LASCIATEVI AFFASCINARE DALLA LEGGEREZZA DELLA FRIVOLEZZA.
Di Vincenzo Calafiore
Come fantasmi vanno e vengono dalle stanze dell’Olimpo romano con tempi
irregolari, così questi fantasmi, personaggi più o meno noti e insostituibili
nell’immaginario collettivo, più numerosi di quello che potrebbe sembrare al
nostro guardare, amano ritornare alle luci della ribalta, ben riconoscibili
sotto le nuove divise indossate dopo aver stipulato un nuovo contratto.
E’ una sorta di maledizione che colpisce questi poveri fantasmi
mercenari o di un sistema ormai andato in tilt.
La loro nuova reincarnazione ( secondo la loro religione ) non dovrebbe
ingannarci, e con piacere fin dalle prime battute o dai primi minuti di un
recital, noi lo riconosciamo il vecchio volpone, che recitante la sua parte
modula la voce e controlla gli atteggiamenti nuovi come la sua divisa, che gli
hanno insegnato nelle alte scuole di recitazione o della dizione.
Il vecchio mascalzone sembra strizzarci l’occhio.
E’ come se ci dicesse, lo so di essere sempre “io”, l’ovunque! , ma
dovrete sopportarmi ancora perché non è nato nessuno di meglio e capace di rendere
credibile le grandi bugie e il mondo che non esiste e che intendo rappresentarvi.
Che sia la nostra comune storia,
tutta italiana, scritta appositamente su libri di carta straccia per i futuri
discepoli o i prescelti destinati all’olimpo?
Nessuna storia, del resto, per quanto pretenda di essere originale o
inaudita, potrà o potrebbe essere comprensibile senza la presenza di un volpone
chiarificatore.
Penso che perché una determinata cosa
susciti il nostro interesse davvero, deve stimolare contemporaneamente
il nostro desiderio di novità e il suo contrario, cioè la nostra memoria.
Noi non abbiamo più memoria.
Dobbiamo ammetterlo, altrimenti non si spiegherebbe perché accadono in
maniera ridondante le stesse cose da quarantanni, che sia davvero nostra la
maledizione e che invece riteniamo sia del vecchio volpone?
Ma questo vecchio briccone noi la conosciamo bene, come la sua lealtà.
Riconosciamogli che la sua realtà rappresentateci è un punto di vista
unico come lo è – Spacca Napoli - e
perfino illuminante della nostra misera, incondizionata maniera d’essere
servili e postulanti.
Proprio perché è un parassita, una forma inutile, una gola inesauribile
che tutto ingoia per amor proprio.
E’ in assoluto il re dei mondani e allo stesso tempo uno schiavista
buono per le mondine del sesso.
E’ un infallibile esperto di una delle scienze più complesse e raffinate
che esistano nel panorama di questo micro universo: la scienza della
frivolezza!
Non la frivolezza individuale che trasforma uomini e donne in servi e
prostitute.
Non è la frivolezza individuale che ognuno coltiva in se, ma è parte
necessaria, anche se inconfessabile del comune destino.
No, la frivolezza nella maggior parte dei casi è esattore, è un legame
collettivo, una malattia epidermica, una forma di linguaggio capace di
cementare stupidità e ignoranza nelle relazioni fra singoli e poi
collettivamente.
Non è senza importanza la ricerca e il desiderio di possedere una
grande firma, o un’ultima generazione di telefonino, di scarpe o abiti,
profumi, occhiali….. sono lievi coloriture di un insieme anomalo elegante,
meschino, ipocrita e ingannevole, inutile.
Insomma quella vecchia canaglia è la perfetta incarnazione moderna del
custode della frivolezza. In lui ritroviamo la sintesi perfetta e suprema della
vecchia e onoratissima professione di fare il politico, figli e figlie, servi
del privilegio e della ricchezza, la prostituzione morale e fisica, la spia, il
cortigiano, il poeta di epigrammi, il nottambulo adescatore. Tutto questo è
quella vecchia canaglia ideale affabulatore, il protettore ideale di questa
ombra sociale, rappresentante di questo tipo di società, ombra di se stessa.
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