Quando si ama davvero
Di Vincenzo Calafiore
6 novembre 2015-
Udine
Ci sono delle cose,
eventi, che non si possono mettere da parte, dimenticare, o semplicemente dire
a se stesso “ no, non è successo niente “ se io dovessi fare questa affermazione avrei
detto in quel momento a me stesso una bugia, sarebbe un rifiutare la realtà.
In questa “ grande
via” che è il nostro quotidiano la gente ciabatta e chiacchiera come in un
vicolo napoletano. Le porte sono tutte aperte, il vento entra porta e prende le
voci per portarle ovunque, comari litigano ad alta voce… per tradimento, per
sfiducia, per disonore, per indignità, per banalità o cose stupide! E’ uno
scenario immaginato, certo, ma è l’immaginazione di una rappresentazione
teatrale dentro la quale si esibiscono più o meno buoni attori ognuno con la
propria parte da recitare, ognuno col peso del proprio destino e delle
personali malefatte, degli atteggiamenti sbagliati; tutto questo è zavorra che
camuffata in quei sorrisi a piena bocca, in quelle strette di mani, in quelle
pacche sulle spalle, in quei bracci alla vita, in quelle carezze.
In realtà non ce ne
fotte un bel niente “ morte tua vita mia” saggezza latina, e a cuor leggero
sconfiniamo nei territori altrui che siano, padri o madri, fratelli o sorelle,
amici, conoscenti, non importa è uguale, la stessa lama per tutti.
No, io un cosa così
lurida, una merdata così grande non la posso accettare mi rifiuto, non posso ne
voglio esserlo un attore prezzolato, a questa condizione, mi sono da sempre
opposto con ogni mezzo, assumendomene tutte le conseguenze, ma l’errore più
grande è quello di aver creduto di averlo trasmesso, il mio “ Amore”. La
delusione più grande che mai forse riuscirò a perdonare a me stesso è quella di
amare incondizionatamente.
Ma c’è l’Amore che
non è un atto dovuto, ma è donazione, devozione, un atto privo di pesantezza, è
una chiesa da non profanare, in cui è possibile parlare e prendere il fresco
nelle ore micidiali del pomeriggio.
C’è uno spartiacque
da non superare.
Ci sono orgogli da non
sottovalutare.
Ci sono dignità da
non calpestare.
Ma c’è anche un
chissà, forse è già iniziato quel viaggio del non ritorno, per allontanarmi
dalle falsità e dalle ipocrisie e non sempre come da Vangelo si ucciderà un
agnello per il figliol prodigo, non sempre.
Per amare ci vuole
tempo, dedizione, attenzione e cura, occhi.. e oggi di tempo non ce n’è
rovinati dalla velocità, distruggiamo la meditazione, i pensieri unici
dilagano, la complessità è andata perduta per sempre.
Sul terrazzo poco
illuminato, verso un bicchiere di acqua e ouzo, poi sorrido e penso che “ noi
terroni amiamo bere e filosofeggiare” mentre la mente decolla verso pensieri
del terzo tipo.
“ Agios” , in greco
vuole dire – unitario – omnicomprensivo, e io non sono più nell “ Agios “ e c’è
anche il soffio vitale, che non è vento, è << Anemos>>, dunque
anima.
Meglio fermarsi,
troppa rabbia in corpo, meglio tornare a casa, cioè in barca… quella dei miei
sogni!
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