Vorrei citare Pablo, Pablo Neruda
Di Vincenzo Calafiore
22Febbraio2019Udine
“……. Capita e sempre di notte
all’improvviso il pensiero
dell’età tua
che va via senza rendersene
conto.
e allora ti rendi conto che
sei quasi
alla fine e ti viene voglia di
piangere.
Ti alzi e fumi una sigaretta,
ci ragioni sopra
e decidi che da “ domani” cambia
tutto
e hai voglia di bruciare i
minuti, vivere
intensamente tutto ogni
accadimento..
Ma sai che non puoi fare tutto
o essere ovunque,
non sei Dio, ma sei umano, fin
troppo umano, e nel farlo hai
dimenticato di fare la cosa
più importante: amare una lei.” Vincenzo Calafiore
Accade che una
notte, ti svegli, ti guardi attorno come a cercare le cose che hai visto e
vissuto nel sogno e ti senti estraneo nel tuo stesso letto.
Ti alzi e passi le
mani tra i capelli e in cucina ti accendi la prima sigaretta.
Fuori fa freddo, è
notte piena e ti trovi davanti a un caffè a pensare al tuo “ tempo “ quel tempo
che senti sempre meno tuo, più appartenente a Chronos.
Pensi al tempo passato e non alle cose che
hai fatto, ma a quelle che vuoi o avresti voluto fare, hai bisogno ora più che
mai di – verità- e di certezze come i tuoi sentimenti, come il tuo volere
vivere, come l’amore che hai per la tua –lei- !
E ti rendi conto che nessuno mai potrà
darti ne una ne l’altra, neanche la donna per cui vivi e speri di poterla
amare, ma più che altro che lei ti dica il vero dicendoti – ti amo -.
E’ una nostalgia struggente, è un canto
malinconico nel silenzio della notte.
L’ Amore che tu dai è un affetto profondo e
pieno,troppo complesso per essere definito in maniera esaustiva, a vederlo così
è come vedere un bicchiere mezzo vuoto,mezzo pieno!
Non trovi neanche tu le giuste parole in
grado di scacciare quei brutti pensieri e fumi la seconda sigaretta.
Questo è accaduto più di una volta,
pensando che la boa appena superata per me potrebbe anche essere l’ultima o chi
lo sa, mi ha colpito la mia fragilità, la paura di non poter più amare nessuno,
ecco questo si! , sì che mi ha fatto paura.
Mentre pian piano là fuori la notte si
dinapa, ma no la testa, ingarbugliata nei pensieri che hanno lasciato traccia
di se negli occhi.
E penso all’Amore mio raggiunto dopo un
viaggio, come un percorso da compiersi per una meta voluta con tutta l’anima;
ora ridotto a uno spostamento da un luogo dell’anima a un
-non luogo- eguali in ogni parte del mondo.
L’Amore è un viaggio da compiersi senza
volo, ma un viaggio della lentezza… fatto con lentezza in sintonia con ciò che
il cuore va suggerendo man mano.
E mi viene voglia di andare a questo amore
con un treno di ingenuità prima che si perda qualcosa di bello, intimo e
romantico … è come salire su un bus per cercare quel qualcosa che pare sia
facile trovare dentro di sé.
L’Amore vissuto come un suggeritore di
possibili nuovi itinerari, un suscitatore di desideri, un punto di partenza per
sogni e fantasie, un approdo felice dopo le procelle.
Capita a volte nella notte di sognare di
andare via assieme a questo amore verso un luogo dell’anima ove rimanerci senza
fretta, e senza fretta amarsi con tutto il respiro del cuore per le stagioni a
venire, per recuperare un tratto di vita andato perduto in un luogo non luogo!
Amare è come stare su un battello in mezzo
a un oceano di emozioni e fantasticare un luogo a cui andare, di mettersi,
mentre lo scafo fende le acque, a immaginare che la vita è proprio qui, in noi,
dentro noi, assieme a lei, nel moto della lentezza dell’amore!
Nessun commento:
Posta un commento