Tu nella mia vita
Di Vincenzo Calafiore
19 Marzo 2024 Udine
“ ….. Tu vieni sempre
da me,
quando sei triste,
quando la vita
non ti sorride. Tu
vieni, che io,
anche se non servo a
niente,
ci provo a farti
sorridere, a farti
stare bene! “ Vincenzo
Calafiore
Su questo pianeta,
niente è eterno, tutto è destinato a sparire, compreso noi che siamo di
passaggio, nella nostra vita che in quella degli altri.
A volte siamo
dimenticati, a volte diventiamo storie ….
Storie da raccontare,
da ricordare e da dimenticare, tutto dipende da noi, dalle scelte fatte
assumendonesi le responsabilità fino alla fine, senza nascondersi, senza paura;
perché quel che conta è essere responsabili delle proprie azioni.
Nella vita, del
nostro vissuto non si dimentica niente, le cose cambiano solo di posto, ma
tutto rimane dentro . Non è mancanza di memoria, ma di interesse è un po’ come
diventare poveri; hai meno possibilità nella vita, non sono tante le persone
che ti cercano. La dimenticanza a pensarci bene, forse è un’ultima carezza
della vita, uno sconto di pena che Dio ha previsto per chi ha vissuto a lungo e
ha più ricordi del necessario.
Io ricordo!
Si che mi ricordo, e mai
potrò dimenticare quella volta che ho guardato con meraviglia i tuoi occhi, e
lì, in quel preciso momento decisi che Tu saresti potuta rimanere nei miei
giorni, tra i miei sogni, le mie speranze …. nella mia vita, essere la mia
vita!
Io sarei stato la tua
esistenza e tu la mia, così fino alla fine dei giorni e chissà se qualcuno si
ricorderà di noi, del nostro tempo insieme, così breve, così eternamente breve
da sembrare una vita, un piccolo mondo antico insieme che solo noi potremo
sempre ricordare.
Amare e guardare l’esistenza
propria come a un paesaggio dai colori forti, parole scabre come l’esistenza
stessa che stenta il suo cammino in compagnia di visi pronti ad affacciarsi con
le pene antiche e la fatica di sogni uno dietro l’altro irrealizzati e lasciati
nel limo dell’esistenza a sua volta nel
buco nero di un cosmo indifferente.
La narrazione di ogni
storia individuale, dalla crosta rugosa, incatramata, è fatta da un sotterraneo incrocio di bisbigli, raccolte
risonanze di parole dette a metà, forse taciute, smarrite nel profondo gorgo
dei giorni che non si vedono, sempre vicini e sempre altrove, lucenti là dove
possono trovarli solo le speranze.
Ci si smarrisce e ci
si chiede in tanto che si guarda un mondo che, sembra una foresta di trappole e
di maschere; uomini e donne affamati di luce, di verità, come insetti giungono
da ogni epoca e tempo nell’infinita notte stellata in cui poter strappare: un
si ! , mentre le vicende personali di ognuno si avviano a diventare solo
memorie!
Da qualche tempo non
riesco più a scrivere. Il mio cuore si è fermato in un tempo ben preciso e non
vuole tornare.
Non puoi immaginare
come possa mancarmi il rumore del pennino che graffia il foglio, l’odore degli
inchiostri, la conversazione con l’anima, qui in questa prigione. Il cuore si
inaridisce a volte …. Ad un certo punto
mi sono mancate le parole, mi sono mancati i colori, le immagini, i giochi con
le parole.
Mi ero reso conto che
le ultime favole che avevo scritto le avevo scritte per i grandi e non per i
bambini. I grandi, a parte quelli che non sono riusciti a crescere come me, non
capiscono più, si sono dimenticati che ci si può innamorare ancora, ed io mi
sono innamorato di te!
Nessun commento:
Posta un commento