Persefone
Verso la Grecia, ritorno a casa, omaggio alla Madre Patria
Di Vincenzo Calafiore
6 Agosto 2024 Udine
Le collezioni archeologiche conservate presso il Museo Ellenico di Reggio Calabria, comprendono materiali che illustrano l’Arte e la storia della Magna Grecia ( dall’ottavo secolo a.C.) e materiale della preistoria e successivi periodi romano-bizantino.
Tra i reperti più significativi e di estrema Bellezza ricordo:
I Bronzi di Riace ritrovati a Riace in provincia di Reggio Calabria (Rhegion nella
Magna Grecia).
La Testa del Filosofo , ritrovata insieme ad altri pezzi a Porticello, nei
pressi di Cannitello
( frazione
di Villa San Giovanni), è
parte un ritratto di Pitagora di Samo del V sec. a.C. ed è un rarissimo esempio di
ritrattistica greca.
La Testa
di Basilea, originale greco in stile "tardo-severo" del V sec. a.C. parte di una statua di Zeus
Liberatore trovata nel relitto di Ponticello. Si tratta si una
riacquisizione recente da parte del museo poiché fu trafugata al ritrovamento e
venduta al museo di Basilea, da cui prese il nome prima della restituzione.
Il “ Kouros di Reggio”, scultura che raffigura Apollo proveniente dal tempio
di Apollo rinvenuto sotto la stazione ferroviaria di Stazione Lido R.C.
Il
Cavaliere Marafioti scultura
che raffigura un Dioscuro a cavallo portato da una sfinge, pertinente al Tempio
di Zeus di Locri Epizefiri.
La
collezione di “ pinakes”, ex voto in
terracotta recanti a rilievo scene del ratto di Persefone, provenienti da Locri
Epizefiri.
Tavolette
bronzee, provenienti da Locri Epizefiri
Collezioni
di gioielli, specchi in bronzo e medaglie,
monili in oro.
Il
Museo Archeologico Nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria per
importanza è pari al Museo Egizio di Torino, non se ne parla molto, è cosa
normale ( qui in Italia), ma vale davvero la pena di andarci e visitarlo per
fare un tuffo in quel periodo di massimo splendore che fu la “ Magna Grecia”;
ma visitare tanti altri Siti di grande importanza storica come lo è: “ Locri
Epizefiri “ in provincia di Reggio Calabria.
PERSEFONE
Tra
le pagine del mio vecchio vocabolario di latino ho trovato delle pagine di
quaderno su cui avevo scritto di Persefone.
Chi
era Persefone? ( Inizio con questa domanda)
Persefone
era figlia di Demetra ( dea della terra) e Zeus, con Zeus è diventata madre di
Persefone. Venne rapita da Ade a Hipponion ( Vibo Valentia prov. Di R.C. )
mentre raccoglieva dei fiori.
Persefone
nel momento in cui stava raccogliendo dei narcisi la terra si aprì e Ade la
portò giù negli inferi. Una volta negli inferi le venne offerta
della frutta: ella mangiò senza appetito. Ignorava però che chi mangia i frutti
degli inferi è costretto a rimanervi per l'eternità. La madre Demetra, dea della fertilità e
dell'agricoltura, che prima di questo episodio procurava agli uomini interi
anni di bel tempo e di raccolti, reagì disperata al rapimento, impedendo la
crescita delle messi, scatenando un inverno duro che sembrava non avere mai
fine. Con l'intervento di Zeus si arrivò a un accordo, per cui, visto che
Persefone non aveva mangiato un frutto intero, sarebbe rimasta nell'oltretomba
solo per un numero di mesi equivalente al numero di semi da lei mangiati,
potendo così trascorrere con la madre il resto dell'anno. Così Persefone
avrebbe trascorso sei mesi con il marito negli inferi e sei mesi con la madre
sulla terra. Demetra allora accoglieva con gioia il periodico ritorno di
Persefone sulla Terra, facendo rifiorire la natura in primavera e
in estate. Se si suppone che Persefone sia rimasta con Ade per quattro mesi e
con Demetra per otto mesi, corrispondenti agli otto mesi di crescita e
abbondanza per essere seguiti da quattro mesi di assenza di produttività
si può vedere il parallelo con il clima mediterraneo dell'antica
Grecia. I quattro mesi durante i quali Persefone è con Ade corrispondono alla
secca estate greca, un periodo durante il quale le piante sono minacciate di
siccità. All'inizio dell'autunno, quando i semi sono piantati, Persefone
ritorna dagli inferi e si riunisce con sua madre, e il ciclo di crescita
ricomincia.
Persefone
si innamorò del bell’Adone che contese ad Afrodite, questa storia finì davanti
a Zeus che non sapendo cosa fare e per non scontentare ne Afrodite, ne
Persefone, lo affidò loro separatamente, un modo simile alla permanenza di
Persefone negli inferi, insomma divisa fra gli dei dell’Olimpo e l’Ade!
Il maggiore culto
nel mondo greco fuori dalla Grecia continentale era localizzato a Catania,
come testimoniato da Cicerone nelle Verrine e in Calabria. I pinakes calabresi di Locri Epizefiri rappresentano una delle produzioni artistiche
numericamente più consistenti dell'arte magno greca. I pinakes costituivano
il dono prediletto dei fedeli alla divinità.
Il soggetto più ricorrente tra i frammenti conservati è proprio il ratto di
Kore. Kore, “la fanciulla”, è l'epiteto che i poeti greci riservano
a Persefone quando costei è ancora la giovane e innocente figlia di Demetra,
prima che Ade la rapisca facendone la propria sposa. Le tavolette di Locri riproducono
uno schema grossomodo fisso a cui ricorrono centinaia di rappresentazioni
figurative greche: Ade, rappresentato come un uomo adulto dalla lunga barba,
afferra per la vita la fanciulla riluttante caricandola di peso sul suo carro
trainato da cavalli alati.
Ben altra atmosfera domina un altro consistente gruppo di pinakes, in cui
la coppia divina siede in trono pacificata e celebra la propria hierogamia, le
proprie nozze sacre. Talvolta la dea è raffigurata da sola, seduta in trono in
atteggiamento maestoso, segno della sua preminenza nella devozione dei locresi.
Uno dei più famosi santuari d'Italia dedicato alla dea Persefone, il Persephoneion,
si trovava proprio in Calabria, a Locri Epizefiri.
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