Pelagia
Vincenzo Calafiore
Non so e credo non
sia importante conoscere o d’informarsene in che misura siano importanti le
motivazione per cui abbia dato questo titolo al mio breve romanzo.
L’unica certezza
consisterà forse nel fatto che esso rappresenti o potrebbe rappresentare anche
in maniera ammiccante che in questo caso oltre a degradarlo lo potrebbe ridurre
da titolo importante a nomignolo villereccio. L’Amore.
In realtà, io un po’
scrittore-giornalista boulevardier, scabroso per certi versi, e clandestino
pure in questa borghesia culturalmente arsa.
Questa l’opinione mia
prevalente.
Quanto agli
intellettuali tutto gli si può chiedere, tranne di scendere dall’Olimpo in cui
questa borghesia frequentatrice dei più raffinati bordelli e di pederasti,
bellocci e piacenti, li ha posti.
Me ne sono sempre
guardato bene di farne parte di questi grandi illuminati e tanto meno di quella
glamour culturale, marionetta di se stessa.
Ma la cosa che più mi
allontana da questa immane concimaia è il vedere ogni giorno gli stessi abiti,
le stesse camicette, gli stessi tagli dei capelli, le donne tatuate che
sembrano delle pergamene indigene, uomini che usano molto spesso il diminutivo,
il volgare linguaggio in bocca alle donne e agli uomini, gli appellativi con i
quali si identificano: capra, biscia, rana, ciccia etc etc…. e i nomi a cosa
servirebbero?
Io sono un fuggitivo
da tutto questo e vivo nella mia isola felice, sono fuggito dal piattume
culturale, dal pattume sociale, da tutto quanto è trasversale. Mi sono salvato
e finalmente libero posso scrivere racconti come questo: Pelagia!
L’isola che tutti
vorrebbero avere e esiste solo per uomini capaci di mare.
L’amore che significa
eternità e non è per tutti
Il sogno coinvolgente
che pochissimi fanno
Pelagia è il
compendio di una vita bella, anzi bellissima solo se lei è dentro!
PS.
Fra breve disponibile
sul mio sito gratuitamente
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