L’amore che colma e poi svanisce
Di Vincenzo Calafiore
23 ottobre 2015
Pagina dopo pagina la
vita si colma di strade, facce e odori, di luoghi, di fughe, poi sul finire
come una giornata di sole, iniziano i tramonti e pian piano calano le tenebre,
si avverte il vicino respiro dell’abbandono.
E’ proprio di
abbandono che si tratta, non ci sono più le volontà e cominci a capire quanto
vicino sia lo stato di – attesa – di un qualcosa o di un treno che magari perderai
o ci salirai per fare il viaggio di ritorno a casa mentre fuori dai finestrini
in immagini sfuggenti scorre la tua vita hai tempo di leggerti quel romanzo che
hai tanto desiderato di leggere in un presente troppo veloce per il tuo cuore e
le tue gambe.
Quello che tu hai
scritto nei tuoi anni senza rileggere, senza correggere gli errori o
semplicemente i tempi dei verbi che coniugandoli malamente ti hanno fatto
commettere degli errori.
Non hai mai avuto il
coraggio di guardarti allo specchio e lo fai ora di riflesso guardando il tuo
finestrino e ti vedi curvo e imbiancato come una montagna innevata, irregolare,
nei venti che ne mutano i profili, i tramonti e le albe.
Ma c’era poesia in te
e quella bellissima dichiarazione d’amore a “ Lei “ donna reale o sogno di cui
ti eri invaghito e innamorato poi, che stravolse la tua vita e l’animo tuo di
poeta e musicista, sposo, padre.
Per quell’amore che coglie
inaspettatamente durante una fuga lunga una vita.
Ha i capelli color di
sole di primavera, l’allegria che hai sempre cercato, e degli occhi che ogni
volta che li guardavi ti facevano sognare forse un’altra vita, un altro tempo,
un altro luogo. E ci sei stato!
Non sei più tornato.
Ma nel tuo racconto,
tra le sue pagine una lettera ancora da chiudere e da spedire; una magia di
quadri, le poesie, la musica che vi ha uniti in una grande storia d’amore
ancora da finire di scrivere e pensi ai tuoi slanci, ai ripensamenti, alle
fughe, ai rimpianti, ai sogni che non sei riuscito a realizzare.
Non sei stato capace
a dettarne i tempi, ma il tuo – tutto - l’hai vissuto con una sincerità non
comune, con amore.
Che sia questa il
volto di lei?
Questo è l’amaro
della vita che solo lei sapeva farti felice, quando solamente la sfioravi il
tuo cuore si contraeva attratto da lei, stella che ti voleva per un’eternità.
Il treno va e tu sei
seduto davanti a quel finestrino tuo malgrado a fare i conti anche con l’altra
faccia dell’amore, quella dell’abbandono, del dolore, delle lettere scritte di
notte tormentate dagli interrogativi, dalle poesie struggenti, e mai inviate.
Così le tue
lettere-dichiarazioni d’amore scorrono veloci come paesaggi sul finestrino di
un treno che ti sta portando via; lei brama di sentirsi viva in nome di quell’amore,
di quella passione che per tanti anni ti costrinse di notte a pensare, a
sognare, a vivere, a amare.
Lei è qui e non vuole
crederti perso per sempre.
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