A volte semplicemente Si
Di vincenzo calafiore
11 Agosto 2016 Udine
Pare sia giovedì
“A volte, di notte, dormivo con gli occhi aperti sotto un cielo
gocciolante di stelle. Vivevo,allora.
(Albert Camus) “
(Albert Camus) “
Ieri dieci Agosto, la
“ notte di San Lorenzo “ la notte dei miracoli e dei desideri chiesti a una
stella cadente di realizzarli, ma è anche la notte degli innamorati della
propria donna o di una donna, della vita.
Sono rimasto sul
balcone col naso all’insù e non ho potuto godere dello spettacolo offerto da un
cielo che piange stelle, perché coperto da una soffice coltre di nuvole,
ugualmente ho espresso i miei desideri chissà a quale stella sconosciuta.
Mia madre in una
notte di San Lorenzo, ricordo, ci portò me e mio fratello su una collina vicino
casa, ognuno con la nostra coperta e cuscino.
Ci sdraiammo a terra
per assistere a quello straordinario spettacolo, e nel mentre ricordo che a una
mia domanda lei mi rispose: “ … noi non siamo eterni su questa terra, la nostra
vita è breve come il passaggio di una stella cadente, e se sarai in difficoltà
alza lo sguardo al cielo con le stelle sparpagliate esprimi il tuo desiderio
qualcuna ti aiuterà e pensa pure a me quando non ci sarò più. Fai in modo che
la tua vita sia spettacolare come la notte di San Lorenzo.
Ora dopo quasi un
secolo, ieri sera avrei voluto prendere una coperta e un cuscino, ma non ci
sono colline solo che tetti e cupole di capannoni! Ugualmente mi sono seduto su
una sedia, ha piovuto molto e la temperatura non era proprio quella di agosto.
C’è un motto friulano
che recita: la prima pioggia di agosto, rinfresca il bosco…. ! L’estate sta
finendo.
Ho pensato a quante
cose sono riuscito a fare e ho visto la mia vita spettacolare, so di averlo fatto, e ne sono felice.
Ma mi è tornata in
mente “ La notte di San Lorenzo “ del Pascoli, poi mi sono riletto “ Il
Fanciullino”:
dentro noi un fanciullino che non solo ha
brividi, come credeva Cebes Tebano che primo in sé lo scoperse, ma lagrime
ancora e tripudi suoi. Quando la nostra età è tuttavia tenera, egli confonde la
sua voce con la nostra, e dei due fanciulli che ruzzano e contendono tra loro,
e, insieme sempre, temono sperano godono piangono, si sente un palpito solo,
uno strillare e un guaire solo. Ma quindi noi cresciamo, ed egli resta piccolo;
noi accendiamo negli occhi un nuovo desiderare, ed egli vi tiene fissa la sua
antica serena maraviglia; noi ingrossiamo e arrugginiamo la voce, ed egli fa
sentire tuttavia e sempre il suo tinnulo squillo come di campanello. Il quale
tintinnio segreto noi non udiamo distinto nell'età giovanile forse così come
nella più matura, perché in quella occupati a litigare e perorare la causa
della nostra vita, meno badiamo a quell'angolo d'anima d'onde esso risuona. E
anche, egli, l'invisibile fanciullo, si perita vicino al giovane più che
accanto all'uomo fatto e al vecchio, ché più dissimile a sé vede quello che
questi. Il giovane in vero di rado e fuggevolmente si trattiene col fanciullo;
ché ne sdegna la conversazione, come chi si vergogni d'un passato ancor troppo
recente. Ma l'uomo riposato ama parlare con lui e udirne il chiacchiericcio e
rispondergli a tono e grave; e l'armonia di quelle voci è assai dolce ad
ascoltare, come d'un usignuolo che gorgheggi presso un ruscello che mormora.
O presso il vecchio grigio mare. Il mare è affaticato dall'ansia della vita, e si copre di bianche spume, e rantola sulla spiaggia. Ma tra un'ondata e l'altra suonano le note dell'usignuolo ora singultite come un lamento, ora spicciolate come un giubilo, ora punteggiate come una domanda. L'usignuolo è piccolo, e il mare è grande; e l'uno è giovane, e l'altro è vecchio.
O presso il vecchio grigio mare. Il mare è affaticato dall'ansia della vita, e si copre di bianche spume, e rantola sulla spiaggia. Ma tra un'ondata e l'altra suonano le note dell'usignuolo ora singultite come un lamento, ora spicciolate come un giubilo, ora punteggiate come una domanda. L'usignuolo è piccolo, e il mare è grande; e l'uno è giovane, e l'altro è vecchio.
Che
bello.
Questa
notte l’ho dedicata alla donna che amo, alla donna della mia vita, la mia vita.
E mi sono sentito come una stella che nessuno più guarda, ma le stelle non sono
stelle, sono diamanti lasciate dalle fate, è polvere fatata, ma sono anche
occhi di bambini, potenti o schiavi, reduci, niente! Come siamo noi quando
nessuno ci guarda!
E
in questa notte, ancora una volta le ho detto ti amo e ho giurato amore.
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