L’Amore negato
Di Vincenzo Calafiore
16 Marzo 2017
( 100 pagine in una, un racconto da scriversi)
“
chi e cosa potrà mai sostituire la bellezza come lo sguardo di una donna?”
In questa “ nuvola”
consistente di magia si può vedere il mondo, che gira veloce come girandola di
carta nel soffio del vento, io al contrario preda di un moto lento, il moto
della lentezza.
Non ho tanto tempo,
non posso aspettare più nemmeno un attimo lungo un secolo, e finalmente ti
vedrò venirmi in contro da quel tuo nascere e morire dentro un attimo, dentro
un secolo di vita.
Urlerò il tuo nome e
chissà quanti altri nomi avrò da ricordare a memoria, nomi da urlare nella
notte a cui la tua assenza mi scaraventa, per farmi ritrovare, per farmi ancora
sognare, per darmi ancora un altro tempo, un altro amore, un altro motivo per
cui lottare e andare avanti.
Io mi ricordo di te,
delle tue silenziose lacrime perdute nei deserti attorno ove si son barattati sogni e ricordo le lacrime dentro
me, ora come sogno torni a parlare di te, di come sei ferita e umiliata, nuda e
sconosciuta ora ti presenti alla soglia dei miei tanti perché dimenticandoti di
come mi hai fatto morire in un bicchiere colmo di neve.
Ci vuole coraggio per
ricominciare, a non sbagliare, a non deludere, a non ferire.
L’amore è tutto in
quelle notti da decifrare e sogni da imparare a memoria per poterli raccontare;
l’amore è in quelle
penne e matite che sanno scrivere di te e dipingere con un po’ di chiaroscuro
su fogli di carta che svaniscono alle prime luci.
Se fossi come dici,
avessi un coltello toglierei i sogni dai miei sogni.
E non è questo il
peggio!
Ti vedrò lontanissima
in quegli sguardi che ti cercano.
L’amore è una cosa
che manca al mondo.
Da viaggiatore che
sono vago in quegli spazi che ci videro felici, è un andare e tornare a mani
vuote sempre più solo, sempre più sprofondato in quei silenzi che cuciono le
labbra.
E vivo come un ladro,
come un animale che di giorno fiuta la via per tornare e di notte passo dopo
passo ruba la tua figura all’ombra per poterla ancora amare, quando il sonno
vincendoti ti fa mia.
Amarti di notte
quando c’è poca luna,
amarti per ore in
quel tempo da fermare.
Quello che manca è un
po’ di silenzio
e non sento il mare
salire, non sento l’aprirsi e il chiudersi di porte sbattute dal vento.
Perché quello che
serve alla vita è l’amore di acqua e terra, da baciare, da coltivare, per fare
pane, per fare amore.
Io sono quell’uomo
che un tempo aveva un sogno e per quel sogno è andato per mari sempre più
grandi; quello che manca a questa mia lunga notte sono le parole che avrei
voluto dirti, parole imparate in altre vite e mai raccontate.
Sono vivo e mi basta
la poesia che c’è in uno sguardo, in un sorriso, in un ciao.
Vivo e mi sento vento
che s’intrufola tra i tuoi capelli, che ti costringe a socchiudere gli occhi,
che costringe le mani
alla bocca. E so aspettare!
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