Tanto meravigliosa da non poterne fare a meno
Di Vincenzo Calafiore
18 Luglio 2018 Udine
“……. ma lo sapevo … da prima…
che esisteva un uomo, un uomo
diverso! “
Aspettarti come si
aspetta un treno in una qualsiasi stazione ai confini di certezze abbandonate
nelle sue stesse lontananze.
E’ un treno che
corre silenziosamente tra nuvole di pensieri cupi di tempesta, e vola sbuffando
tra le nuvole, fino alla prossima stazione ove qualcuno da tempo s’è perso nell’attesa,
forse ci si potrà abbracciare su quel marciapiede umido di pioggia.
Così adesso lo sai!
Così adesso lo sai
che c’è un abbraccio, adesso lo sai che ci sono occhi che da molto tempo
attendono di vederti scendere i gradini di quel vagone polveroso di viaggio
attraverso un tempo sciupato, andato perduto, e una vita ancora da riempire di
felicità breve e densa come un fulmine che alla fine lascia volti nudi e
meravigliati di vita.
Ma tu felicità
chissà su quale treno della notte passerai senza fermarti e se ti fermerai
chissà per quanto!
Io ti ricordo così, ovunque
sei, se mi cercherai chissà dove, e non ti accorgi che sono qui vicino a te
nello stesso scompartimento di un treno che porta la felicità…. Adesso lo sai!
Mi manca sempre un
sogno per tenere su la vita prima che sbandi verso l’inferno come un sogno
finito, tradito!
Anche io sono stato
tradito dall’esile speranza di vederti spuntare da qualche nuvola sberlecca mi
troverai coi capelli sbiancati dalla lunga attesa e tu sembri appena nata ieri,
come mai?
Tanto meravigliosa
da non poterne fare a meno, come un’oda lunga e larga come braccia che
prendendomi mi porta sempre più lontano da una riva ormai priva di granelli di
sabbia.
Si sono sempre qui dentro
questa vita in disparte ad attenderti e non passare velocemente come la
felicità.. basterebbe saper nuotare in quel mare grande prendendola con leggera
presa come un cuore a cui attraccare o lasciarsi trasportare dentro due occhi
piccoli blù come il mare o neri come la notte quando mi guardi da quell’ovale
appeso al muro che ti imprigiona!
Come un sogno
raggiungerti, come un cuore a cui puntare e per’ora di sogni ce ne sono pochi,
forse per questo motivo i sogni sono vecchi bianchi che rimbalzando nelle
lontane memorie ti ricordano e ti amano sin dall’inizio di questo mio sogno.
E sei prigioniera su
un carro che piano piano trainato va senza lasciarti vita, prigioniera di un sì
frettoloso, ora più che mai pesantemente ti trattiene dall’essere farfalla o
sogno di un amore grande che ancora deve venire, un sogno per non morire come
legno abbandonato dal mare su una riva alla quale non andrà mai più.
Se tu fossi qui! Lo
vorrei, ti vorrei dentro una pioggia di parole che come melodia puntano al
cuore per salvarci da questo mondo di celluloide…
e allora noi due per
essere felici basta un niente magari una canzone o chi lo sa, una parola pregna
d’amore e cortesia, che sia una carezza se chiudiamo gli occhi e poi con gli
occhi chiusi chissà cosa sarà, questa vita che ci impara ancora a sognare!
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