Di Vincenzo Calafiore
28 Ottobre 2017 Udine
Questa società che
brulica, sfaccettata d’ignoranza, rumorosa e scomposta, sempre ai bordi del
cono di luce: l’Amore, dentro il quale cerca di collocarsi.
C’è il bisogno di amare ed
essere amati, come fosse nutrimento fondamentale per l’anima; così l’amore si
manifesta attraverso il dialogo affettivo, anche per risolvere nodi di
sofferenze personali, trasformando la relazione in qualcosa d’altro come l’amare
interiormente, nel linguaggio dei corpi.
E’ una sensazione
bellissima, indimenticabile emozione l’amore oltre i corpi, l’amore giornaliero
dei piccoli gesti, degli sguardi che s’incontrano e si parlano con il
linguaggio dei corpi.
Poi potrebbe accadere che
i corpi non si parlano più, e gli sguardi non s’incontrano è la tempesta che
sopraggiunge, ma se si ama sarà superata con altri linguaggi, con altri segni,
ma sempre amore rimane.
Nell’accerchiante
oscurità di questa cornice i volti s’intravedono, oscillano, vivono; i corpi si
appannano e si sgretolano …. Tanti annegano, cessano di vivere l’amore e
andranno per vie che non portano da nessuna parte se non verso il rimpianto.
Ma l’amore, il vero
amore, non perde la sostanziale caratura della raffigurazione chiaroscurale
dell’attesa e negli anni che volano via.
Non voler amare, non
amare, non riuscire più ad amare è un accovacciarsi dentro un gran sussulto di
nebbia davanti a un sipario immenso che potrebbe non alzarsi più.
Ad alzarsi sarà la
malinconia in un gran vuoto o nel grande rumore di passi, di cose pesanti
spostate: i ricordi, le immaginazioni.
Può allora verificarsi un
passaggio di significati, di senso, da un contesto di vita all’altro, o di una
dialettica parallela a quella specifica della coppia che vede due esseri amorevolmente
intrecciati o intrecciarsi; amare porta necessariamente rinunce, superamento di
egoismi personali e compromessi.
Tratti che apparentemente
con l’amore gioioso o giocoso sembrano non avere nulla a che fare, ma che
inevitabilmente si insinuano nella relazione.
Così amando e essere
amati, l’amore diventa fonte di gioia, benessere, conferme.
Ma l’amore non sempre è
una benedizione, può essere tormento, prigione, malattia che consuma al pari di
un malessere fisico da cui non ci si riesce a liberare facilmente!
<< … lasciami, non
trattenermi nella tua memoria …. >> l’addio.
Amare vuole dire anche
libertà, liberi di esprimersi, di raccontarsi o di immaginarsi diversi, magari
perdersi in un labirinto di frasi e di parole, di accenni e di sussurri.
Magari scrivere di lei
poiché scrivere è come baciare senza labbra e di baci si addensa la notte
quando parlano i corpi!
Nell’amore ci sono i
temuti silenzi, i teneri rimbrotti dopo i litigi immancabili, pause nella vita
che sin da quel momento del primo incontro non è stata più la stessa;
l’incontro notturno intensamente voluto impossibile descrivere le emozioni le
sensazioni in un gioco denso di erotismo e non privo di sorprese e di colpi di
scena.
Non amare o non essere
amato è come voler scomparire da una fotografia, facendo uno sforzo tremendo
per trascinarsi dietro il peso mostruoso delle proprie passioni.
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