Ecco, ti consegno il mio sogno
Di Vincenzo Calafiore
1 Agosto 2018 Udine
In questo alternarsi malinconico dei giorni, in questo tempo più di
transizioni che di sogni, rimane quel mio sentirti, immaginarti dentro, averti in testa, nel mio cuore.
Lo so, uno scrittore finisce sempre per svelarsi attraverso
i suoi scritti e qualcosa di più intimo, più profondo, sfugge e arriva o
arriverà alla sua destinazione, io amore, lo spero sempre.
In questo mio tempo di alternanze, e di attese ci sei Tu,
un’esistenza dolce che in me fai marea. Dovrei darti del lei invece che
quel -tu- confidenziale, no in questo
caso.
Che mi fa ancora sognare e guardare la vita con occhi
diversi si fa amare con tutta quella poca dolcezza che un uomo possa avere.
Io lo so che l’unico mezzo per raggiungerti oltre la nostra “
Pegasus” è la scrittura. Sai,
la scrittura è per me l’essenza della realtà che può fare a
meno della realtà, che può sostituire ciò che non esiste e rappresentare un’assenza,
costringere la realtà o la natura assente a presentarsi nella sua
inafferrabilità … come fa lei quando mi
abbandona per un altro sogno che non è il mio.
Io che ancora scrivo e sogno l’amore.
Ma l’arte dello scrivere può, con l’invenzione, far
intravedere un bagliore di verità, più della realtà che la cela nella sua
esteriorità.
Ecco perché scrivo, scrivo di un sogno lungo una vita e
mentre lo faccio la radio trasmette in
cuffia Edith Piaf Edith Piaf - No je ne regrette rien
ed è un brivido che mi percuote smuove infinita dolcezza e desiderio di
cantarla sottovoce assieme a lei.
Forse non lo sai, ma sono qui per te, per farti viaggiare
pur trovandoti seduta davanti a una finestra spalancata sul nulla; forse non
sai quanto sia difficile la mia vita, non conosci o non mi conosci così come
sono.
Sappilo questo sono io:
Barba bianca e capelli arruffati dal vento, la carnagione
olivastra, gli occhi mobilissimi, sempre pronti a seguire le strane traiettorie
disegnate in cielo dai gabbiani … che mi basta scrutare il lento movimento
delle nubi all'orizzonte ove sei tu per capire se la mia notte sarà propizia di
sognare o rintanarmi per sfuggire alla tempesta.
Se mi guardi forse ti colpiranno i miei occhi e quel mio
certo modo di farli parlare, ho la voce,
che a un tratto sembra spegnersi in un suono rauco, d’improvviso si dilata
quando ti dico t’amo e s’aggrotta quando te ne vai via come un sogno… questo
potrei essere io o sono io innamorato della vita e dell’ultimo sogno che mi
lascia al primo albore.
Ma potrebbe essere tutto il contrario, sai,Tu vivi e risiedi
nel mio cuore questo lo sai e non potrebbe essere diversamente.
Perché sai che ogni cosa, io stesso, veniamo da quel mare,
lo stesso che è metafora dell’incertezza e del mistero della vita, la mia vita
che segue il ritmo delle onde e l’intensità della luce del sole o della luna
per razziare al largo dei mari, sogni ancora sul nascere.
Tu mi incanti coi tuoi occhi da strega, mi incanti con le
tue labbra ogni notte e mi trattieni lì tra le tue braccia perduto e
dimenticato; mi fai raccontare storie a chi l’amore non conosce coi toni e le
pause con cui i vecchi attori incantavano gli spettatori delle tragedie greche.
Con la mia voce profonda, roca, e le immaginarie geometrie disegnate nell'aria,
quando accoccolati in una nicchia di sabbia ti stringo a me come fossi àncora
per continuare ad amarti così come sei, con la dolcezza mia di narratore che
narra una fiaba a dei bambini.
E questo mi ricorda lo “ scoglio dell’ulivo”… l’ulivo era
frutto d’un patto stretto tra la terra e il mare. Un patto sancito con la
complicità d’una rondine che aveva rubato un chicco da una pianta secolare e
l’aveva deposto sulla vetta di quell’enorme masso caduto tra i flutti. La terra
e il mare, contando sull’aiuto del sole, avevano poi concentrato l loro
misteriose energie sull’oliva abbandonata, facendola parzialmente diventare un
albero. Per secoli la pianta ha prodotto annualmente il suo prezioso frutto. Un
frutto però, di cui nessuno poteva godere, se non il mare, la terra, le
rondini.
Così Tu per me, in questo amore, in quel mio ti amo in mezzo
al cuore.
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