Quello che non sai
Di Vincenzo Calafiore
1 luglio 2016- Udine
“ … non
credere mai alle apparenze, ma scava fino in fondo
lì sono verità e certezze. E non avere mai paura della
vita
essa è amore, un grande amore! Amala come fai con la
tua donna
e camminerai su petali di rose… ! “
cit. Vincenzo Calafiore
Quello di oggi è
stato un risvegliarmi strano, come sempre ringrazio Dio per avermi dato la
possibilità di aprire gli occhi e sentire il rumore della pioggia cadere, il
profumo del fieno bagnato; con la solita mia gestualità mi preparo quasi fosse
un cerimoniale sacro il caffè, bevuto a piccoli sorsi amaro per gustarne il
sapore e tutto nel silenzio totale, lontano dal rimbalzo di cattive notizie,
quali le stragi di innocenti negli aeroporti o morti annegati nel Mediterraneo.
Così in quel mio
silenzio, ascolto le mie “ voci di dentro” affabulanti di tante cose già raccontante o narrate, o di sensibilità
capace di fare emergere con naturalezza del loro accadere nuove emozioni,
modulazioni di stato d’animo contrastanti e condizioni assediate di gesti
rivelati con stupore e isolati nel “mio mondo”; voci modulate con tono solenne
e raccordate, legate con un filo che mi congiunge con quanto ormai non è più, o
è ancora vivo in me.
Ma c’è una voce
strana e bellissima, scura, di un temperamento allegro come un’estate in quel
mio silenzio che affascinandomi mi porta dove io voglio essere e rimanere è la
percezione di una porta socchiusa che accende un inconscio desiderio di uscire
e varcare i limiti imposti da certe lontananze e distanze.
Davanti a me la tazza
di caffè rilascia nell’aria gli aromi mentre sono chissà dove, mi rendo conto
di vivere in una specie di limbo sospeso
tra terra e cielo che sprofonda nel prosaico e nel comune dopo essere volato
per chissà quali altezze guidato da un richiamo forte e invisibile, sospeso tra
desiderio e lo sguardo di Dio.
C’è lei, che amo e ci
sono coloro che se ne sono andati in silenzio lasciandomi solo. E’ un incrocio
dei loro sguardi, a cui vado, è un tornare indietro per darmi delle
spiegazioni, per spiegarmi le ombre che attorno aleggiano e aprono nuove
prospettive all’avventura quotidiana con la navigazione per mari e spiagge
amate, porti sicuri in cui riparare, tornano le perdite … è la mia storia
cominciata settanta anni fa tra musica e poesia in u grande silenzio.
Ma anche di amore, di
tanto amore a volte non contraccambiato, a volte così estraneo, in cui riparo e
rimango per lungo tempo.
Poi, di nuovo, è un
andare lento per un lungo nastro di strade di malinconie e tristezze per un
ricongiungimento con chi più amo; ci sono paesaggi avvolti in grigie atmosfere
di silenzio, squarci di luce rotti in frantumi di realtà ferite che si posano
su una pagina oscillante tra l’amore e tracce di sentimenti da seguire per
raggiungerlo.
Resta il mistero
della voce scura e calda che mi fa scivolare in una apnea d’anima, lieve
scomposizione della simmetria delle cose!
Io resto sepolto
dentro me stesso in attesa di lei che distante mi cerca e brama l’incontro!
Questi pensieri in
testa, mentre sorseggio una piccola tazza di caffè amaro, disarcionano la
lettura della vita in cui si mescolano verità e finzioni, e anche detriti
d’anima più manifesti che caduchi che sollevandosi vanno verso un nuovo giorno,
sperando che non sia anonimo.
La mia vita dunque
una rappresentazione che non investe esclusivamente il mondo, ma è la più larga
espressione di un universo guardato con un partecipe malizioso sorriso, mentre
una sfera sapienziale di certezze sentimentali e allusioni crescono come
contrappunto proprio della stessa compagine polimorfa di voci dentro!
Sarà un bel giorno,
sarà una bella navigazione in nome di lei!
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