Cosa c’è meglio di un
sì
Di Vincenzo Calafiore
21Febbraio2019Udine
“…… e penso a un – sì – un sì
alla dolcezza, alla serenità.
Un – sì- al ti amo, alla vita.
Tutto dipende da te,da con
quali
occhi guardi la vita che in
qualsiasi
momento può essere onda bastarda
che sommergendoti ti annega, o
come
macigno schiacciarti… la vita
è
come tu la fai, è come tu la
vivi
tutto dipende da te! “
Calafiore Vincenzo
Non è facile oggi
–vivere- non è facile neanche –amare,o poter amare- perché ad entrambi manca un
fondamentale, manca un – sì - !
Manca il –sì- alla
vita, all’amore.
Per amare se stessi
e la vita ci vuole il coraggio di essere se stessi senza una maschera, senza
inganno.
Per meglio amare è
necessario avere la capacità di stare soli con se stessi, senza avere bisogno
dell’altro per sopravvivere, in caso contrario la percezione della “ mancanza”
verrebbe a creare una scelta coatta che verrebbe a determinare una – dipendenza
- .
Capita così, o
potrebbe capitare che nei periodi o tempi lunghi nei quali non si vive o non si
ha una storia d’amore la sensazione di solitudine potrebbe esplodere,
talvolta sentirla intollerabile e per sbarazzarsene si fa di tutto per
incontrare l’anima gemella.
E’ capitato di
vedere una coppia giovane di sposi o di due con una storia d’amore, in
pizzeria… sono stati tutto il tempo ognuno appartato nel suo mondo con quel
maledettissimo telefonino in mano a scrivere chissà a chi.
Non hanno trovato il
piacere ne l’uno ne l’altra di allungare una mano per accarezzare o tenere
l’altra, di parlare, di guardarsi negli occhi, di dirsi ti amo o la qualunque
cosa.
Hanno pagato ognuno
la propria parte e poi via uno distante dall’altra sempre con quel telefono in
mano.
Ma questo accade
purtroppo nelle coppie di fatto. Purtroppo non esistono più gli –uomini – non
quelli che scegliendo una donna con lei parlavano di certezze e di futuro; oggi
c’è la cosiddetta – convivenza – è più facile, è più economica.
Più facile perché ci
si può mandare –affa- immediatamente.
Economica perché per
dirsi ciao non c’è bisogno di un legale, non c’è la necessità della
condivisione di un unico conto… meglio conti separati e spartizione delle spese
….
Ma… la notte… se
dovesse capitare di – copulare o fare una copulazione – c’è un tariffario, c’è
il lasciare il denaro sul comodino… ? Insomma cosa c’è… che cosa porta due alla
copulazione? Forse la necessità? Ma se sarà così che bisogno c’è di una vita
assieme fatta di estraneità, di divisioni, di contributo, senza amore, senza
unione… o è meglio sarebbe una sana solitudine piuttosto che rovinarsi una
vita?
Quindi spinti
dall’insano impulso ad –accoppiarsi – si finirà per commettere l’errore di
scambiare per buono ciò che non è, finendo così in relazioni difficili e
infelici, talvolta addirittura mortali o scellerate.
Quindi la colpa è
anche della donna che acconsente … per paura della solitudine?
Tuttavia, a volte la
paura dell’amore, la fretta di incontrarlo conducono all’errore, paura del sentimento,
paura di non trovarlo in tempo, non si sa perché per cosa; più spesso per avere
un figlio, altre per accasarsi e fare una vita … diciamo tranquilla e si
finisce per barattare un sogno, una
vita, la libertà per una pseudo felicità inesistente.
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