Per sopravvivere
Di Vincenzo Calafiore
30 Novembre 2015 – Udine
< Un libro ti salva da qualsiasi cosa, persino da te
stesso.
(Daniel Pennac) >
(Daniel Pennac) >
Le mie considerazioni su
“questo” odierno, tutto politica, tutto commercio e elettronica, di tanta solitudine;
da molto tempo pesano sulla mia esistenza. Troppa violenza, troppo sangue che
tinge le strade e muri lebbrosi di città vuote su cui ricadono come fango
maleodoroso, che tutto opacizza, perfino l’animo.
Città di poco amore.
Troppe le guerre
sparse per il mondo, guerre sanguinarie a colpi di macete e di coltelli
affilati per sgozzare, di uomini e donne che si fanno esplodere, per eliminare
altri esseri umani, per spargere terrore, in nome di un imprecisato.
“ Sei così,
sballottato in questo mare di odio e di rugginoso rancore, e non pensi ad altro
che a salvarti “, dicevo tra me e me, quando squillò il telefono di casa era la
voce rassicurante di Claudio De Muro che mi invitava ad un evento importante
bello.
E ieri sera alle ore
18 presso la - Home Gallery- Espressioni
d’Arte in Tolmezzo via IV Novembre è stata presentata la mostra dei quadri del
pittore Desio Muner della Carnia.
Un occasione questa
voluta e disegnata, sviluppata dall’instancabile e inesauribile fucina di idee
che è Claudio De Muro titolare della Home Gallery.
L’artista, il
pittore, o semplicemente Desio Muner alla veneranda età di 82 anni, ancora
acuto osservatore, nonché amante della natura, capace di cogliere la poesia e
l’emozione del mondo -Carnico-
quando si reca in quei regni fiabeschi col suo cavalletto, la tavolozza, i
pennelli.
Emozioni trasferite e
fissate sulla tela, di tante, tantissime tele, senza ansie e inquietudini, che offrono
al visitatore a volte distratto e superficiale, incapace di coglierle e di vedere
queste solo che semplice quadri in una cornice di legno, da posizionare a una
parete non per beltà, non per cultura, ma per arredo.
E’ il destino dei
quadri e dei libri.
Non sono figure
attorte, tormentate, le cui linee spigolose da cui spiccano occhi penetranti,
ineludibili che attraggono e sgomentano, occupando lo spazio in modo
perentorio, che parlano dell’anima nei suoi angoli cupi, inquieti, dolorosi.
Si tratta di Desio
Muner e il suo mondo di sfumata rocciosa presenza della natura con i suoi
antichi ed eterni vincoli che sfaldano la dodecafonia del nostro essere muto,
della psicoanalisi che vorrebbe riscrivere la mente in questo clima orrido. Non
è che una parte dell’anima di Desio Muner, indagabile attraverso l’arte,
attraverso la sua metamorfosi, che suggerisce punti di vista arditi, seguendo
le linee del suo amore per il fiabesco mondo Carnico, a volte spigoloso, a
volte drammatico, a volte solamente poesia. Così egli stesso, finisce per farsi
contenitore di quell’Io maestoso che deborda e invade di sé tutta la tela di
ogni singolo quadro.
In una sala molto
gremita la mostra è stata presentata
dalla Professoressa Silvia Marcolini che ha stilizzato in poche pagine quanto
di poetico è racchiuso in una tela, o nella pennellata decisa, o come carezza,
nelle tinte ovattate e crude, di lussureggianti primavere alpine; le stagioni
ricorrenti, i silenzi apparenti, l’aria, le pietre ed il cielo: le radici
invisibili ed ineludibili di una terra “ Carnica “, la Patria del Friuli.
Inoltre coi giusti
tempi e modulazioni di recitazione è stata dalla stessa letta la poesia “Omaggio
alla Carnia “ di Vincenzo Calafiore.
Quella sera c’era
un’aria pregna di una poetica sopravvivenza dell’arte alle barbarie di questo
odierno, quella sera ha vinto su tutto la cultura, godere del piacere di un
insieme straordinario di pittura e poesia, dei silenzi d’attesa, di sogni
fanciulleschi lontani sprigionati dall’incanto poetico di quei quadri, ingenui
e sinceri com’è la natura.
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