La mia strana felicità
Di vincenzo calafiore
31 Agosto2016-Udine
“ Thi is my song “
una delle canzoni che ascolto quasi sempre mentre scrivo, ormai quasi colonna
sonora della mia vita; forse tutto parte da qui, dalle note di questa canzone
splendida e immortale, per chi ama, per chi è ancora capace di dire alla
propria donna e alla propria vita “ t’amo
“ .
Più di una volta ho
trattato questo argomento: “ non la meta, ma il viaggio …. “, ci torno
volentieri perché non mi stancherò mai di parlarne, importante per le persone
che ci stanno vicino, per le persone che si amano, per le nuove generazioni.
Le due passioni nella
mia vita: il mare e la scrittura, in un certo modo due mondi complementari, la
saggezza del mare incontra i sogni incrociati della scrittura ove si coagula l’esistenza
mia.
Così il mio tempo,
quello comunemente detto età, speso su quel mare percorso da scrittore per anni
a bordo di una barca come fosse casa, navigai e continuo a navigare da un
oceano all’altro alla ricerca di un’impossibile verità dello stesso significato
vivere, quasi metafora dell’incertezza e del mistero della vita. Un paradosso
che costituisce motivo d’indagine, per raccontarle poi come storie.
Ma che significa
vita,
che significa vivere?
Che sia un racconto
di impianto filosofico-esistenziale, il cui filo conduttore è la ricerca
spasmodica di ciò che non si trova e si vorrebbe trovare, una quete inquieta
che per uno scrittore significa navigare nell’oceano del sapere mettendosi
totalmente in gioco, pur di inseguire un sogno, il proprio sogno?
Ma tu hai certezze,
non sogni.
Allora affronta l’oceano,
annaspa e trattieni il respiro non per salvarti ma per prolungare la tua agonia
e salvandoti apprezzare quanto la vita stessa ogni giorno ti da!
Con la
consapevolezza: che non c’è altra certezza che il dubbio.
Si dice spesso che
quel che è importante non è la meta, ma il viaggio. Gli esistenzialisti, tra
cui Sartre e Simon de Beauvoir, hanno scritto pagine molto belle sulla
delusione che subentra una volta raggiunta la meta.
E’ un po’ come l’amore:
bisogna rinnovarlo ogni giorno, irrorarlo di dolcezza, altrimenti si sclerotizza
e muore.
Per essere uomo forse
non basta il naturale ciclo della riproduzione espressa in centimetri e
diametro, forse per essere uomo bisogna avere un sogno da coltivare e da
realizzare, custodire in se l’umanità e l’umiltà di non recare danno o fare
peggio ancora violenza.
La conseguenza della
mia scelta d’essere “ raccoglitore di perle “ o semplicemente uno spiaggiatore
alla ricerca di sogni impigliati nelle maglie di tante certezze inutili.
Mi isolo dal mondo e
dalla gente con cui non riesco a vivere.
C’è sempre un tempo
per guardare e ascoltare, e un tempo per scrivere di una società
spaventosamente vuota, aggrappata a scelte e certezze che non portano da
nessuna parte.
Forse da questo mio
viaggio ormai incanalato ormai verso la sua naturale conclusione ho imparato a
essere fedele a me stesso e ai propri valori culturali e umani, a un’idea di
letteratura che non coincide con la vita, ma le è sempre accanto a
interrogarsi, a rendere ragione di se e delle proprie visioni.
Come l’amore, tutto
non coincide, ma sono e sarò sempre accanto a proteggere e a dare una ragione a
quel mio: ti amo!