Dolce e cruenta
Di Vincenzo Calafiore
03 Febbraio 2019 Udine
“
mi ricordo perfettamente tutto ogni
millimetro della tua pelle
ricordo perfettamente il
velluto che hanno le tue labbra, e so che da qualche parte in quell’altro mondo
ci incontreremo tutte le notti, mentre di giorno si va alla battaglia tra morte
e scomparsi,
tra gli indignati e mendicanti
d’ogni cosa. Blanca! Voglio, vorrei ancora amarti! “ Vincenzo Calafiore
Se Tu Margaret dovresti chiedermi cos’è la felicità, io non
saprei che risponderti.
Ma se la felicità anche di poche o quasi niente cose è lo
svegliarsi al mattino e rivolgerti il primo pensiero, se è quell’accontentarsi
anche solo di vedere gli occhi tuoi, se è quel dolore muto che rimane dentro e
scardina ogni cosa, bè, se la felicità è questa, io le ho tutte dentro di me e
potrei risponderti che questa è felicità.
Il tempo che non ho più.
Quella mattina mi svegliai tardi, il sole ormai aveva già
superato la soglia e s’era affacciato alto nel cielo sopra il mare; quel mare
che abbiamo sognato di attraversare è lontano, molto lontano per poterlo
ascoltare.
Male dappertutto forse per le tensioni della notte passata
in bianco, immerso nella notte di un altro mondo, a pensare nella notte di
quell’altro mondo e la tua voce irreale, lontana e irreale.
Notti bianche per te… vorrei chiamarti Blanca!
Sforzi di concentrazione, gesti quasi meccanici per cercare
di essere e rimanere “ qui “!
“ Cavolo…. Enzo hai la testa sempre tra le nuvole …. Ogni
tanto potresti anche esserci… atterrare tra noi mortali… rimanere con noi
all’inferno della quotidianità… “
Sai, Blanca ?
Il mio corpo non sta tra le nuvole, sente il desiderio di
te, del tuo corpo… come la doccia mattutina… non badarci !
Oggi non sono io, non so neppure dove io sia, ricordo poco
di me, io che mi portavo sempre dietro la mia faccia semplice, quella mia
faccia di buono, oggi la getterei in quel vuoto esistenziale che mi attanaglia
a una sedia a pensare mentre leggo un buon libro.
Guardo la figura allo specchio, è uno sguardo neutro, affondo
le mani nella mia coscienza… poco a poco sciolgo i nodi e la diffidenza mia
verso il mondo che mi aspetta e la mia sorpresa nello scoprirmi capace ancora
di amare, di amarti Blanca!
Guardo verso il vuoto e vorrei andare dove sei tu, mi fa
sentire invalido l’impossibilità, mi fa sentire invalido la tua assenza.
Strana questa mia arresa, strano questo mio sentirmi
invalido.
Vita … che te ne vai ! Ecco, era questo che non capivo, che
non ho ancora capito, che non trovo in questo giorno e l’ho trascritto prima
che il mio cervello si trasformi in un indecifrabile anomalo cruciverba.
Mi ricordo però gli spazi esatti tra parola e parola, senza
possibilità di approssimazione o vie di fuga; l’amore o l’amare necessita di
certezze e tu sei sempre più una magia a cui andare.
Sono come la verbena!
A volte una parola rimane vuota: ti Amo! Non me la ricordo
così grande, così importante… e cerco qualcosa di te, Blanca, una cosa
qualsiasi.
Ho solo una tua foto. La cerco tra i libri di poesia, trovo
un foglietto scritto con una stilografica in rosso …. Vado alla scrivania in
cerca degli occhiali e avvicino il foglietto al naso:
“ ……. Dopo aver lasciato macerare la notte su di me
…… “ una vecchia poesia che mi ha fatto viaggiare in un altro altrove.
Ormai non vado più da nessuna parte, Blanca!
Non ho nessuno interesse là fuori, oltre i vetri, oltre gli
orizzonti.
Il tuo – sì – è una speranza, è come una firma!
No ho firma, non ho speranza.
Posso solo viaggiare con la mia “ Pegasus “.
Torno ai miei occhi, tutto arriva lì. Ricettacolo del
divenire, i miei occhi mendicanti, assetati di vita e di memoria, attraverso le
loro cavità.
Tu, Blanca sempre più distante!
Allora ricorro alla musica: Schubert, Mahler, Rossini,
Verdi… se riesco a tenere a bada i ricordi, riesco ad alleviare queste ore
morte, magari mi daranno quelle noti un po’ di vita.
Il desiderio di Te, Blanca, del tuo corpo è talmente
bruciante che non riesco ad ascoltarla; all’inizio fa male, poi arriva il
piacere di sentirti addosso, sentire le tue mani, le tue labbra… ti vedo ed è
dolce morire tra le tue braccia, ed è salvezza!
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