Nella fantasia
Di vincenzo calafiore
30 Agosto 2016-Udine
“ ….. se vuoi salvarti affida la tua anima
a Fantasia che assieme agli elfi ti porterà
lontano facendoti conoscere ciò che ti pare di
conoscere; ma anche amare una donna e non
una femmina, amare e sognare, vivere! “
Tra non molto incrociando uno scambio il
treno su cui viaggio si immetterà sul “ 70’ “ binario
è quella linea ambita
dalle vecchie vaporiere, perché agevole, tutto discese e pianure che
costeggiano il mare.
Ne avevo sentito
parlare di questo “ binario “ e mi dicevo che non esisteva e che era una fiaba
che vecchi macchinisti e viaggiatori viaggianti ci raccontavano a noi giovani
per farci stare buoni.
Ma ora, io che ero
piccolo e guardavo il mondo col naso all’insù sono passato dall’altra parte,
cioè dalla parte di chi guarda il mondo col naso all’ingiù, e vorrei
raccontarlo a qualcuno il mio viaggio, ma a chi?
E’ come trovarmi in
un tempo “sbagliato” un tempo in cui nessuno ha più un “momento” per ascoltare
e un momento per continuare, tutto compresi umani è veloce, standardizzato,
uguale, monocolore.
Nel frattempo
prevedendo di attraversare il “grande mare della solitudine “ come Noè per il
diluvio universale io mi sono fatta “ un’astronave a remi “ per salvarmi dal
gioco inutile dell’essere costretto a uno scanno incatenato al nulla.
E’ già da parecchio
tempo che viaggio con la mia “ astronave a remi “ andando a cercare Argonauti
come me sparsi in questo immane di lontananze e distanze; così ho potuto
incontrare dopo averli tanto cercati: Claudio DeMuro, Renzo Marzona, Giovanni
Anziutti, Flavio Snidero, Piero Fundarò, e il più giovane fra noi componenti l’equipaggio,
Andrea DeMuro!
Tutto sommato
nonostante le innumerevoli tempeste superate di quando andavo per mare e che
hanno lasciato tutte vecchie ferite, solitudini, tristezze, mi ritengo
fortunato perché ho conosciuto tanti giovani che ancora si ricordano di me, ho
incontrato la donna che amo.
Ma qualcosa si è
rotto in me, il mare grande della vita mi ha cambiato dopo tanta solitudine,
dopo tanto silenzio che mi hanno fatto pescatore di perle e ora per finire “ rematore”
di un’astronave a remi.
Quando ero costretto
su quel pianeta terra nessuno mai mi ha chiesto se ero felice, nessuno mai mi
gettò un salvagente per non farmi annegare e annaspando mi sono sempre salvato
in Extremis quando
mi pareva d’essere alla fine della vita, in punto di morte, su una riva dove ho
vissuto come uno spiaggiatore.
Ma ho potuto anche
conoscere e saggiare il grande sentimento che è l’amicizia, l’amore, la
fratellanza; il più grande amore si chiama Cultura o conoscenza, musica.
Ho cominciato a
costruire la mia astronave a remi su una
spianata del monte “ Argos” che nel linguaggio degli Elfi significa < terra
del cielo > sono stati loro a raccogliermi e a ricompormi, sono stati loro a
darmi le rotte più belle e a realizzarla; ma mi hanno fatto dono del grande
desiderio di pescare perle che ancora adesso infilo per farne collane: le
parole.
Ci sono stati momenti
emozionanti vissuti con patos, qualcuno li chiama pure esperienza, ma anche di
grandi delusioni e di amarezze, forse più di queste.
C’è stato un tempo di
abbandono in cui avevo smesso di annaspare e avevo il desiderio di annegare,
quando Andrea Larnè mi prese e mi tirò su facendomi nuovamente respirare aria
di vita ed ora eccomi qui alla soglia del binario “ 70’ “ !
Felicemente perduto
negli spazi siderali, negli anelli di Saturno distante dall’infame condizione
di schiavo delle abitudini, lontano dai commercianti d’anime, distante dall’usualità,
capace di riconoscere e distinguere.
E io amo questa vita
mia, fatta più di distingui e di distanze dal nulla, che di comunanza.
Amo questa vita
fiabesca piena di luci dei sogni che gli – elfi – di notte lasciano per me
cadere da Argos!
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