Porto Allegro
Vincenzo Calafiore
Come
abbiamo potuto ridurci così? E’ questa la domanda! Quella che ognuno di noi,
voi, gli altri, tutti dovrebbero porsi: come abbiamo potuto ridurci così ?
Che
noi “ italiani “ fossimo una razza a parte, questo lo sanno pure i sassi, anche
quelli che per strada gli dai un calcio….. e lui rotola avanti, ma con uno scarto
improvviso come un baleno potrebbe spostarsi tutto sulla destra ….. dipende…
Dipende
si … dipende dal piede che lo calcia, dalla forza del piede …
Ma
comunque lui … il sasso in quell’istante, in quel preciso istante … ti ha già
mandato a quel paese!
Si,
noi italiani in questo siamo insuperabili, siamo dei maestri, nessuno meglio di
noi
Sa
mandare a quel paese o fare una lunga e generosa: pernacchia!
Fare
la “ pernacchia “ non è da tutti, non è facile, perché nella pernacchia bisogna
metterci tutta l’enfasi, provata verso l’imbecille cui è diretta.
E
qui occorre fare un distinguo perché c’è: l’imbecille furbo ad esempio come un
politico e l’imbecille, imbecille che è colui che segue quel tipo di imbecille.
L’altro
distinguo doveroso è che sono sessanta milioni, divisi e distinti, e tanto
imbecilli da odiarsi e così facendo fare il gioco dell’imbecille, furbo.
La
“ pernacchia “ Questa è una cosa seria per poterla fare e farla bene, ci vuole arte e passione …
perché chi la riceve deve sentire la passione, il patos, tutta la gioia di chi
la fa.
Se
mancano queste cose, inutile farla.
Però
c’è stato un tempo, che io ricordo con dispiacere perché è andato perduto,
c’era Petrarca, Dante, Alighieri, Virgilio, Michelangelo…. Siamo stati quelli
che hanno portatto la cultura e la bellezza nel mondo…
E ora che siamo? Servi!
E
sai perché lo siamo? Perché abbiamo perso! Siamo stati sconfitti, spianati,
resi tutti uguali, vestiti uguali…. Ma la cosa peggiore è quella di aver perso
la nostra entità, l’abbiamo svenduta per un sogno che non abbiamo fatto, ma che
ci è stato fatto immaginare. E noi lo abbiamo visto, ne abbiamo sentito le sue
voci, l’aria, il vento.. ed era tutto un bluf!
Ma
siamo i servi peggiori, quelli che si lamentano e stanno piegati … con la
schiena piegata senza voce, senza parola, senza pensiero.
Tu!
Che
te ne stai lì seduto su quella seggiola, ti starai chiedendo chi sono io!
Questo
ti stai chiedendo in quella tua testolina…
Sai
chi sono io? ….. il Popolo!
Agonizzo
per una malattia mal conosciuta e che non si sa curare, si chiama: libertà!
Mi
hanno rimesso assieme i pezzi per sopravvivere e questo mi assicurano è una
fortuna.
Ma
loro, gli altri prigionieri, gli altri morti vivi?
Quelli
che vedi per strada dentro una casa di cartone,
quelli
delle periferie abbandonate,
quelli
che stanno al Sud,
quelli
che protestano contro la fame e l’umiliazione, la dignità rubata,
quelli
che spariscono per sempre,
quelli
di città come favelas di Rio e di Buenos Aires,
nelle
rovine di Napoli.
Ecco
chi sono, sono uno che ha visto tutto.
Ho
visto crescere questa Italia!
Ora
mi pare d’essere in un pisciatoio, dove tutti possono entrare gratis, dove gli
orinatoi sono intasati dalle cicche che galleggiano nelle urine schiumose, dove
una volta qualcuno si sarà asciugato le mani nell’asciugamano, ora talmente
lercio che nessuno osa toccarlo.
Dove
c’è puzza di intrallazzi, e sporchi affari, di camorra e di mafia.
E
una fila di uomini allineati contro il muro in un raccoglimento religioso si
frugano i pantaloni, ognuno nel proprio pantalone, ognuno separatamente, però
tutti assieme in una specie di promiscuità evacuatrice.
E
la cosa fa schifo, ma di più fa schifo la tua indifferenza, e nono solo tua, ma
anche quella degli altri, degli altri loro, degli altri tutti che ve ne state
in quelle stanze dorate.
L’indifferenza
totale ai miasmi di quegli imbecilli furbi… i politici
Ecco
cosa ho visto e cosa vedo.
Una
grande bugia e tutta una bugia raccontata nei libri di scuola come per far passare
per eroe un delinquente e assassino come Giuseppe Garibaldi, l’eroe dei due
mondi.
E
no! Voi state raccontando su quei libri un sacco di stronzate e mai la verità
come le deportazioni da Sud verso il Nord, dei paesi e villaggi bruciati e rasi
al suolo e dato il permesso di saccheggiare, violentare, uccidere, le fossi
comuni….
Come
fate a chiamarla Unità ? Con quale diritto, con quale diritto avete dimenticato
e cancellato tutto dalla memoria?
Questa
cosa non vi fa schifo, quella di nascondere la verità?
Ma
esiste un altro posto così, in cui il tuo vicino si trova nella tua stessa
situazione?
Dove
esiste la stessa uguaglianza?
Non
esiste.
E
non fa niente che si tratti di un’uguaglianza nell’abbrutimento, l’essenziale è
che sia autentica, precisa, vistosa e, in fondo gagliardamente espressiva, anzi
espressionista.
Per
te , e per i tuoi simili, per i tanti come te va benissimo:
date
le tue, le vostre, ridotte capacità percettive solo quello che è enorme è
evidente, le gradazioni, le sfumature vi sfuggono: e questo popolo è una
sfumatura nella vostra galassia.
Perché
è qui che si nascondono le fregature nel vostro fare politica. Ma tu imbecille
furbo non hai colpa, la colpa semmai è mia: io popolo!
Che
sono rimasto impigliato nelle maglie rumorose e frenetiche di una corrente politica,
becero e bieco, come un pesce impigliato nella rete.
Sai
cosa fa male?
E’
che sono rimasto a guardare come da un balcone, stavo davanti al degrado della
droga, della prostituzione, delle mafie, della corruzione e mi bruciavo le dita…
quella cicca era la mia unica indipendenza!
Mi
hai tolto anche quella e non sono altro che desiderio, odio, invidia,
dipendenza, umiliazione.
Sono
rimasto indifferente dinanzi alla invasione, ai porti aperti, ai miei diritti
negati per gli altri, i nuovi italiani che arrivano come tempo fa quei “ Mille “
un manipolo di uomini che hanno distrutto e che continuano a distruggere…
mentre leggere vanno al cielo le spire di fumo grigio di una nazionale senza
filtro a guardare il: Porto Allegro!
Udine
lì, 08/ Novembre/ 2020 i tempi del
colera
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