Ciao, Renzo
Di vincenzo calafiore
17 Agosto 2016 Udine
Martedì 16 Agosto
Venzone
Fa che la
morte mia (Biagio Marin)
Fa che la morte mia, Signor, la sia comò 'l score de un fiume in t'el mar grando, comò la melodia de la dosana¹ che de quando in quando a ridosso de un faro la pianzota per un momento, e la va via apena co' un lamento verso l'averto, sensa lota. Fa che 'l gno ultimo respiro el se pusa sul mondo incòra ciaro, comò 'l maistro estivo in t'i puninti el cala sensa amaro. Tégneme senpre vivo, che posso ringrassiate de le ore de pena e de quele beate e de la luse, Signor, mia zogia piena, d'ogni mio canto in te l'aria serena. |
Si conclude un sogno, si serrano le labbra sulla perla! Renzo Marzona con
la sua innata delicatezza comincerà a staccare dalle pareti di Palazzo Orgnani-
Martina le sue perle, lo farà immagino mentre ascolta la musica; la stessa che
ha accolto i visitatori nell’esposizione.
Che dire più delle firme e dei commenti raccolti in tante pagine del
Registro dei Visitatori?
Renzo Marzona a guardarlo lo associ alla delicatezza, o alla buona
musica o a una beata trasfigurazione. Ma è principalmente un uomo che ama tutto
ciò che fa e tutto ciò che fa poi lo fa amare da chi queste cose, questi uomini,
ama.
Entri nella mostra e ti accoglie con un sorriso, non lo fa per
accattivare, ma perché lui è sostanzialmente un uomo felice, felice delle cose
belle che fa, felice di donare bellezza e cultura, felice di incontrarti nella
sua ideale “ bottega dell’Arte “.
Su di lui si è detto già tutto e per me c’è poco spazio per muovermi
stando bene attento a non rovinare l’armonia attorno, quindi in queste poche
righe non voglio fare un’esamina di tutto l’insieme, ma voglio chiudere ( per
il momento ) questa Sua ultima donazione parlando di lui, di Renzo Marzona
sempre trovando le giuste parole.
Ho avuto modo di seguirlo, di parlare con lui, discorsi interrotti dall’arrivo
di qualcuno o di piccoli gruppi e tutti indistintamente con la stessa
espressione di meraviglia dipinta sui volti, tutti in punta di piedi come a non
voler rompere quell’insieme armonico, come davanti a uno spettacolo fatto di
silenzio e di tante immaginazioni.
Venzone dovrebbe esserle grata, per aver portato tanta grazia in mezzo
a turisti in bicicletta seduti in piazzetta, sudati e stanchi, ai tanti
visitatori provenienti dalla vicina Slovenia, Austria. Dovrebbe esserle grata
di aver portato quel tocco di eleganza e signorilità, sobrietà, propria e del palazzo Orgnani-Martina.
Dunque “ MARZONA TERRA MADRE “ oggi chiude i battenti e lo
farà senza tanto rumore, lasciando dietro di se una scia malinconica, quella
che lasciano le cose belle andandosene. C’è ancora la musica nell’aria del
cortile, ci sono le voci sospese, ci sono ricordi e visioni di volti sorridenti
e di lui che spiegando ogni video concede più conoscenza di se.
Come non ricordarlo?
Come dimenticare Renzo che con la sua “ astronave a remi “ veleggerà chissà
per quale costellazione?
A questa cosa ci ho pensato molto e non ho perso tempo ad entrarci e
fare parte dell’equipaggio, così pure Claudio DeMuro e Flavio Snidero, Giovanni
Anziutti i suoi amici, i miei amci!
Ecco mi piace ricordarlo e seguirlo come amico, sentirmi suo amico. Io
gliene sono grato! Non solo di questo, ma delle emozioni che i suoi quadri e
tutta la mostra alla fine mi ha regalato; a guardarli bene quei quadri sono
pagine di un portolano che lui Renzo ha scritto e che continuerà a scrivere
fino alla conclusione del suo vagare tra gli spazi esterni e lontani con la sua
“ astronave a remi “ che lo porta distante da questa realtà schiava e serva di
un sistema che poco concede e tanta vita porta via.
Non importa conoscere il “ com’è andata? “ quel che importa è la poesia
che rimane sospesa ancora per giorni dentro le mura di Venzone, quando l’ultimo
quadro sarà caricato con cura su un mezzo che uscirà piano senza fare rumore.
A quest’uomo, mi va di scrivere una lettera, questa lettera! Per
ringraziarlo e per esprimergli la mia gratitudine, la mia amicizia. Desidero
augurargli sempre più viaggi dell’anima, e sempre più pagine del suo portolano
da scrivere, affinchè rimanga di lui quella scia di eleganza e poesia ….
“ …..
succede di notte a Sud di Orione, in un oceano nero. L’astronave a remi ha un
brivido, arriva uno strattone al boma e alla barra, le vele piene di vento
siderale si svuotano, si gonfiano al contrario. Non è solo un cambio di vento,
è molto di più. Una trasfigurazione! “
Ciao Renzo e grazie!
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