Senti, la luna come respira
Di Vincenzo Calafiore
15 Marzo 2017 Trieste
“ Ti ho sognata e sei qui tra le mie braccia, come
luna tra le nuvole, come baci, e io ti aspetto qui, fermati e tu ti fermi
dentro i miei occhi, nelle mie mani. “
La notte “ arraggiata
“ e assetata ci divorò ancora una volta nei sogni sul nascere, è stata luna
piena di desiderio, luminosa di occhi socchiusi in un bacio caldo, ubriaco di
vita.
Il sapore di te è
trattenuto dal cuore come un’ancora per non farlo andare alla deriva; è una
notte di poca fantasia che indossa veste di spine come se non volesse andare
via da quell’angolo di cielo che sto guardando da dietro le persiane socchiuse da
dove giunge un mondo estraneo fatto di rumore, non si ferma mai.
Come non si ferma mai
il desiderio di guardarti, incontrarti, amarti, qui in questo posto lontano dal
mondo.
Io ti guardo, mi
consumo gli occhi in tutto quel chiamarti per un nome inventato, ti guardo e comincio a non ricordare, comincio ad amare
tutto quello che sta nel retro dei tuoi occhi.
Ah, che meraviglia la
vita!
Se a ricordar te
prima del mio nome.
Come è brutta questa
notte ruffiana e capricciosa che lascia venir giù tutte le pene e assenze, i
binari distorti su cui scorre la mia vita fino al prossimo tuo bacio in una
notte come questa, notte bambina di mani silenziose sopra gli occhi miei
stanchi di luce mentre son qui che aspetto, almeno vederti passare dietro il
sole, in mezzo al cielo che si stringe nella pupilla adornata d’amore.
Se tu sapessi amore.
Prendimi con le tue
mani, stringimi forte a te come fosse la prima volta perché io ho sogni da
sognare e vite da seguire, lettere da spedire e parole da imparare per non
restare da solo.
Io sono qui che
aspetto!
Dietro un sipario
dove recito parole gridate in fondo al cuore.
E adesso sono qui
solo ad aspettarti, come fosse facile lasciarsi morire, o a ridere di me, della
mia solitudine, della mia tristezza, del tuo andare via…
Sarebbe bastato
dirsi…. Ciao!
In tutto questo amore, in questa casa dove le
parole non s’imparano mai, ci sono io!
Io che da sempre in
quel via vai di sogni cerco il tuo, per i nostri occhi che si cercano, per le
nostre mani che sanno toccarsi come una carezza.
Io ho ancora terre da
sognare e da conquistare
ho ancora silenzi da
riempire di musica
e un letto sui cui
adagiarti per nutrirmi di vita, per sentire l’amore bruciarmi e ardermi come
lava nelle vene.
Io sono qui in questa
notte senza fantasia né poesia che indossa una sottana senza sapere dove
andare, in quale braccia morire.
Che brivido!
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