggine nei fondali della volontà e dell’immaginazione, della memoria.
…. e tu, dove sei?
Le nostalgie mordono
il cuore, i luoghi sono ricordi che vanno svanendo, rimane nell’aria la
fragranza sibillina di labbra come gardenie.
Dove sei adesso tu,
ora che la sabbia della mia clessidra è quasi alla fine ?
Io ho amato molto
vivere, degno del mio nome, dignitoso al cospetto della sofferenza che potrebbe
sopraggiungere, ma chi ama vivere dovrebbe anche concepire che, se ha ben
vissuto, la morte non è un dolore insopportabile, al contrario andrebbe difesa
dal quel non senso e dall’angoscia dell’eternità.
Ora il paesaggio
della memoria finisce con l’apparirmi distante, alternativo alle visioni e alle
sensazioni del presente.
Ed è nell’abitare
queste distanze che potrò cogliere la mobilità delle forme attorno che mi
accompagnano al diverso percorso mentale.
La vita che si è
persa, la vita che ho perduto nella tua assenza.
Vivo in un paesaggio
della memoria che scandisce l’accaduto con tutta l’irrevocabilità del pensiero
che fissa inesorabilmente ciascuno alla propria storia: solo che tra noi la
storia si è interrotta già molto tempo addietro!
C’è qualcosa, forse
una forza estranea e indistinta, seduta da qualche parte, provvede a riordinare
i ricordi dando loro significato e freschezza, come una sorte del giorno prima ….
E allora mi devo rassegnare alla nostalgia. Gli arabi la chiamano “ pianura
proibita “ quel territorio dove i ricordi fanno nascere testimonianze di
difficili prove.
L’amore e i ricordi
dell’amore sono come uno specchio portato ovunque su tutte le strade…. La strada
come metafora della vita, lo specchio, iconostasi tra soggetto ed oggetto, tra
segno e significato … come metafora del pensiero, della mente.
La verità è che
anche il tempo invecchia a noi resta il lavoro della nostalgia !
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