lunedì 10 marzo 2025


 

Gente sulle nuvole

Vincenzo Calafiore

10 Marzo 2025 Udine

 

“ … te l’avevo detto: se vuoi vivere

devi camminare sulle nuvole, amare

e vivere con la loro stessa leggerezza ogni

tua emozione. Con loro non servono

le parole, la tua anima sa, conosce il loro

linguaggio. Quello che tu devi fare

è quello di sdraiarti su un prato verde

e guardare il cielo … dopo non ti

riconoscerai più, tanto ti sentirai diverso

e non vorresti più tornare nella pozzanghera

da cui per un’ora sei uscito. Un’ora…

lunga un’eternità! “

                              Vincenzo Calafiore

 

 

Dovrei guardarti senza incanto come faccio con le nuvole, e invece ci casco sempre, non riesco a fare a meno di guardarti e rimanere incantato, prigioniero di te; così accade con le nuvole senza riuscire a descriverle perché nel frattempo sono già cambiate, sono altre, ma tu no, rimani sempre bella, e credimi è meraviglioso il solo rimanerti accanto.

Vedi Johannes, quelle nuvole, lassù sul lato sinistro dell’orizzonte, non rassomigliano a delle onde?

Io penso che le nuvole siano le onde del mare che è sopra di noi, e se le guardi bene sono sempre diverse e, la cosa bella è che non si ripetono mai! Non sono come noi, che moltiplichiamo sempre le stesse cose. Le onde del mare di sotto, invece sono sempre uguali, grandi, larghe,piccole, ma sempre maestose, spumeggianti come lo è a volte la nostra vita, testarde, non si arrendono mai; noi alle prime difficoltà, ci arrendiamo, cadiamo e difficilmente ci rialziamo.

Le prime non hanno memoria ecco perché leggere vagano ovunque sopra ogni terra, sopra i mari, su tutti i mari, le onde del mare invece hanno la stessa  memoria e tornano a morire vaporizzandosi contro le scogliere, gli scogli, le rive, certe volte tornano al cielo, come gli angeli caduti.

Ho paragonato la mia vita alle nuvole  e l’ho vista meno mutevole, più duratura; a confronto perfino un fiore sembra certo, su cui poter contare, con le nuvole no, non è possibile.

Gli uomini non vi rassomigliano, mentre le nuvole vanno oltre l’orizzonte, gli uomini muoiono, le nuvole non muoiono mutano e rinascono in altre forme, non hanno bisogno di farsi belle o di danzare, loro sono belle e leggiadre danzano, fluttuano. Proprio come fa lei, che vive sulle nuvole!

Lei è la mia nuvola, la più bella nuvola che i miei occhi abbiano mai potuto vedere.

Standole accanto mi sono reso conto che in me le schiavitù umane convivino con una sorta di leggerezza, come se ne fossi vittima in misura minore rispetto ai comuni mortali, sarà perché l’amo, sarà la sua presenza nella mia vita

Lei Johannes si è distesa sull’enorme letto; le do una coperta anche se ancora non si fa sentire il freddo della sera. Il sole ha da tempo superato la lunga trincea di nuvole bianchissime e svaporate agli orli, colorandole nel ventre, come una chiazza di sangue, e mentre mi accingo a lavorare alla scrivania messa di traverso sotto la finestra, lei ha chiuso gli occhi!

Non so quanto tempo fosse passato, mi alzai per controllare mi diressi verso di lei, la coperta era scivolata a terra e lei non era distesa, era tutta raggomitolata, rannicchiata su se stessa infreddolita.

Le raccolgo i capelli a lato del viso, la ricopro e torno alla scrivania.

Io e lei amiamo le nuvole, le cerchiamo guardandoci negli occhi! Siamo come tanti altri gente in cerca di nuvole … di leggerezza, della leggerezza del vivere.

La svegliai sfiorandole il viso. Aprì gli occhi. Nella sua espressione riconobbi: la felicità. Si mise seduta sul letto e si coprì la faccia con le mani. Dopo un attimo cominciò a legarsi con le trecce i capelli dietro la nuca, il suo viso illuminato dal sole è davvero bellissimo, tanto da non poter fare a meno di rimanere incantato a guardarla.

La guardai scendere le scale dalla porta del soggiorno e l’unica frase che mi disse fu:

love is wonderful sometimes, l’amore a volte è meraviglioso! Sparì in bagno!

Acquistai il quotidiano spagnolo “ El Pais “ per non dimenticare lo spagnolo e andai a sedermi sulla

mia solita panchina, quando scorsi Johannes. L’osservo sfacciatamente, grazie alle lenti scure mando a spasso il pudore e, anche se mi costa ammetterlo, il suo fascino giunge sino a me, come un fascio di luce, un candido nastro lucente in mezzo alla strada.

E’ bellissima e mi domando in che cosa consiste il suo fascino? Mi fa rabbia il fatto di esserne pazzamente innamorato, con quelle ciocche nere sempre sulla faccia, fra le quali si intravedono bagliori biondi, e poi con quel vestitino a fiori viola.

Mi passa vicino e fa finta di non riconoscermi … emana una fragranza incendiaria … mi alzo e l’abbraccio, le do un bacio …

 

 

 

 

 

 

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