mercoledì 12 giugno 2024


 

Ritratto di un ricordo

 

Di Vincenzo Calafiore

12 Giugno 2024 Udine

 

 

Tra le cose che ho più care, c’è un ritratto di donna.

Una fotografia in bianco e nero, sbiadita nei colori, rovinata agli spigoli, che avevo trovato in un angolo di un marciapiede di una strada lontana da tutto.

Fu un atto d’amore raccoglierla da terra, verso questa sconosciuta e conservarla agli occhi degli estranei, per proteggerla, in mezzo a un libro.

So che molte donne non gradiscono essere ritratte e non si sono mai fatte ritrarre; basta andare in giro per le strade con una macchina fotografica perché le donne volgano il capo dalla parte del muro.

Anch’io ho questo primordiale ritegno;ma per una donna deve esserci qualcos’altro, forse un sentimento a questo ritegno, forse quello di appartenere a qualcuno non ancora svelato, di cui si fida, con cui si confida; perché una donna vuole conservare e custodire in segreto la propria bellezza, i suoi ricordi. 

Ora questa sconosciuta è nel mio portafoglio, è un mio ricordo che mi accompagna e mi protegge.

La lunga notte gitana, finisce all’alba, quando il mare si è addormentato cullato dalle sue alte onde, navigo verso l’isola giallina, in una foschia di color anice. All’improvviso il mare si riempie di nuovo all’orizzonte  di vele, arrivano forse da Itaca; a bordo, lato terraferma, gli ultimi fuochi del Paese delle Aquile, l’Epiro, la nuova Troia, il posto che Eleno figlio di Priamo ribattezzò con gli stessi nomi della patri perduta.

Corfù è vicina, mi preparo a sbarcare.

Ma arriva la bonaccia, un gran silenzio scende sul mare, le vele si svuotano di vento.

Con la tempesta combatti, con la bonaccia ti arrendi; mi sdraio ed estraggo dal portafoglio la fotografia di quella donna sconosciuta e immagino che sia la mia donna, le parlo, le chiedo un po’ di compagnia, un abbraccio, un bacio.

Cerco nelle tasche le sigarette e mi rendo conto di averle finite, mi ricordo di avere del tabacco chiuso in un barattolo di vetro, per fare una sigaretta va bene anche una pagina del mio portolano.

Durante le bonacce avevo letto che i vecchi Comandanti accendevano un sigaro, per ingannare il tempo e perché nulla nemmeno l’anemometro, sostituiva il fumo di una sigaretta nell’indicare se era tornato il vento, o indicasse la pur minima bava d’aria!

Il mare respira, la vecchia “ moya “ tace, mi metto a pescare in un mare senza patria sul filo tra  Grecia e Albania, guardo la vecchia vela rossa tannino, floscia, immobile.

Ogni goccia di colore scolorito è una buriana alle spalle e sono state tante!

Sento un grillo cantare a bordo, ci penso un po’, faccio un po’ di conti, dev’essere greco. 

Sento una fresca carezza in viso, il fumo della sigaretta mi entra negli occhi, si è alzato il vento, la barca ha uno scossone che la fa tremare tutta, le vele si gonfiano di vento e il viaggio riprende.

Dopo l’attracco, tutto cambia. Cicale, fichi e lenzuola al vento come tante vele, tutto diventa accomodante, la gente passeggia, i vecchi dormono al sole e i bambini giocano per le strade.

Benedetta Grecia, culla del pensiero occidentale, ma fedele alla mediterraneità, dunque alla sua capacità di capire l’Oriente.

L’Italia, la sorella maggiore invece  ha tradito il suo Mare di Mezzo, la sua storia, la sua posizione unica, è diventata atlantica come l’Albania.

Eraclito scrisse : “ Da ciò che è in lotta nasce la più bella armonia. Tutto si realizza attraverso la discordia. Ecco la Grecia è anche questo! 

Il mio amico Andreas Papadopulos mi schiude stanze piene di libri,manoscritti, di questo porto sicuro dove un tempo mercanti cristiani, ebrei e greci riparavano dai turchi e dalle tempeste.

Dove è possibile rileggere la storia del Mediterraneo. Crocevia di russi, turchi,tedeschi, inglesi … anche questo è un mondo che Italia e Grecia hanno donato, anche questo è Grecia è Italia!

Nella chiesa di Spiridione, protettore di Corfù, la gente ciabatta e chiacchiera come in un qualsiasi vicolo napoletano. Le porte sono tutte aperte, il vento entra, donne pregano sottovoce, accendono candele, vanno a baciare il Santo. Passare da Spiridione è un atto di devozione, nella sua chiesa si parla, si prende il fresco nelle ore micidiali del pomeriggio.

Spiridione è un Santo speciale, di grandi miracoli, tanto che i corfioti dimenticarono San Marco, Venezia correndo ai ripari lo adottò non si sa sotto quale segno liturgico, Cattolico o Ortodosso?

Spiridione, santo adottato anche da ebrei e musulmani, anche questo è Grecia!                                      

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