Oggi più di ieri
VINCENZO
CALAFIORE
Può succedere di sentire certe premonizioni di ciò che accadrà, o potrebbe accadere.
E’ cosa normale, l’eccezione semmai è la magia con cui la premonizione si insinua nella testa, nell’animo.
Si tratta, forse, di una delle tanti facoltà attraverso le quali il mistero si dirada affinché possa illuminarci, superando le nostre solitudini, accarezza e traduce in realtà i nostri sogni, senza lasciare morire le speranze.
Questo intendo per Provvidenza.
Una notte, e nel posto più lontano dalla mia vita quotidiana o abituale, essa acquistò i tratti di un volto.
Apparve, lo misi a fuoco, e subito la fisionomia, con grande stupore, come quando si viene scossi da un sogno, concentrai il suo incantesimo negli occhi verdi: lo sguardo mi penetrò e, da quel momento, si incise nella mia mente, diventò un ricorrente pensiero di meraviglia; più precisamente se ne impadronì quella parte della memoria che porta scritti, nel più segreto dell’essere, il sortilegio a cui è legata la nostra origine, l’arcano della vita nascente, le suggestioni primitive di una magia che a volte torna a coinvolgerci nei suoi fenomeni, mentre non ne siamo coscienti.
Fu un attimo. Il volto di donna mi apparve felice con lo sguardo perso nella malinconia adolescente.
Un volto seducente, con tutte le stimmate della seduzione.
Era la tarda primavera di un anno fa; luogo dell’apparizione, la mia camera da letto, fra il Nepal e il Tibet, durante uno dei mie grandi viaggi notturni nelle viscere misteriose di un sogno, forse per ottenere conferma del grande potere dei sogni nell’uomo, si compie quella che si definisce
“ euforia del soprannaturale”.
Ma questo sogno avrebbe potuto accadere fra le Montagne Blu del Siam, fra le rovine di Delfi, nei deserti nigeriani del Gran Tenerè, l’”immenso Nulla …..
Andavo in quel tempo, attraversando, i regni del mistero, dall’un capo all’altro della notte, e li descrivevo in una serie di articoli per il mio giornale.
Perciò mi ero unito ai viaggiatori magici della “ Pegasus”.
La luce da cui fui circondato diventò di un azzurro diverso dall’intensità del cielo, dal bianco che formava l’orizzonte che mi dominava, mi sgomentava, un vento leggero trascinava polvere di stelle scintillante nella luce, che facevano del sogno un abbaglio.
Era una magia suprema.
Come arretrare al punto esatto, al “ momento” che perso negli universi, mi faceva rivivere una dolcezza infinita, un desiderio di amare, la felicità di poter baciare quel volto che non so per quale motivo chiamai “ Marea “, forse perché l’emozione di vederlo, viverlo intensamente, mi travolgeva come marea?
Il profumo di rose, mi stordiva.
Lassù le rose sono alte e possenti con fiori che vanno dal rosa al rosso, al giallo …. Raggiunsi con gli occhi socchiusi: il “ Lago degli eventi futuri “, il vento vi muta continuamente il colore.
Scese la notte. Si accesero i fuochi…
Soltanto chi ha vissuto questo tipo di esperienze sa cosa significa il fascino di un volto, e del tempo
Che improvviso si arresta e negli istanti fermati mi abbandona, con un forte senso di dilatazione corporale all’infinito amore!
Nella mia mente si produsse una metamorfosi; come su un palcoscenico, si animarono mani e labbra, volti che si fondevano nelle trasfigurazioni delle lunghe attese della donna amata ….
L’amore, un miracolo di semplicità!
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