lunedì 4 febbraio 2019


Dolce e cruenta

Di Vincenzo Calafiore
03 Febbraio 2019 Udine

mi ricordo perfettamente tutto ogni millimetro della tua pelle
ricordo perfettamente il velluto che hanno le tue labbra, e so che da qualche parte in quell’altro mondo ci incontreremo tutte le notti, mentre di giorno si va alla battaglia tra morte e scomparsi,
tra gli indignati e mendicanti d’ogni cosa. Blanca! Voglio, vorrei ancora amarti! “    Vincenzo Calafiore

Se Tu Margaret dovresti chiedermi cos’è la felicità, io non saprei che risponderti.
Ma se la felicità anche di poche o quasi niente cose è lo svegliarsi al mattino e rivolgerti il primo pensiero, se è quell’accontentarsi anche solo di vedere gli occhi tuoi, se è quel dolore muto che rimane dentro e scardina ogni cosa, bè, se la felicità è questa, io le ho tutte dentro di me e potrei risponderti che questa è felicità.
Il tempo che non ho più.
Quella mattina mi svegliai tardi, il sole ormai aveva già superato la soglia e s’era affacciato alto nel cielo sopra il mare; quel mare che abbiamo sognato di attraversare è lontano, molto lontano per poterlo ascoltare.
Male dappertutto forse per le tensioni della notte passata in bianco, immerso nella notte di un altro mondo, a pensare nella notte di quell’altro mondo e la tua voce irreale, lontana e irreale.
Notti bianche per te… vorrei chiamarti Blanca!
Sforzi di concentrazione, gesti quasi meccanici per cercare di essere e rimanere “ qui “!
“ Cavolo…. Enzo hai la testa sempre tra le nuvole …. Ogni tanto potresti anche esserci… atterrare tra noi mortali… rimanere con noi all’inferno della quotidianità… “
Sai, Blanca ?
Il mio corpo non sta tra le nuvole, sente il desiderio di te, del tuo corpo… come la doccia mattutina… non badarci !
Oggi non sono io, non so neppure dove io sia, ricordo poco di me, io che mi portavo sempre dietro la mia faccia semplice, quella mia faccia di buono, oggi la getterei in quel vuoto esistenziale che mi attanaglia a una sedia a pensare mentre leggo un buon libro.
Guardo la figura allo specchio, è uno sguardo neutro, affondo le mani nella mia coscienza… poco a poco sciolgo i nodi e la diffidenza mia verso il mondo che mi aspetta e la mia sorpresa nello scoprirmi capace ancora di amare, di amarti Blanca!
Guardo verso il vuoto e vorrei andare dove sei tu, mi fa sentire invalido l’impossibilità, mi fa sentire invalido la tua assenza.
Strana questa mia arresa, strano questo mio sentirmi invalido.
Vita … che te ne vai ! Ecco, era questo che non capivo, che non ho ancora capito, che non trovo in questo giorno e l’ho trascritto prima che il mio cervello si trasformi in un indecifrabile anomalo cruciverba.
Mi ricordo però gli spazi esatti tra parola e parola, senza possibilità di approssimazione o vie di fuga; l’amore o l’amare necessita di certezze e tu sei sempre più una magia a cui andare.
Sono come la verbena!
A volte una parola rimane vuota: ti Amo! Non me la ricordo così grande, così importante… e cerco qualcosa di te, Blanca, una cosa qualsiasi.
Ho solo una tua foto. La cerco tra i libri di poesia, trovo un foglietto scritto con una stilografica in rosso …. Vado alla scrivania in cerca degli occhiali e avvicino il foglietto al naso:
   …….  Dopo aver lasciato macerare la notte su di me …… “ una vecchia poesia che mi ha fatto viaggiare in un altro altrove.
Ormai non vado più da nessuna parte, Blanca!
Non ho nessuno interesse là fuori, oltre i vetri, oltre gli orizzonti.
Il tuo – sì – è una speranza, è come una firma!
No ho firma, non ho speranza.
Posso solo viaggiare con la mia “ Pegasus “.
Torno ai miei occhi, tutto arriva lì. Ricettacolo del divenire, i miei occhi mendicanti, assetati di vita e di memoria, attraverso le loro cavità.
Tu, Blanca sempre più distante!
Allora ricorro alla musica: Schubert, Mahler, Rossini, Verdi… se riesco a tenere a bada i ricordi, riesco ad alleviare queste ore morte, magari mi daranno quelle noti un po’ di vita.
Il desiderio di Te, Blanca, del tuo corpo è talmente bruciante che non riesco ad ascoltarla; all’inizio fa male, poi arriva il piacere di sentirti addosso, sentire le tue mani, le tue labbra… ti vedo ed è dolce morire tra le tue braccia, ed è salvezza!

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