Una fresca bavisela
Di Vincenzo Calafiore
10 Luglio 2016 –
Udine
“… quando
pensi di essere quasi annegato
nella solitudine o colto dalla disperazione immagina
un’altra vita e valle incontro senza voltarti indietro.
Va da lei come facevi tanto tempo fa, raccontale di te
di quanto poco sei stato dentro i suoi occhi, di quanto
amore
ancora cerchi. Lei ti sorriderà come sempre generosa! “
citazione
di Vincenzo Calafiore
Avere 70 anni e non
sentirli, invece avere dentro viva più che mai la passione, una forte
sensualità e avere ancora il desiderio di continuare il “ viaggio”
affrontandone tutte le difficoltà nel suo essere.
Al “ Mocambo” il
caffè letterario della città, girando fra i tavoli tra musica e parole, mi
fermo a salutare le donne che incontro, alle quali regalo un sorriso e
complimenti, baciamano, con una galanteria d’altri tempi!
Già, “ altri tempi ..
“ , quando la vita era una fresca bavisela.
Quei tempi di cui ho
raccontato e racconto a lungo, che ho saputo vivere dei quali pur avendone
nostalgia guardo avanti, ancora con mille progetti.
Ma sono un narratore
e a volte mi perdo nei miei viaggi nell’invisibile ove scivolano desideri e
sogni che cadono negli spazi bianchi, tra riga e riga, lontano dal reale che
appare torvo; ed ecco farsi largo la
scrittura che, coglie gli imprevedibili sussulti d’una felicità intima e
preziosa.
E da narratore continuano
il loro vagabondare felici pensieri che prendono e cambiano forma, si rinnovano
ogni giorno! Tutto ciò è divino, è un magnifico disegno che qualcuno ha voluto
disegnare affinchè io concluda la mia tappa consegnando e passando il testimone
chissà a chi ! Ecco questo è l’inizio che si ripete da milioni di anni in
epoche buie e tristi: il nostro essere, la nostra provenienza, come un eterno
flusso dove non è importante la meta o la vittoria quanto il viaggio su
quotidiane mappe disegnate e marginate dal mistero che ridestano un mondo
fantastico.
Così scrivere è come
baciare labbra che non ci sono!
Baci di addio, di
saluto, come richiamo dell’anima nei lunghi e temuti silenzi, dopo l’amore, dopo
il sogno … baci di donna amata e sentita come radice, come origine lei con i
suoi dolci occhi e profumo d’oriente è vela che solleva la chiglia dal fango per
farla volare su tutti i misteri che sono della vita, un continuo andare e
venire, per un incontro a volte temuto, a volte intensamente voluto, mi tiene
lontano da questa società sempre più connotata dall’effimero e dall’apparente.
Temo la volta quando
mancherà un passo, un solo passo breve all’esito desiderato di un abbraccio d’amore,
quando la vita si ritrarrà, scomparendo nei consunti sogni per riapparire
chissà dove dopo tante distanze, dopo disperati appelli, come anima, come viaggio.
A volte mi pare d’essere
libero in un mondo dilaniato dalle guerre dove essere uomo non è facile ed
essere libero è solo un sogno.
Perennemente in
esilio, innamorato della vita sorseggiata come un buon vino, desiderata come l’amore,
sempre contro le maree, contro i venti, libero e ribelle.
Innamorato della vita
libera dalle regole, dalle tradizioni, dalle religioni.
Poi accade una notte
di capire la brevità della vita e la grandezza dell’amore, capisco d’essere
prigioniero in un manicomio dove l’unico modo per sopravvivere e fingersi pazzo
e scrivere su fogli immaginari la mia storia. Una storia vera, raccontata a
bassa voce, pagina dopo pagina, con grazia, disincanto, ironia; per ricordare,
per denuncia, per l’intolleranza, per gli stupri, per il sesso facile e
disperato senza amore, per il ricordo di tanti giorni goduti e consumati, le
sfide con la morte, per il dolore dell’assenza, per il lutto dell’anima perduta
dell’uomo non più uomo.
E’ questo dunque il
sogno, un filo che lega alla vita, che si fa sempre più sottile pur continuando
a fare dialogo tra anima e anima, mano con mano, occhi con mare,bacio per amare
e per donare, per farne vita, per farne sogno nel mare davanti che muovendosi
sempre attende! Accarezza come una fresca bavisela!
E’ Amore.
Nessun commento:
Posta un commento