Il Canto del cardellino
Di Vincenzo Calafiore
18 Giugno 2024 Udine
“…. I vecchi sono come
le sedie, messe da parte
quando non servono più … così
dopo tanto tempo finiscono
nel fuoco…. “
Vincenzo Calafiore
Il grande ciliegio al centro del giardino, ha la stessa età della casa,
sotto la sua folta chioma si trova riparo dal sole cocente, a sera arriva la
brezza del mare, si odono le cicale cantare;
venivano spesso i cardellini, si posavano sui rami più bassi e, mio nonno
a quelli che più si avvicinavano aveva dato loro dei nomi.
Lui rimaneva seduto sulla sua sedia sotto quel ciliegio, a prendere il
fresco, sempre con la coppola in testa e un toscanello serrato all’angolo della
bocca, con il suo bastone si aiutava a passeggiare nel giardino.
Mi fermavo spesso a parlare con lui, mi piaceva molto specialmente
quando mi raccontava storie della famiglia.
Anche lui come me si fermava ad ascoltare suo nonno; nessuno dei nostri
vecchi è andato a morire in un casa che non fosse la loro.
Ma questi non sono che ricordi di una certa vita che ora è stata
cancellata, polverizzata; invecchiare significa non più memoria, ma problema,
peso, impegno soprattutto economico perché una casa per i “ vecchi “ ha un
costo elevato e le famiglie non esistono più.
I vecchi sono un intralcio alla dinamicità quotidiana, non c’è tempo
per essi.
Mio padre e mia madre, non ci sono più, così pure mia moglie. Non esco
più a pescare, ho finito di lavorare da un paio d’anni e sono solo in questa
casa grande.
Una volta e tutti i giorni al mattino squillava il telefono, dall’altra
parte, i miei figli da Milano mi davano il buongiorno, così a ora di pranzo e
alla sera a ora di cena.
D’estate durante il giorno vado al mare a guardare le barche e le navi
passare, assieme a qualche amico solo come me, tornando in dietro verso casa
solitamente ci fermiamo da Nicola che avuto una paresi a fargli compagnia,
beviamo una birra Messina, parliamo poco perché le nostre teste sono in altri
luoghi, sono perse in una marea di ricordi che riaffiorando, fanno molto male,
ci fanno vedere quanto lontana sia la vita da noi, e quanta vita nostra è stata
donata senza nulla chiedere in cambio,e nulla abbiamo oltre alla solitudine,
una grande solitudine.
Dei miei figli ricordo vagamente il loro volto, è come un’immagine o
una fotografia che lentamente sbiadisce fino a cancellarsi; eppure pur sapendo
di perderli una volta cresciuti, o per il lavoro, o per la loro famiglia, non
avrei mai immaginato di finire i miei giorni in una transoceanica in solitaria,
i ricordi mi fanno vedere Orione alzarsi nel cielo del Mediterraneo di notte è
un segno che non si può ignorare, come non si può ignorare il silenzio dei
figli quando non ti cercano più!
Nasce quasi sempre la stessa domanda : dove ho sbagliato, o perché merito
questo?
Questi pensieri sono delle porte che non portano da nessuna parte, ma
quelle che ho messo in giardino, e sono tante, tutte, portano a mondi lontani
dalla mia realtà!
I vecchi come me, non possono essere diversi da quello che sono stati
per essere accettati, ecco perché a questo ho preferito il grande sogno:
vivere!
Di cosa sono fatto, io, non lo so. E’ una cosa che mi sono chiesto
tante volte. Tante volte sono solo delle immagini, non saprei definirmi.
Cose che non hanno una forma precisa, che durano un attimo, come la mia
vita … un attimo!
Il pensiero di vivere è una nuvola grande come una nave, una nave
silenziosa, che basta da sola per viaggiare senza fatica, senza affanni, dove
non pensare a niente di concreto.
Sono lì a guardare il mare, i disegni fatti dalle nuvole, non più carte
nautiche, ma nuove rotte disegnate dai venti, per distrarre il mondo, oppure
rimanere lì a fissare il mare.
E’ una nave che non fa rotta verso la terra, ma sa dove arrivare!!
Penso a questo quando sono solo con il mio dolore. Guardo i colori del
mare, e il mare ha tanti colori, a volte è verde, a volte è blu, blu scuro,
cupo, chiaro … e sembra che non ci sia più cielo, o forse non c’è più mare, non
c’è vita.
Quello che vedo non è mare, ma neanche futuro, ho pensato di avere una
vita … ma era un altro tempo.
Quello che vedo sono solo onde, vedo una vita che si scioglie o che si
forma in un mondo parallelo che la mia fantasia vuole.
Hai mai visto un’onda arrendersi?
Le onde non si arrendono mai, ecco perché non smetterò mai di essere un’onda!
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