Genitori
di
Vincenzo Calafiore
“ ecce tertio hoc paratus sum venire ad vo
set non ero gravis vobis non enim quaero quae vestra sunt sed vos nec enim
debent filii parenti bus thesaurizare sed parentes filii . “
“Ecco, è la terza volta che sto per venire
da voi, e non vi sarò di peso, perché non cerco i vostri beni, ma voi. Infatti
non aspetta ai figli mettere da parte per i genitori, ma ai genitori per i
figli. “
Essere – genitori – è il mestiere più
antico del mondo, il più difficile.
E noi due, non lo sapevamo, ugualmente però
abbiamo voluto per amore mettere al mondo i nostri figli; allora si era giovani
e la strada sulla quale c’eravamo incamminati se pure piena di ostacoli, e con
poca esperienza, allora, l’affrontammo con coraggio, con dignità, con onore.
La cosa più bella della vita coniugale, non
è stata la possibilità di fare sesso liberamente e a compiacimento, anche se
l’età lo volesse, ma è stato quella del sentirsi chiamare: papà, mamma!
Avere dei figli è la cosa più bella, il
miracolo più bello che possa capitare, ma è anche la più grande responsabilità,
il compito più grave, poiché bisogna essere allo stesso tempo: insegnanti,
educatori, giudici.
E’ inevitabile, coi figli nascono i primi
grossi problemi.
Nessuno nasce già genitore, esperto in
materia, ed è umanamente possibile commettere o che si possano commettere degli
errori. E’ una condizione che necessita continuamente degli aggiustamenti, dei
cambi di rotta, per poter permettere alla famiglia di “navigare” in un mare
inospitale - ospitale.
Con il rischio di essere poi giudicati
dagli stessi figli in: buoni o cattivi genitori!
Non importa questo inaspettato giudizio,
poiché in realtà il giudizio più importante è quello dato dalla propria
coscienza, è lei a determinare se siamo stati o no dei buoni genitori.
E’ difficile dare ai propri figli un Sì o
un No suggeriti al momento, dal buon senso, dalla coscienza, dalla
responsabilità.
Cosa vuole dire allora mettere al mondo dei
figli e educarli, dar loro un primo kit che permetta loro una buona vita. Per
lasciarli andare poi per la loro strada in quella giungla chiamata pure
esistenza con sicurezza, con determinazione,con un bagaglio al seguito in cui
sono stati messi tutti gli insegnamenti, i sentimenti, l’educazione, l’amore?
Un giorno ci siamo guardati allo specchio,
con tutto il tempo a disposizione.
E’ come vivere in un stato di silenzio
prima del boato!
Quel momento di guardarsi allo specchio
arriva per tutti indistamente, per i genitori che prima erano stati figli e per
i figli che diverranno a loro volta genitori: c’est la vie, E’ la vita, il
ciclo della vita!
E ci diciamo: si siamo stati dei buoni
genitori, abbiamo portato a termine il nostro compito.
Ma non abbiamo tenuto conto in quella
risposta che ci siamo dati del “ reso “
o del “ ritorno”!
E’ possibile che accada, e accade
inevitabilmente che dei figli nutrino inconsapevole rancore nei confronti dei
propri genitori, di giudicarli per quello che hanno dovuto subire, giustamente
o ingiustamente. Questi figli sono ingrati perché non ricordano o hanno
dimenticato il difficile compito dei loro genitori, l’amore con il quale sono
stati cresciuti, i sacrifici che i loro genitori si sono fatto carico per
permettere loro di crescere bene, con tutti i crismi. La cosa peggiore che
possa capitare ai genitori è quella di rimanere soli, con dei figli che li
fanno sentire soli!
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