NON FIRMARE
Di Vincenzo Calafiore
Si sente molto spesso parlare del cosiddetto rapporto di coppia, io in
verità non sono riuscito ancora a comprenderne il significato ne sapere cosa
esso sia in definitiva. Parrebbe fosse il semplice relazionarsi tra due entità
diverse o uguali, moltiplicandolo pure. Se è quel che io penso, credo di potere
affermare che
questo rapporto di coppia di cui tanto
s’ode parlare sia una condizione di per se difficile e disaggiosa.
Lo si può reggere tranquillamente e con serenità per tempo molto breve,
figurarsi poi in quella condizione detta “ matrimonio”, una vita intera di
condivisioni con un’altra entità, marito-moglie.
E’ un gioco di equilibri, nel senso che
l’uno non dovrebbe prevaricare l’altra e viceversa,
è un dialogare dei sensi e degli occhi,
senza l’uso di tante parole,
a volte è un gioco al massacro.
E’ tenuto vivo dal supporto quotidiano
dalla comprensione e da un susseguirsi di sentimenti, uno spazio infinito di se
e di ma.
E’ talmente vero, talmente difficile che
ad un certo momento impreciso e inaspettato la
coppia “ scoppia” determinandone anche
la fine.
A mio modestissimo parere penso che ad
esempio in una coppia “stabile” più o
meno affiatata e allenata, non mancano nella quotidianità i motivi di scontro
il più delle volte banali ma che sono allo stesso tempo segnali di
insoddisfazioni personali dell’uno o dell’altra; ma anche motivazioni serie,
forse in questi casi si dovrebbe far ricorso al buon senso, alla ragione.
Ma ci sono casi terribili in cui la
condizione è quella di un uomo che violento di se, scarica le proprie
insoddisfazioni, cattiverie, violenze, sulla moglie riducendo la stessa in una
forma arcaica di schiavitù materiale, intellettiva, sessuale.
Questo genere di uomo il più delle volte
ricorre all’uso anche delle mani, da qui il
“ femminicidio”, la deturpazione, la
violenza sessuale dentro e fuori le mura domestiche.
Ma esistono anche altre forme del
cosiddetto “ dominio “ dell’uno e dell’altro, la più comune è l’annullamento
della personalità, dell’intelligenza, del pensiero, della libertà.
Per confutare questo pensiero basterebbe
recarsi in un qualsiasi pronto soccorso per rendersene conto di quanto vasto e
grande sia, e praticato molto, questo dominio.
Esiste anche il “ ricatto morale “
applicato con ferocia quando c’è l’esistenza della prole o quando uno dei due
non è nella condizione di soddisfare autonomamente le proprie esigenze
economiche.
Rimane comunque esso sia l’aberrante
violenza perpetrata quotidianamente sulla donna e non si tratta solamente di
violenza fisica, ma anche psicologica, sessuale – la donna oggetto- buona da
usare a letto per l’appagamento di certe particolari o meno esigenze e poi lasciata in disparte, separati da una
invisibile leggera cortina di nebbia.
Forse in quei famosi corsi
prematrimoniali, di queste cose si dovrebbe parlare, onde evitare di giungere
davanti ad un altare e porre ignari la propria firma su un contratto che tutto
prevede tranne che il buonsenso.
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