Dimenticati
Di vincenzo calafiore
4 Ottobre2016 Udine
I giorni come del
resto i ricordi sono rondini, come rondini liberi nel cielo e come rondini
fanno ritorno.
Passano nella memoria
o in quel poderoso affresco dell’anticipazione delle fantasie individuali,
avviluppate nel < bozzolo > del fascino di quell’egoista pensiero – bene
io, bene tutti - .
Ma bisogna
considerare che c’è una fascinazione particolare, unica: la vita!
Con le sue
schermaglie, le improvvise accelerazioni, gli imprevisti impulsi che rinvigoriscono
una specie di trama di un romanzo che sembra sul punto di arrestarsi, senza la
calma necessaria per affrontare le cose.
E allora occorre una
rinnovata invenzione che rimetta in moto una catena che sgrana e riduce il
molto di molto di guerre, di politica, di vane promesse, di restrizioni e
violazioni, devastazioni.
A volte pare che io stesso assieme a tanti
altri milioni, essere figure o personaggi studiati nelle più flessibili
sfumature, disinvolte, appassionate, maliziose, esistenti solo nelle scene che
il
“ regista” ha creato
appositamente per noi, nello spettacolo che più lusinga: la lettura con
occhiali senza lenti!
In questo circo amaro
e festoso si compiono destini di giocolieri e illusionisti che non riescono mai
ad essere se stessi, sempre assediati dalla solitudine, dall’ansia celata
nell’allegria, dalle chimere della perdizione.
Intorno, il passare
delle stagioni che modulano spiragli di natura invasa dal perenne variare dei
colori… nella vecchia storia del nascere e morire, dalle luccicanti insegne
luminose che non indicano che il nulla e non portano da nessuna parte, sembrano
ultimi fuochi di tante estati dolciastre e appiccicose, nervose.
Non siamo dei numeri
e nemmeno numeri primi, siamo individui il più delle volte non conosciuti tanti
piccoli protagonisti di significativi momenti storici, tanti piccoli
protagonisti che hanno fatto la storia; fra questi in molti che vedono la storia
dal punto di vista dell’episodio, da protagonisti misconosciuti e lo fanno con
partecipazione e non con immedesimazione, quasi a voler riscattare l’oblio di
tanti altri milioni di protagonisti.
Ciò rende la lettura
del “ romanzo sporco “ commossa, nel vedere altre vite, spessissimo giovani che
a causa di guerre e fame, disperazione, violenze, cercano una via d’uscita, una
nuova vita e vengono stroncati dai confini, dalle leggi, dai muri, dai campi,
dal rifiuto, dall’egoismo e dalla paura.
Questo itinerario di
piccole e brevi vite, su rotte cangianti e sentieri mutevoli, conclavi dell’odio,
questo cimitero
immenso e profondo che poco restituisce abbandonato su rive diverse, lo mettono
sotto i nostri occhi e li rende non dimenticabili persone dimenticate.
Chi erano,
chi ne sa niente? :
muoiono inghiotti dalle fauci di un assurdo egoismo che non avvicina, che non
rilascia pace, ma sostanzialmente rimorso, dolore, inquietudine, l’amaro dolce
per quelle mani rimaste ferme, per quei cuori e anime inaridite da un “ no” ,
da un “ Alt “ .
Ma ci sono invisibili
che fanno continuamente qualcosa di buono per gli altri a fronte di un
antagonismo politico, di un efferato egoismo ….
Mentre si muore dimenticati nei cimiteri di una terra di tutti!
Questa vita, la mia
come la tua e di tanti altri E’ e rimane un grido che unisce tutte le vicende,
tutte le richieste di libertà e di poter continuare a vivere in libertà con un
futuro, con le speranze, coi sogni; ma tu che già li hai perché non vuoi
permettere ad altri almeno di provare cosa voglia dire avere un sogno, avere
una vita da ricordare e da raccontare ad altre vite che verranno?
Perché lasciarli
annegare nelle loro stesse vite spezzate?
E’ di dignità civile,
di un pulviscolo di persone che diventano cimiteri che si tratta!
Non lasciare che la
vita muoia
non lasciare che la
scrittura di questo romanzo diventi ancora più sporca, più terribile, ancora
più triste, nefasta all’ombra di bandiere come preghiere tibetane.
Non lasciare che la
tua vita diventi un atto di arresa senza onore, senza urlo.
Non lasciare che la
tua vita prenda in considerazione solo la voglia di svago e di fannullaggine,
ma lascia che diventi vita vera, solco in cui seminare nuove messe e da cui
avere nuovi raccolti come qualcuno che già fece con la sua, alla nascita
dell’uomo già fece per farti cristiano, per farti umano, per farti essere
mondo, non tradirlo.
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